LETTERA
A REPUBBLICA.IT IN MERITO ALL'ARTICOLO
SUL SUICIDIO DI LOREDANA DA PARTE DI MIRELLA IZZO, PRESIDENTE ONORARIA
DI CRISALIDE AZIONETRANS
Gentile Direttore,
gentili Redazioni,
in qualità di presidente onoraria dell'Associazione Crisalide AzioneTrans
- onlus, desidero intervenire in merito all'articolo pubblicato alla pagina:
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/palma-montechiaro/palma-montechiaro/palma-montechiaro.html
di Repubblica.it del 18 u.s., dal titolo "Trans suicida in una comunità
- La tragica storia di Loredana" - Aveva 16 anni. Per "recuperarla"
il Tribunale dei Minori di Catania l'aveva assegnata a un centro di accoglienza
dove ha dovuto vivere tre mesi con 35 ragazzi nordafricani" di Francesco
Viviano e contenente alcune dichiarazioni dell'Assistente Sociale Linda
Lumia.
Credo abbia fatto bene la procura di Agrigento ad aprire un'indagine sui
fatti accaduti. E' noto che alcune condizioni illegali contro la persona
possano talvolta costituire - di fatto - una istigazione al suicidio e
come tale rappresentare un grave reato per il nostro ordinamento giuridico.
Non entrerò nel merito se - nel caso specifico - esistano tali
presupposti. Mi limito semplicemente ad invitare la magistratura di Agrigento
di seguire il caso con l'attenzione dovuta e con la speranza di dover
ritenere questo invito inutile.
Credo che invece l'incredibile peripezia cui è stata costretta
la giovane transgender, abbia comunque delle precise responsabilità.
Se da una parte potrebbe considerarsi "lodevole" l'accettazione
di Loredana da parte della comunità Alice di cui la Lumia è
assistente sociale, dall'altra parte ci si chiede come sia stato possibile
che il Tribunale dei Minori ritenesse adeguata la permanenza di una giovane
con Disforia di Genere (nome medico del transessualismo), in una comunità
che ospitava solo ragazzi di sesso maschile ed appartenenti a comunità
la cui religione condanna esplicitamente la condizione di Disforia di
Genere come un grave peccato.
Resto inoltre stupefatta per le critiche rivolte dalla Lumia all'Arcigay
locale perché non ha portato neppure un "fiore sulla tomba"
di Loredana.
Il punto è che non ci doveva essere nessuna tomba per una neo ragazza
di 16 anni.
Inoltre il titolo di Assistente Sociale dovrebbe far presupporre una conoscenza
delle Direttive e Sentenze delle Corti Europee e locali rispetto alla
transessualità.
Ancor di più questi fatti giuridici dovrebbero essere noti al Tribunale
dei Minori che - leggendo l'articolo - sembrerebbe invece essersi adeguato
ad illegittimi "no" di altre Associazioni, rispetto all'accoglienza
di Loredana.
Ebbene, qualsiasi onlus che si occupa di recupero di persone disagiate,
emarginate (o rese tali) per qualsiasi ragione, non possono discriminare
in base al genere della persona (salvo dove sia previsto per statuto una
"mission" esclusivamente rivolta ad un genere, quale ad esempio
l'assistenza per l'aborto).
Mi chiedo come sia possibile che il Tribunale dei Minori si sia lasciato
intimorire dai "no" ricevuti - sempre secondo le dichiarazioni
della Lumia - da altre Associazioni più adeguate e indicare per
Loredana un luogo che per ovvie ragioni ben difficilmente avrebbe potuto
aiutare la ragazza e più probabilmente invece avrebbe contribuito
a farla sentire emarginata, rifiutata nel proprio genere (stava con soli
ragazzi), disprezzata, non voluta da nessuno.
E mi chiedo dove siano stati i servizi sociali del Comune di Agrigento
in tutta questa vicenda scabrosa e triste.
