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Transgender Day of Remembrance
20 NOVEMBRE 2003

COMUNICATO STAMPA N 3
 
Si chiudono
nel successo di partecipazione e nell'assoluto silenzio mediatico le veglie di commemorazione delle persone transessuali e transgender assassinate nel mondo per odio o pregiudizio.

 

 

Non si può certo dare tutta la colpa al conflitto di interessi del presidente del Consiglio se  proprio in Italia -  secondo paese al mondo che conta vittimime del pregiudizio contro le persone transessuali e transgender – tutta la stampa, le tv e soprattutto le agenzie di stampa hanno decretato l'affossamento mediatico di un evento internazionale di cui si parla in molte altre parti del mondo

 

Ciononostante e nonostante la nostra comunità rappresenti un piccolo “drappello” di persone private di diritti elementari, le veglie organizzate a Milano, Genova, Firenze, Bologna e Torino, hanno avuto ovunque una buona partecipazione e soprattutto una forte intensità emotiva.

 

L'omicidio, l'assassinio di persone che vengono tolte alla vita solo perché ritenute “oggetti” di cui disfarsi nel momento in cui tentano di esercitare il proprio libero arbitrio, dovrebbe scandalizzare almeno quella parte di “intellighenzia” italiana che si dichiara “liberal” o di sinistra.

 

Proprio ieri, è stata data la notizia su molti giornali di una persona transessuale 50enne sudamericana che è stata accoltellata e ferita a Genova, ma accanto a questo non una sola parola è stata spesa per ricordare che in quello stesso giorno a Genova, Milano, Bologna, Firenze e Torino si sarebbero svolte veglie e candle lights in memoria delle 38 persone transessuali e transgender assassinate per odio o pregiudizio nel mondo.

 

In Italia ben 5 persone transessuali sono state uccise in modi variamente brutali. Tutte  (si apprende dai giornali) esercitavano la prostituzione e quattro di esse erano straniere (sudamericane) e senza permesso di soggiorno.

Essere transessuali in Italia è già di per sé una condizione che priva di elementari diritti civili; se a questo si aggiunge la condizione di prostituzione (che è una via obbligata, specie per le straniere) e quella di clandestina, non ci si deve stupire che alcune persone si sentano in diritto di considerare queste persone come un qualcosa di subumano e di credere di poter disporre del loro destino. Di vita o di morte.

 

Quello che invece continua a stupirci è la mancanza di attenzione della cultura liberal e progressista italiana (proprietaria di poche tv ma di non pochi giornali).

 

Di noi si gradisce parlare solo nella “trash tv”, dove l'interesse è tutto catalizzato sul racconto della propria vita privata, per stuzzicare il desiderio di “trasgressione” da parte di un pubblico sempre più ammorbato di sensazionalismo. Se solo ci si azzarda a proporre di parlare dei propri diritti, della condizione generale delle persone transessuali ci si sente rispondere: “ci spiace ma questo esce dal format del nostro programma” o – peggio – “… ma così la trasmissione perde appeal”.

 

Il Transgender Day of Remembrance è quindi passato sotto il silenzio quasi assoluto dei mezzi di comunicazione di massa.

Facciamo finta che si sia trattata di distrazione.

Diciamo di più: che saremmo i primi a desiderare che di tali giornate non si dovesse più parlare se non ci fossero continui omicidi, maltrattamenti, aggressioni.

 

Facciamo allora che da oggi - 21 novembre 2003 – si inizi una campagna di sensibilizzazione sui diritti negati alle persone transessuali e transgender:

Una campagna che potrebbe portare il nome di:

 

LEGGI CHE TUTELINO LA DIGNITA'DELLE PERSONE

TRANSESSUALI E TRANSGENDER

 

Le cose che andrebbero e potrebbero essere fatte con poca fatica e infinitesimi capitoli sulle finanziarie:
 

1.      FAR PASSARE RAPIDAMENTE IN PARLAMENTO LA PROPOSTA DI LEGGE “DE SIMONE” CHE CONSENTE ALLE PERSONE IN TRANSIZIONE O CHE NON INTENDANO (O NON POSSANO PER RAGIONI DI SALUTE) OPERARSI AI GENITALI,  DI OTTENERE UN NOME CONGRUO ALL'IDENTITA', AL RUOLO ED ALL'ASPETTO DELLA PERSONA TRANS (COSI' COME AVVIENE IN ALTRI PAESI UE)
In questo modo le persone transessuali non operate non dovrebbero far conoscere il proprio percorso di transizione a chiunque possa chiedere loro un documento (violazione della legge sulla privacy in quanto si rendono pubblici dati sensibili sulla propria salute e sulla propria sessualità)

2.      ACCOGLIERE NELL'ORDINAMENTO ITALIANO  LE SENTENZE DELLA CORTE EUROPEA DI GIUSTIZIA CHE EQUIPARANO LA CONDIZIONE TRANSESSUALE RIGUARDO LE LEGGI “DI PARI TRATTAMENTO TRA UOMINI E DONNE” IN MATERIA DI LAVORO.
In questo modo anche le persone trans avrebbero una protezione giuridica sulle discriminazioni sul lavoro, in quanto la recente legge antidiscriminatoria emanata dal parlamento non le include
.

