Monica
Romano
Come
è noto ormai a molti, la mia avventura in Crisalide è
iniziata cinque anni fa.
Ho
sempre immaginato e descritto quest’associazione come un faro
della consapevolezza in grado di indicare strade alternative, spesso
mai battute, a tutti coloro che sono penalizzati ed oppressi dalla concezione
binaria dei generi, che si fa cultura dominante e norma nella società
in cui viviamo.
Per
me almeno, Crisalide è stato questo.
Ho dato a quest’associazione, ma ho anche ricevuto moltissimo
in cambio, difficile quantificare quanto.
So che cinque anni fa, quando camminavo per strada, guardavo basso.
E di certo so che se oggi cammino a testa alta, fiera del mio essere
una donna transgender visibile, lo devo a Crisalide.
Con questo credo di avervi detto tutto e di non dover aggiungere altro
su quanto amo e credo in quest’associazione.
Sette
anni di militanza (due in Arcitrans e cinque in Crisalide) sono tanti,
soprattutto se intensi e ricchi di compiti operativi come quelli necessari
alla gestione di una sede locale.
A questo punto del mio attivismo, lo confesso, sarei stata ben contenta
di fare un passo indietro, accettando magari una carica onoraria, ed
osservare il lavoro delle “nuove leve”, dando loro il mio
supporto in caso di necessità. Questo se le cose in Crisalide
fossero andate per il meglio.
L’ultimo
anno e mezzo è stato invece davvero duro per l’associazione
e credo ne abbiate un’idea.
Fino a due anni fa, Crisalide aveva una sede nazionale nel genovese,
una sede distaccata a Milano, gruppi di auto mutuo-aiuto in Lombardia,
Liguria e Toscana, referenti in Emilia Romagna, Lazio, Marche, Abruzzo
e Sicilia. Vantava il sito internet più completo ed aggiornato
sulle tematiche T* in Italia ed il primato nella produzione di contributi
in ambito politico e culturale.
Di
tutto questo, oggi, è rimasta solo la sede milanese.
Il direttivo nazionale dell’associazione è imploso, il
sito abbandonato, le sedi ed i referenti inattivi (causa la mancanza
di un coordinamento centrale)
Queste gravissime carenze, in particolare negli ultimi mesi, mi hanno
portato a temere seriamente, ed in più occasioni, che Crisalide
potesse finire, o, più esattamente, suicidarsi.
Non voglio soffermarmi sulle responsabilità di una disfatta che
ha portato Crisalide ad essere il fantasma di se stessa. Ritengo che
ciascun socio abbia a disposizione gli strumenti per avere un’idea
chiara rispetto alle responsabilità. Io credo che più
che le parole, le ipotesi, le congetture, le illazioni e le accuse (velate
o palesi, poco importa), siano i fatti a contare davvero.
E, attenendomi esclusivamente ai fatti, devo dire che, in questo difficile
periodo, quella milanese è stata l’unica realtà
che ha saputo sopravvivere e crescere, forte dei cinque anni della sua
storia e di un gruppo di volontari che ho il piacere di coordinare.
Un gruppo sufficientemente forte ed autonomo da continuare il suo lavoro
malgrado la mancanza di un vero punto di riferimento dell’associazione
a livello nazionale.
Con ben nove volontari attivi, una linea nazionale di counseling telefonico,
due gruppi di auto mutuo aiuto, attività costanti di divulgazione
e sensibilizzazione della pubblica opinione sulla tematica T*, supporto
alle donne T* che si prostituiscono sul territorio grazie al lavoro
delle unità di strada ed un centro di documentazione, il gruppo
milanese ha, a mio avviso, dimostrato di saper lavorare come si dovrebbe
per una onlus.
Poche chiacchere, nessun proclama fine a se stesso, solo lavoro.
