Car* amici,
dal 18 febbraio 2007 Crisalide-azionetrans, associazione
da anni impegnata per l’affermazione del diritto all’identità personale di
quanti si riconoscono T* e intersessuati, offre gratuitamente ai propri
iscritti/e e simpatizzanti/e un servizio di consulenza legale gratuito on-line.
L’obiettivo vuole essere quello di fornire alle persone T* o intersessuati
elementi giuridici utili, anche se di carattere generale, per un corretta, ed aggiungo dovuta, integrazione sociale.
La finalità è il
riconoscimento dei propri diritti di persona/cittadin*.
Spesso siamo
testimoni d'ingiustizie a danno delle persone T* e
intersessuati, vediamo calpestati dei principi basilari quali: la
dignità della persona, l'uguaglianza ed il diritto di esistere. Principi
consacrati nella nostra "Carta Costituzionale":
[Art. 3, I -"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua,
di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. II -“ E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"], ...
"per essere sacrificati al nulla".
Il diritto, il
rovescio. La legge, la giustizia. Il vero, il falso. Il bianco, il nero. Il
"rosa", il "celeste". etc. etc. Opposti che come due facce di una stessa medaglia ci seguono lungo
il percorso esistenziale. Dove arriva uno,
inizia l'altro. Come il sogno di un'ombra è diventare uomo, così sogno di una
legge è che sia conforme a giustizia ... e dove manca una norma nonostante sia
reclamata, l'individuo diventa ancor più vittima di soprusi.
L'uomo
attraverso le leggi tende verso la giustizia, verso la
perfezione del suo vivere nella società. Attraverso la “norma” un pensiero di
vita giusta viene consacrato come progetto teso
all'eliminazione di una "disparità". Progetto sempre lineare ma
spesso osteggiato, forse anche più gravemente disconosciuto, dall'egoismo
dell'assolutezza del singolo. Proprio nei microcosmi familiari ed amicali, come
nelle piccole realtà cittadine o di quartiere, non meno nel luogo di lavoro,
vediamo attuarsi la violazione dei principi di convivenza sociale e rispetto
per l'altro ... del "diverso da se". Violenze non sempre fisiche, ma
soprattutto psicologiche attuate verso il soggetto "debole". Sono le
ultime, le violenze psicologiche, a trovare meno tutela perché marcatamente
velate e, passatemi il termine, "vigliacche". Parlo di mobbing
lavorativo come anche familiare; ed ancora perdurano quei comportamenti umani
volti a sottrarsi al dovuto rispetto dei principi cardini del nostro
ordinamento. Sul punto invito tutti a leggere la nostra Costituzione dove è
reperibile tutto il corredo necessario per un corretto vivere sociale.
La mia
esperienza personale mi ha fatto toccare con mano come, nel percorso di
cambiamento di genere, sia stato per me arduo trovare risposte circostanziate
in merito ai miei diritti di persona in transizione, meno per i doveri. Lunghe
ricerche in biblioteche giuridiche. Poche sentenze pubblicate
e commentate sulle riviste specializzate nonostante l'importanza dell'argomento.
La percezione è stata quella di una silente volontà di tenere celata questa
materia. Forse una materia giuridica "innominabile"
che non merita di essere discussa e trattata; mentre, com’è noto, altri temi
giuridici hanno il privilegio di trovare facile ingresso in numerosi congressi
... e non solo in quelle sedi.
La questione concernente le persone T* e intersessati trova spazi
marginali e discutibili per le argomentazioni poste in rilievo. Un ostracismo
sociale immotivato. Sarà che non vale la pena di parlarne? ... e quando capita
di parlarne viene adottato un lessico velatamente
discriminatorio oltreché provinciale, ricco di stereotipi, che dipingono le
suddette persone vestite di paillette e con un casco di banane in testa. Un "essere indegno", da porre al
margine del vissuto collettivo. Un "essere
inqualificabile" che, come nelle favole, vive solo di "notte"
e può uscire all'esterno solo alla presenza della "luna piena". Una
"essere notturno" e non "diurno" ... forse un
"alieno" o una persona da temere perché "infetta"? Oppure un marchingegno meccanico, con sembianze umane, per
pratiche al margine della promiscuità sessuale come dispensatore orgastico?
