L'Approfondimento
a cura di Mirella Izzo

Mirella Izzo

venerdì 18 maggio 2007

ORA BASTA!
STOP TRANSFOBIA.
STOP OMOFOBIA
(lettera aperta a chiunque voglia leggere)

 

Iniziamo a fare fatica a contarli.
Omosessuali, Lesbiche, Transgender, vittime non più solo di discriminazioni, ma di vere e proprie violenze.
Non basta più contare le vittime.
Gay, Lesbiche, Transgender, Bisessuali, persone "Queer", che semplicemente non aderiscono all'etica cattolica rispetto a "Genere" e "Orientamento sessuale", hanno il diritto di vivere una piena cittadinanza sì, ma, ancor prima, in sicurezza.
L'omicidio di Manuela, donna con la colpa di un passato transgender, le decine di casi di stupri non denunciati dalle trans straniere senza permesso di soggiorno, le violenze sessuali punitive a ragazze lesbiche, gli atti vandalici contro le librerie e sedi LGBT, le aggressioni ad omosessuali e - ultimo in ordine di tempo - alle loro figure rappresentative, come accaduto con l'aggressione a Paolo Ferigo a Milano, presidente del C.I.G. Arcigay, stanno crescendo ad un ritmo vertiginoso.

Siamo arrivati all'emmergenza sociale!