E’
partendo da questo presupposto che, a Milano, abbiamo convenuto che
essendo un gruppo già attivo, affiatato e facilitato nel proprio
lavoro dalla vicinanza territoriale, potremmo essere quel direttivo
forte di cui l’associazione, in questo difficile momento, ha assoluto
bisogno. Questa convinzione ci ha spinto a candidarci in sette e ad
elaborare e sottoscrivere un documento congressuale, programmatico,
nel quale abbiamo cercato di dare un’idea il più possibile
chiara di quello che dovrebbe essere il lavoro futuro secondo noi.
Chiediamo la fiducia dei soci non a scatola chiusa quindi, ma sulla
base di un programma che, se votato dalla maggioranza dei soci, saremo
tenuti ad attuare, nonchè di curricula che documentano in modo
sintetico il nostro lavoro passato.
E’
dunque in questa prospettiva che ripropongo oggi la mia candidatura
per il futuro direttivo e, questa volta, anche per la presidenza nazionale:
voglio fare quanto mi è possibile, avvalendomi del supporto dei
volontari milanesi, affinchè l’associazione sopravviva
e possa tornare ad essere il punto di riferimento che ho descritto poc’anzi.
Intendo mettere a disposizione del neodirettivo la mia risorsa più
significativa: l’esperienza. Sono infatti la candidata più
“anziana” in termini di militanza, e soprattutto l’unica
che ha avuto il piacere di lavorare nel primo direttivo dell’associazione,
quello dei suoi fondatori. Ritengo quindi di avere quelle caratteristiche
che possono garantire la continuità del lavoro futuro con quello
passato; una continuità a mio avviso necessaria in un momento
di generale disorientamento di Crisalide e dei suoi militanti.
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Daniele
Brattoli
Sono
entrato in Crisalide 3 anni fa circa, con la convinzione di aver bisogno
solo di un corpo da costruirmi in cui potermi riconoscere ed esprimere.
Ben presto scoprii che ciò do cui avevo bisogno non era solo
un corpo, ma una dignità, un orgoglio, un percorso di vita. Capii
che ciò che mi proponeva la società, erano qualcosa di
troppo stretto e coercitivo.
Dentro Crisalide ho avuto la possibilità di creare tutto ciò
di cui avevo bisogno per potermi esprimere e poter crescere come persona
transgender.
La contingente necessità di dare alternative, spazi e possibilità
alle persone, mi spinge ad aumentare il mio impegno con Crisalide anche
a livello nazionale per poter continuare il lavoro iniziato anni fa.
L’impegno è quello di fornire le migliori opportunità
che passino dalla possibilità di compiere una transizione con
specialisti, quali medici, psichiatri, avvocati, che non approfittino
di uno stato di bisogno in cui la persona T si trova, ma che permettano
garantire una serenità così che, le persone, possano incanalare
le loro energie su altri fronti e non sulla ricerca disperata di qualcuno
che non li inganni.
E’ un impegno culturale, che permetta di sdoganare il concetto
di binarietà di genere in cui ci troviamo incastrati.
Impegno politico, strumento con cui porteremo avanti la lotta per le
nostre istanze e i nostri diritti troppo spesso dimenticati o peggio
non riconosciuti e tutelati.
Impegno molto sentito sul versante della divulgazione; sempre più
forte e costante sarà la presenza di Crisalide nelle varie realtà
che ci circondano, sia all’intero della comunità glbt sia
al di fuori. Con dibattiti, proiezioni video, incontri nelle scuole,
sempre di più la realtà T deve uscire dallo stereotipo
in cui è da troppo tempo imprigionata e iniziare a parlare di
sé.
Coltivare con sempre più attenzione e costanza quegli strumenti
che accompagnano le persone nella formazione del loro percorso, nella
loro rielaborazione e nella costruzione della loro identità personale:
i gruppi di auto mutuo aiuto, gruppi cultura, gruppi partner; sono strumenti
preziosi per le persone che cercano un confronto alternativo e alla
pari per poter rielaborare tutti quegli stereotipi su cui siamo cresciuti
e in cui poi ci collocano.Strumenti indispensabili e preziosissimi per
poter creare alternative e scelte.