Mi permetto di ricordare solo un paio di passaggi di sentenze e Direttive
Europee che esplicitano in modo chiaro che le pari opportunità
fra i sessi (anche nell'assistenza) non si intendono come semplice pari
opportunità fra "maschi" e "femmine" ma includano
anche le persone che transizionano da un "genere sessuale" all'altro.
Così recita l'abstract della Sentenza dellaCorte di Giustizia Europea,
30 aprile 1996 - P. contro S. e Cornwall County Council (Causa C-13/94
- Raccolta della giurisprudenza 1996 pagina I-02143):
In considerazione dello scopo della direttiva 76/207, relativa all' attuazione
del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne
per quanto riguarda l' accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione
professionali e le condizioni di lavoro, l' art. 5, n. 1, di detta direttiva
osta al licenziamento di un transessuale per motivi connessi al suo mutamento
di sesso. Infatti, poiché il diritto di non essere discriminato
a causa del proprio sesso costituisce uno dei diritti fondamentali della
persona umana, la sfera d' applicazione della direttiva non può
essere ridotta alle sole discriminazioni dovute all' appartenenza all'
uno o all' altro sesso, ma si estende alle discriminazioni determinate
dal cambiamento di sesso. Invero queste sono basate essenzialmente, se
non esclusivamente, sul sesso dell' interessato, giacché licenziare
una persona per il motivo che intende subire o ha subito un cambiamento
di sesso significa usarle un trattamento sfavorevole rispetto alle persone
del sesso al quale era considerata appartenere prima di tale operazione.
Così recita la "consideranda" n. 3 della Direttiva Europea:
The Court of Justice has held that the scope of the principle of equal
treatment for men and women cannot be confined to the prohibition of discrimination
based on the fact that a person is of one or other sex. In view of its
purpose and the nature of the rights which it seeks to safeguard, it also
applies to discrimination arising from the gender reassignment of a person.
Sembra materiale
sufficiente per individuare responsabilità precise rispetto alla
decisione del Tribunale dei Minori e dalle ragioni addotte da tutte le
Associazioni di Volontariato Sociale che avrebbero rifiutato di accettare
Loredana nella propria struttura.
Infine spiace che l'Assistente Sociale intervistata sia sembrata più
interessata a predisporre per sé e per la sua Associazione una
sorta di difesa d'ufficio (con attacchi all'Arcigay NON competente per
Statuto sulle questioni di Identità di Genere), piuttosto che informarsi
sulle norme che disciplinano i paesi aderenti alla UE o magari informarsi
presso la nostra o altre Associazioni che si occupano di transessualità,
per ottenere le adeguate informazioni che portassero Loredana ad una situazione
logistica e psicologica diversa da quella che sembra averla indotta al
suicidio.
Digitando sul motore di ricerca di Google "Associazioni Trans",
Crisalide AzioneTrans risulta al primo posto nell'elenco delle Ass.ni
informate sulle regole e leggi e diritti delle persone transgender. La
nostra ed anche altre Associazioni sono comunque presenti in tutti i motori
di ricerca di internet.
Anche se non presenti ad Agrigento, siamo in grado di sostenere situazioni
di altre province. Il Tribunale di Bergamo ha tempo fa affidato alla nostra
Associazione, in collaborazione con la "Comunità di San Benedetto"
un caso ben più difficile di quello che poteva essere quello di
Loredana e che si è concluso felicemente per tutti.
Una morte che si poteva evitare semplicemente sostituendo l'ignoranza
arrogante con un minimo di ricerca di conoscenza in umiltà. E questo
vale in primis per il Tribunale dei Minori, per le Associazioni coinvolte
che hanno rifiutato Loredana, per il Comune di Agrigento ed anche per
l'Assistente Sociale più volte citata.
Crisalide valuterà il da farsi anche legalmente e si mette a disposizione
- nella mia pesona - della magistratura agrigentina per quanto riguarda
le proprie conoscenze sulle modalità di trattamento delle persone
transgender (anche minori) che dovrebbero essere predisposte dalle autorità
locali.
Cordiali ma amari saluti
Mirella Izzo
presidente onoraria Crisalide AzioneTrans onlus
Genova, 19
dicembre 2007
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