Ma, così non è. Strano ... ma è d'obbligo
ripeterlo ... "così non è" e "non deve essere ... neppure
pensato".
Se fosse ... ci
troveremmo davanti ad una evidente
"ingiustizia".
Come mai si verifica nella realtà di tutti i giorni che le persone T*
debbano scontare la loro "pena" di esistere venendo socialmente
esiliate. Quale è il delitto che gli viene ascritto
per meritare cotanta gogna? Ricordo che stiamo parlando di persone/cittadin*,
che non trovano, per esempio, con facilità un lavoro, perché ritenute
"diverse" oltreché limiti ad un corretto, ed aggiungo dovuto, inserimento sociale ... e non solo, si vedono rifiutare dalla propria
famiglia d’origine perché "indegne", “non qualificanti” ... e le più
fortunate .... vengono anche "mobbizzate" sul posto di lavoro etc.
etc..
E si ritorna
indietro ad una società di tipo medioevale rispetto all'evoluzione sociale e
culturale voluta ed ampiamente tratteggiata nella nostra carta costituzionale e
non solo anche nella "Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali", resa esecutiva con la
legge 4 agosto del 1955 n. 848 (G..U. n. 221, del 24
settembre 1955), dove nell’art. 14 si parla di “Divieto di discriminazione” ["Il godimento dei diritti e delle
libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza
distinzione di alcuna specie, come di sesso, di razza, di colore, di lingua, di
religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o
sociale, di appartenenza a una minoranza nazionale, di ricchezza, di nascita o
di altra condizione"].
Rispetto per chi giustamente non
vuole essere discriminato, mobbizzato, esiliato, annientato dall'ipocrisia di
chi non vuole riconoscere, in violazione dei più elementari principi
costituzionali, le possibili diversità dell'altro suo simile. Rispetto
per chi crede nei valori di " ... pari dignità sociale e uguaglianza
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali" (articolo 3 della Costituzione della Repubblica
Italiana ). Rispetto per chi vuole risolvere la discrepanza insita nella sua natura tra sesso biologico e psico-sessualità. Rispetto per
chi desidera vivere bene con se stess* . Rispetto per
chi coerentemente da "crisalide" desidera fortemente completare la
sua metamorfosi uscendo dal guscio nel quale è
imprigionato ... per librarsi nell'aria e vivere in modo autentico, senza
infingimenti.
Non ditemi che è
pura utopia!
La rubrica “Crisalide&Diritti” la penso come
ad un "cantiere aperto". Aperto alle domande, a nuovi argomenti, ma sopratutto al dibattito
costruttivo. Potrà sembrare presuntuoso, ma lo scopo è quello di
facilitare la comprensione dell'argomento sia a chi vive in prima persona sulla
propria pelle l'esperienza “drammatica” dell’essere T* e intersessato, ai loro
familiari, ma anche a tutti coloro che desiderano
"capire" per migliorare le loro relazioni sociali volendo con ciò
uscire da un isolamento esistenziale ceco e sordo. Saranno raccolte le vostre
esperienze di persone, ovviamente nel rispetto dell'anonimato. Perché solo
grazie al vostro personale contributo, alle vostre testimonianze e
domande, si potrà materializzare questo progetto la cui assenza alimenta solo
incertezze sul proprio futuro di persona/cittadin*, oltreché dubbi sui propri
diritti e doveri, ritardando non poco la realizzazione di un disegno di vita
sentito nel profondo del proprio intimo come l'unico possibile; aumentando i
dubbi legati alla mancanza di una quanto più completa e autentica informazione sugl’aspetti giuridici che interessano tutt* noi..
Cordialmente.
avvocato
Roma 16 febbraio 2007