Mi candido per questo direttivo accanto ad un gruppo di lavoro con cui
già da tempo lavoro per la sede di Milano, con cui alacremente
portiamo avanti un lavoro che richiama tutti i punti succitati. Gruppo
di lavoro collaudato e fortemente autonomo nel suo lavoro. Un gruppo
costituito da persone eterogenee sia per le competenze che per l’esperienze
fatte, un gruppo che, sono convinto abbia grandi spazi di crescita.
Vorrei concludere sottolineando quale sia il valore che più di
tutti mi spinge a lavorare per le persone T portandovi una parte del
testo di un libro.
Il Piccolo principe, nel suo viaggio di scoperta incontra una volpe
la quale gli disse:
“Va a rivedere le rose, capirai che la tua è unica al mondo”.
Il Piccolo principe se ne andò a rivedere le rose e disse:
“Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete
ancora niente. Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato
nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale
a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed è ora per me
unica al mondo.
Voi siete belle ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente
un qualunque passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma le,
lei sola, è più importante di tutte voi, perché
è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho messo
sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparato
con paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché
è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche
volta tacere. Perché è la mia rosa”.
Il piccolo principe torno dalla volpe la quale gli svelerà un
segreto.
“L’essenziale è invisibile agli occhi. E’ il
tempo che tu hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così
importante. Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu
non devi dimenticarla. Tu diventi responsabile per sempre di quello
che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa”.
Questo
è il messaggio con cui vorrei che ogni persona T vivesse. L’
idea che quello di cui abbiamo bisogno noi, dobbiamo coltivarlo noi;
ognuno di noi è responsabile per la sua rosa. Le lotte, le conquiste,
gli spazi, devono essere ricercati da ognuno di noi. Il diritto ad esserci
nel mondo, ad avere uno spazio nel mondo non può essere una concessione,
ma è qualcosa che legittimamente ci spetta e di cui piano piano
ci stiamo appropriando.
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Antonia
Monopoli
Il
suo primo contatto con la realtà associativa T* risale al 2001
presso il circolo culturale Arcitrans “La fenice” di Milano,
in occasione di una raccolta fondi a favore di Anlaids onlus.
L’anno successivo, in occasione di una seconda raccolta fondi
per Anlaids, entra in contatto con la neofondata sede milanese di Crisalide
Azione Trans Onlus, divenendone subito militante.
Dopo
aver seguito un corso di formazione in counseling telefonico c/o il
CIG Arcigay di Milano, lavora come operatrice della “Linea amica
trans”, servizio di primo ascolto e supporto rivolto a persone
T* sul il territorio nazionale, divenendone successivamente responsabile
Nello stesso periodo segue un corso per mediatrici culturali c/o la
Caritas di Milano, per poi impegnarsi attivamente in un progetto di
supporto alle donne T* che si prostituiscono sul territorio lombardo
in collaborazione con Ala Milano onlus.
Nel
2005 svolge un tirocinio in qualità di educatrice pari per utenza
T* con mansioni di accoglienza, accompagnamento e gestione appuntamenti
c/o Centro sterilità dell’Ospedale Niguarda. Nello stesso
periodo svolge un tirocinio in qualità di educatrice pari con
partecipazione all’equipe di lavoro ed alle uscite c/o Unità
Mobile “Via del campo” di Ala Milano Onlus.
Dal
2005 a oggi è da ricordare anche il suo impegno sul piano rappresentativo
delle personeT*, volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica
sulla tematica, interviste rilasciate a giornali e privati,interventi
ad interni ed esterni alla realtà transessuale per la promozione
del videodocumentario “Crisalidi”.
