Mirella Izzo

Presidente onoraria “Crisalide AzioneTrans onlus”

Via Pontevecchio 18/9

16133 Genova

tel: 392-6845584

 

COMUNICATO STAMPA

In una società maschilista le “squadre miste” nello sport
rappresenterebbero uno svantaggio per donne e trans
No alla proposta dell’on. Vladimir Luxuria

 

A pochi anni dalla storica decisione del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) di permettere la partecipazione delle persone transessuali alle Olimpiadi, nel genere sessuale di elezione, leggo con stupore la proposta dell’on. Vladimir Luxuria che propone l’abolizione del genere sessuale negli sport e la formazione di “squadre miste” (di quali sport?) come metodo per cancellare le separazioni fra i “sessi”.

Una tale proposta risulta meramente demagogica e finirebbe con il penalizzare donne e le transgender da maschio a femmina se mai attuata.

Infatti è noto che la separazione fra i sessi nello sport non è figlio di una mentalità “sessista” ma risponde ad una necessità di diversità fisiologiche che differenziano uomini e donne.

Il testosterone negli uomini produce uno sviluppo scheletrico più grande ed un rapporto fra “massa muscolare” e “massa grassa” decisamente a favore della prima.

Gli estrogeni determinano nelle donne una situazione opposta.

Ed è per tali motivi che anche le persone transessuali sono state finalmente ammesse ai Giochi Olimpici. La scienza ha dimostrato che la terapia ormonale sostitutiva cui si sottopongono le persone transessuali, nel giro di pochi anni, induce un rapporto di “forze disponibili” analoghe a quelle del genere sessuale verso cui si è transizionato.

Semmai si dovrebbe chiedere al CIO di fare un passo avanti e di eliminare la clausola secondo cui, per partecipare, le transessuali debbano essere operate ai genitali. Tale richiesta non ha alcun senso scientifico in quanto nessuno sport prevede l’uso dei genitali e, soprattutto, equilibrio ormonale e rapporto “massa muscolare” / “massa grassa, è misurabile di volta in volta e quindi la compatibilità applicabile anche alle ed ai trans non operati.

In questo contesto, dove lo stesso CIO, con molta attenzione ha voluto mantenere pari opportunità di emergere negli sport, accettando le ed i trans solo dopo aver scientificamente provato che gli stessi non partissero “avvantaggiati” rispetto a chi è nato in un determinato sesso (piuttosto, ad esempio, le trans devono “portare” una scheletratura più pesante maschile con muscoli femminili, per cui in alcuni sport gareggiano con una base di partenza di svantaggio) la proposta dell’on. Luxuria, in nome di una parità fra i sessi proprio nell’unico ambito dove parità non esiste, appare fuori luogo e demagogica.

Per la decennale esperienza nel movimento transgender italiano, credo di poter dire con tranquillità che se una tale proposta venisse accolta, essa di certo non sarebbe per nulla gradita dalle e dai transessuali sportivi, che hanno appena ottenuto il diritto di gareggiare con le persone del sesso che “si sono conquistati”, ritrovandosi nuovamente a gareggiare con persone il cui genere sessuale hanno abbandonato con molto dolore, fatica e spesso stigma sociale.

Per la parità e la dignità delle persone transessuali e transgender, meglio sarebbe che i partiti che hanno preso impegni per promuovere i nostri diritti (fra cui Rifondazione Comunista) presentassero al più presto una modifica alla legge sul “cambio di sesso” che garantisca nome e identificativo di genere sessuale a tutte le persone transgender e transessuali come avviene in Gran Bretagna e in Spagna piuttosto che inventarsi proposte tanto bizzarre quanto inutili.

Mirella Izzo

Presidente onoraria Crisalide AzioneTrans onlus

 

Genova 12 luglio 2006

 

il testo dell'intervista all'on. Vladimir Luxuria