Per una nuova primavera dei diritti civili Appello del movimento Glbt italiano ai candidati alle primarie dell'Unione Le organizzazioni italiane Glbt (gay, lesbiche, bisessuali e transgender) firmatarie del presente documento si rivolgono ai partecipanti alle primarie per la scelta del candidato premier dell'Unione. Riteniamo non più rinviabile l'apertura di una fase di riforme per il riconoscimento dell'uguaglianza di fronte alla legge di tutte le cittadine e di tutti i cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità ed espressione di genere e per il superamento di pregiudizi e discriminazioni. Ciò non potrà avvenire se non nel rispetto del principio della laicità dello Stato italiano e della sua autonomia da ogni potere esterno e da ogni ingerenza confessionale, nel rispetto della nostra Costituzione come la più alta fonte di diritto, non subordinabile ad altro. Le nostre richieste hanno forti radici nella storia recente dell'Unione Europea, dalla Risoluzione del Parlamento Europeo n. 1117 del 12 settembre 1989 sul “Trattamento delle persone transessuali all'interno dell'Unione” alla Risoluzione del Parlamento Europeo dell'8 febbraio 1994 sulla “Parificazione dei diritti di gay e lesbiche nella Comunità Europea”, fino al testo del Trattato costituzionale di Roma del 2004. Proponiamo ai candidati alle primarie una piattaforma di base, chiedendo una risposta scritta che diffonderemo fra le/gli appartenenti alla nostra comunità invitando a partecipare alle primarie per votare chi avrà dato risposte convincenti alle questioni proposte. 1. Una legge che riconosca le coppie gay e lesbiche La Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 febbraio 1994 ha chiesto di «porre fine agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali o a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio». Il movimento glbt italiano ha avanzato una proposta che, tenendo conto della situazione italiana e delle posizioni in campo, rappresenta un importante passo avanti in quella direzione: una legge sul Patto Civile di Solidarietà (Pacs) che dia vita ad un nuovo istituto giuridico, diverso e distinto dal matrimonio, un contratto fra due persone maggiorenni – anche dello stesso sesso - volto ad organizzare i rapporti personali e patrimoniali della loro vita in comune. Assistere il/la propria partner in ospedale, partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute e la sua vita, lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui si è condivisa l'esistenza senza gravose imposizioni fiscali sono alcune delle opportunità, oggi negate, che verrebbero introdotte dalla nuova legge. 2. Azioni positive contro le discriminazioni Un paese civile mette in campo azioni positive per contrastare il pregiudizio sociale e promuovere una cultura dell'accoglienza e del rispetto delle diverse identità nella società, nelle scuole, sui luoghi di lavoro. Chiediamo che si riattivino le Commissioni per i diritti delle persone omosessuali e transgender presso il Ministero per le Pari Opportunità, come luogo di coordinamento di politiche sociali e culturali e formative volte a superare discriminazioni, pregiudizi e violenze psicologiche fisiche. Proponiamo Commissioni per i diritti delle persone omosessuali e transgender presso i Ministeri dell'Istruzione e del Welfare, per Chiediamo che si attivino Protocolli Interministeriali di Intesa tra i Ministeri competenti in materia di politiche minorili, giovanili, familiari, scolastiche e sanitarie, in accordo con gli Enti del privato sociale – di carattere familiare - che si occupano di rimozione delle discriminazioni, promozione del benessere, integrazione delle persone omosessuali e transessuali, in contrasto alla violenza e al bullismo omofobico e transfobico. Occorre varare una legge che condanni ogni discriminazione motivata da orientamento sessuale e identità di genere e che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l'effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transgender, in applicazione dell'art. 3 della Costituzione italiana e dell'art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali siglata a Nizza nel 2000 e recepita nel Trattato Costituzionale dell'Unione Europea. Chiediamo inoltre una revisione del Decreto legislativo n. 216 del 9 luglio 2003 che, dovendo recepire la Direttiva europea 78 del 2000 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, ne tradisce il senso e ne limita l'applicazione, introducendo i rischi di nuove ed ulteriori discriminazioni. 3. Azioni efficaci per la salute e il benessere Va garantito il diritto alla salute delle persone omosessuali, bisessuali e transgender ponendo fine alle discriminazioni in ambito sanitario, fornendo i mezzi e le informazioni adeguate per un'efficace prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, garantendo i diritti alla cura, all'anonimato e alla dignità sociale delle persone sieropositive e rendendo effettivamente disponibili le terapie sanitarie necessarie alle persone transessuali e transgender. Chiediamo che una circolare interpretativa o una modifica della legge 164/82 sul cambiamento di sesso consenta la modificazione dei dati anagrafici a prescindere dagli interventi chirurgici demolitivi e ricostruttivi. Chiediamo una modifica della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita che ne faccia una legge per e non contro la salute delle donne. 4. Per l'internazionalizzazione dei diritti É necessario che l'Italia assuma un ruolo per il rispetto dei diritti umani nel mondo, per l'abolizione della pena di morte, per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nelle legislazione di decine di paesi, per il riconoscimento del diritto d'asilo in Italia per i perseguitati nel mondo a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Arcigay ArciLesbica A.GE.D.O. (Associazione di Genitori Di Omosessuali) Coordinamento Gruppi Omosessuali Credenti Di' Gay Project Luglio 2005 |