Presidente della Repubblica, Ministro degli Interni, Ministra per le Pari Opportunità, Governo tutto: intervenite come avete giustamente fatto per le "morti bianche" sul lavoro. Il Primo Maggio ha visto l'intero esecutivo, i sindacati ed i partiti politici impegnati a promettere provvedimenti contro le "Morti Bianche". Auspico con il cuore che alle parole seguano i fatti, anche se noi "Transgender" siamo raramente colpite/i da questa piaga in quanto il lavoro ci è spesso precluso. La Giornata Mondiale contro l'Omofobia e la Transfobia del 17 maggio, vi ha visti invece silenti o quasi.
Di fronte all'incremento oggettivo delle violenze subite dai cittadini (o comunque residenti in Italia) Transgender, Lesbiche e Gay, il silenzio diventa complicità.
Auspico che il Movimento LGBT non starà più fermo ad aspettare e contare la prossima vittima.
Auspico che non ci si limiterà alle ferme proteste, ma che ci rivolgeremo a tutte le strutture sovrannazionali che potremo contattare per mettere sotto processo l'Italia per violazione delle norme sul pari trattamento in ordine a motivi di "Orientamento Sessuale e di Genere".
Tentare di farla condannare come è stato per l'Afghanistan Talebano per le violazioni contro i diritti civili, in particolare contro le donne; come è stato per quegli Stati che hanno chiesto di entrare nella Comunità Europea e che sono stati rifiutati fino a che non abbiano legiferato per le pari opportunità relative anche al Genere e all'Orientamento Sessuale.
I "Patti Lateranensi" rinnovati da Craxi non possono più scusare il silenzio italiano, se, davanti alla reciproca indipendenza degli stessi, il comportamento di uno di questi soggetti non persegue più "la promozione dell'uomo e il bene del paese" (art. 1 nuovo Concordato).
Nessuna "promozione dell'uomo" può chiedere la diversità di diritti e trattamenti in base all'Orientamento Sessuale o al Genere (e Identità di Genere) dei suoi cittadini.
Chiunque lo faccia, si mette contro tutte le norme etiche e morali, le Leggi e le Direttive, le Sentenze e la prassi della Comunità Europea e delle Nazioni Unite.
L'Italia ha firmato i "Patti Lateranensi" e seguiti, fra due "Stati", mentre aderisce alla Comunità Europea come Stato Membro e Fondatore.
Se i due elementi entrano in conflitto, il nostro paese ha il dovere legale di stare dalla parte del consesso di cui fa parte, non di piegarsi ad altri "trattati" firmati con Stati stranieri. Questi secondi, eventualmente si cambiano se entrano in conflitto con la Comunità Europea.
Il Vaticano viola quotidianamente lo spirito dell'Articolo 1 dell'accordo fra Stato Italiano e Stato Vaticano: rimanere in silenzio è - di fronte a morti e aggressioni - pura e semplice complicità.
Nulla c'entra la simpatia o meno verso la religione Cristiana, ma nessuna religione ha il diritto, all'interno della Comunità Europea, di muoversi anche politicamente per determinare leggi discriminatorie o per non fare approvare leggi che vogliano eliminare le disparità di trattamento fra i cittadini o perlomeno tentare di ridurle.
Le leggi da sole però non bastano. E' ora che lo Stato Italiano, a partire dai suoi esponenti più autorevoli, a partire dal Presidente della Repubblica, si attivi per fermare ogni incitamento diretto o indiretto, volto a dequalificare agli occhi di altri cittadini la condizione sociale delle persone in base al proprio "Orientamento Sessuale" e al proprio "Genere" (che include l'"Identità di Genere", quindi le persone Transgender, come da recente Direttiva UE).
Essere Cristiani e fare politica è un diritto inalienabile che non vorrei mai fosse messo in discussione. Ma se una o più Chiese di ispirazione cristiana, attraverso i suoi uomini e le sue strutture, inizia una propaganda contraria allo spirito di ogni trattato della Comunità Europea, allora questo Diritto non esiste più.
Come non esiste il diritto alla propaganda del Nazifascismo, così deve essere perseguibile ogni politica volta a discriminare le persone in base anche a Orientamento Sessuale e Genere.
L'Italia si decida: o esce dalla Comunità Europea ed i suoi principi di Diritto o riveda i "patti" che la legano allo Stato del Vaticano.
Non dovrebbe essere difficile dimostrare il nesso fra l'incredibile e possente mole di documenti e interventi pubblici di vari esponenti ufficiali della Chiesa Cattolica, contrari all'uguaglianza dei sentimenti delle persone omosessuali, contrari all'integrazione delle persone con distonia fra sesso e genere, all'incredibile aumento delle violenze contro cittadini italiani (o residenti) omosessuali e transgender.
La "responsabilità oggettiva" non può essere limitata al gioco del calcio, ed in ogni caso, oggi siamo ormai vicini alla vera e propria "istigazione a delinquere".
Totò Riina non aveva bisogno di dire ai suoi "scagnozzi": "uccidete X". Gli era sufficiente descrivere quella persona come nemica della "Comunità", perché qualcuno provvedesse.
Hitler non ha avuto bisogno di rendere pubblico ai Tedeschi la decisione della "Soluzione Finale" riservata agli Ebrei. Gli è bastato parlare per anni al suo popolo contro la comunità e la razza ebrea.
Una figura che rappresenta una Autorità per una popolazione non ha bisogno di dare mandati precisi e dovrebbe usare le parole, specie se di istigazione all'odio, con molta attenzione.
Alla Chiesa, al Papa ed altri esponenti che possano parlare a nome della Chiesa Cattolica tutta, è sufficiente trasmettere con quotidiana reiterazione che alcuni soggetti siano "esseri oggettivamente portatori di una cultura malata", essi stessi "geneticamente malati" o "rovina famiglie e società", per accendere il fuoco dell'odio sociale e culturale nelle menti più accese dei "fedeli", degli adepti, del popolo a cui parla.
Interventi che definiscono l'amore omoaffettivo come "sentimenti deboli", che accostano Omosessualità a Pedofilia, che considerano le persone Transgender come "malate psichiatriche inguaribili" e come tali da tenere lontane dalle responsabilità della Chiesa perché oggettivamente infaffidabili e instabili in quanto "categoria e quindi indicate come non adatte a qualsiasi responsabilità nella vita sociale; interventi di questo genere, sommati al contemporaneo silenzio di fronte alle violenze contro queste persone di cui ogni giorno parla in termini moralmente discutibili e negativi, di cui dipinge un quadro futuribile e fosco, sono elementi sufficienti a chiedersi, magari anche di fronte ad un Tribunale, se in tutto questo non vi possa essere una indiretta responsabilità della Chiesa, rispetto all'aumento dei crimini contro le persone LGBTQ.
Toni Negri fu condannato dallo Stato Italiano come "ideologo" (anche fosse stato inconsapevole) del Brigatismo Rosso, utilizzando nessi ben più ambigui fra le sue parole e i delitti messi in atto da terzi!
L'attuale "Concordato" tutela la Chiesa dall'essere giudicata dallo Stato Italiano.
Ma esistono comunità transnazionali cui l'Italia aderisce che non hanno firmato alcun "Concordato" con il Vaticano.
Spero che in qualche modo il nostro "movimento" si attivi per dimostrare il nesso fra l'inizio del papato di Ratzinger e della sua "politica morale", e l'aumento della violenza Omofobica e Transfobica in Italia.
Non si possono condannare solo certe discutibilissime morali di derivazione Islamica e chiudere gli occhi di fronte ad altre di derivazione Cattolica, solo perché il popolo italiano è tradizionalmente cattolico.
Nessuno Stato può permetterselo senza perdere la totalmente la sua connotazione di "Stato Laico", ma anche quella di "Stato di Diritto" tout court, per diventare uno "Stato Etico".
Dovremmo iniziare a pensare ad azioni sia legali sia di "Disubbidienza Civile", in assenza di un netto intervento dello Stato Italiano del suo Governo che chiarisca inequivocabilmente alle religioni tutte, che in Italia, deve vigere il concetto è i cittadini hanno pari diritti e dignità. Quindi anche il matrimonio civile deve essere accessibile alle coppie omosentimentali; quindi le regole delle pari opportunità fra i sessi, devono essere applicate anche per chi è Transgender, Gay o Lesbica.
In assenza di queste posizioni o di una netta conversione della politica Vaticana rispetto alla politica autonoma dello Stato Italiano, dovremmo iniziare a pensare opzioni che possano portare i milioni di cittadini che subiscono un'emarginazione ormai strutturata in uno "stato di agitazione permanente", di rivolta civile e nonviolenta contro l'oppressione personale, contro l'emarginazione sociale, contro l'istigazione al pregiudizio e all'odio.
Mirella Izzo

Genova 18 maggio 2007
testo revisionato il 20 maggio 2007



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