 

3.      DEFINIRE UNA NORMA INTERPRETATIVA DELLA LEGGE 164/82 SUL “CAMBIO DI SESSO” CHE CHIARISCA IN MODO CHIARO ED INEQUIVOCABILE CHE LA RETTIFICAZIONE ANAGRAFICA NON DEVE NECESSARIAMENTE  ED UNICAMENTE DISCENDERE DALLA MODIFICAZIONE DEI CARATTERI SESSUALI PRIMARI (GENITALI), MA CHE PREVALGA (COSI' COME E' PERALTRO SCRITTO NEL TESTO) L'IDENTITA' SESSUALE PSICOLOGICA DI UNA PERSONA.
In questo modo si darebbe piena libertà di espressione all'identità di genere sessuale di ogni essere umano.

 

4.      OBBLIGARE LA COMMISSIONE UNICA DEL FARMACO (CUF)  AFFINCHE' LA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA PER PERSONE CON “DISTURBO DELL'IDENTITA' DI GENERE” SIA COPERTA DAL SSN.
In questo modo si porrebbe fine ad una gravissima discriminazione messa in atto dal Ministero della Salute che esclude il “Disturbo dell'Identità di Genere” (transessualismo) dal prontuario farmaceutico italiano. Cosa per la quale Crisalide AzioneTrans ed altre associazioni sono intenzionate a sporgere denuncia contro il suddetto Ministero

5.      L'OTTENIMENTO DELL'ASILO POLITICO PER LE PERSONE TRANSESSUALI IMMIGRATE DA PAESI IN CUI LA TRANSESSUALITA' NON E' REGOLATA DA LEGGI O ADDIRITTURA E' CONDANNATA.
In questo modo lo Stato Italiano prenderebbe le distanze da paesi che non rispettano i “diritti civili” come peraltro previsto da alcune direttive e raccomandazioni europee e metterebbe queste persone nella condizione di non dover ricorrere all'obbligo della prostituzione e facilitarne l'inserimento nella nostra società.

6.      APPROVARE UNA LEGGE CHE PREVEDA CHE GLI OMICIDI PER “ODIO O PREGIUDIZIO” COSTITUISCANO UN'AGGRAVANTE DELLA PENA (COSI' COME AVVIENE NEGLI USA)
In questo modo lo Stato Italiano, prenderebbe una posizione etica di condanna nei confronti delle violenze e degli omicidi che trovano origine solo nel pregiudizio e nell'odio (legge che varrebbe per l'identità di genere, ma anche per l'orientamento sessuale, la razza, la religione, l'età, la condizione di diversa abilità, ecc
.)

7.      LA CONCESSIONE DI UN INDENNIZZO PER QUELLE PERSONE TRANSESSUALI E TRANSGENDER CHE HANNO SUBITO CONDANNE CIVILI E PENALI A CAUSA DELLA PROPRIA CONDIZIONE, NEL PERIODO PRECEDENTE L'APPROVAZIONE DELLA LEGGE 164/82, PER I MALTRATTAMENTI RICEVUTI DALLO STATO E DALLE SUE LEGGI E PER AVER AVUTO UNA VITA SEGNATA E SENZA FACILI PROSPETTIVE DI LAVORO E DI INSERIMENTO SOCIALE
In questo modo lo Stato Italiano, riconoscendo un errore, riparerebbe parzialmente ai danni gravissimi inferti a  propri cittadini “colpevoli” solamente di essere transessuali.

 

Archiviata la mancanza di “appeal” mediatico del “Transgender Day of Remembrance” - affinché questa giornata di commemorazione non resti la condivisione di un dolore di una comunità ferita quotidianamente da condizioni di vita segnate da una carenza di diritti cronica - c'è comunque bisogno che si risveglino le “coscienze civili” dormienti del nostro paese. Che si risveglino anche per le persone transessuali e transgender.

 

Chiediamo pertanto alle forze politiche sensibili al “diritto di cittadinanza” ed ai diritti civili di impegnarsi in Parlamento per riportare in tempi brevissimi  le persone transessuali e transgender ad una condizione di cittadinanza piena.


Chiediamo con forza ai “media” che cessi questo ostracismo culturale nei nostri confronti che ci vuole presenti solo nella cronaca nera, nei varietà più sboccati o per riempire qualche pagina di “real tv”.

 

Solo in questo modo saremo felici di non doverci più lamentare del silenzio di stampa e televisioni su un evento che noi per primi vorremmo non dover più celebrare per mancanza di vittime.

 

Genova 21 novembre 2003

 

Mirella Izzo

(Presidente Crisalide AzioneTrans Nazionale onlus)

 

 

 

 

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