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Rebecca
Trespi
Ho
iniziato il mio percorso come attivista in Agedo (associazione genitori
parenti ed amici di persone omosessuali), partecipando alla formazione
di un gruppo “giovani” che potesse raggruppare al suo interno
ragazzi e ragazze minorenni per dare una possibilità di confronto
e dialogo senza discriminazioni. Con Agedo e il gruppo giovani siamo
riusciti a creare un “laboratorio” dove portare le nostre
emozioni, tramite dei “giochi” in cui abbiamo portato il
nostro vissuto, raccontandoci senza censure e senza paure. Nei due anni
di lavoro con Agedo ho partecipato a due interviste una per la tv, e
una per una tesi su “omosessualità e famiglia”, portando
la mia esperienza di vita. Con il tempo ho maturato anche la voglia
di “rispondere” a domande sulla mia identità e mi
sono avvicinata a Crisalide, prima come partecipante ai gruppi AMA,
ora come volontaria.
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Jonathan
Barbieri
La
mia esperienza nel volontariato GLBT è iniziata nel 2005 quando
sono diventato vicepresidente del neonato Comitato Provinciale Arcigay
di Piacenza, dove ho portato il mio contributo come organizzatore di
eventi culturali in primis.
Mi sono avvicinato a Crisalide come utente dei gruppi Ama nel 2006,
e sono diventato volontario nel maggio di quest’anno.
Autonomamente ho avviato nel 2006 il sito dragking.info e ho collaborato
con alcune riviste per articoli a tematica drag e transgender.
Nel 2007 ho avviato un progetto ’DOTR’ (Drag on the road)
con una ragazza T, uno spettacolo portato in scena sulle strade milanesi
che ha ricevuto molti commenti positivi e a tutt’ora si rivela
molto promettente.
Nel settembre del 2007 assieme a Julius Kaiser dei ‘Kings of Rome’
ho collaborato alla realizzazione del quadro vivente ‘L’obsolescenza
del genere’ , che ha debuttato alle notti bianche di Roma al Gay
Village e verrà riproposto presto in molti altri eventi su tutto
il territorio nazionale.
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PRIMI NON ELETTI
Gabriele
Belli
Prima di cambiare
il mondo, devi capire che ne fai parte anche tu: non puoi restare ai
margini e guardare dentro. The Dreamers
Mi
sono avvicinato da pochi mesi a questa realtà associativa e i
sentimenti che mi hanno accompagnato fin da subito sono stati molto
forti, anche se talvolta, ho avuto il timore di non essere all’altezza
di perseguire in maniera costruttiva una causa comune. Riflettendo bene
sui motivi di una mia possibile candidatura al nuovo direttivo, ritrovo
in ogni pensiero la spinta interiore che prevale su qualunque indecisione:
la gratitudine verso coloro che prima di me hanno costruito qualcosa
di solido ed esemplificativo, e il desiderio di farne parte non solo
come utente, ma per poter dare “la mia impronta” e se possibile
un valore aggiunto al già costruito. Mi presento oggi con un
esperienza giovane di volontario e nonostante l’umiltà
di non essere pronto a comunicare concretamente un percorso di idee,
ho la volontà di affermare, che al di là di qualunque
stato d’animo si possa gestire e rendere un punto di forza gli
aspetti umani, anche quando essi coincidono con le nostre debolezze.
Forse un sogno o solo un’ambizione, la motivazione personale è
offrire me stesso per una lotta al fianco di persone che ho avuto modo
di conoscere e stimare, pienamente consapevole dell’accettazione
delle responsabilità che questo passo comporta.
Promettere a me stesso di dare il 300% nonostante le difficoltà,
le incertezze e le critiche e di impegnarmi a farlo con l’Amore
nel cuore.
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Milena
Argento
Entrata
in associazione nel settembre 2005, ha dapprima partecipato come utente
nei gruppi AMA. Iniziando a stabilire vari rapporti con persone impegnate
attivamente, ha cominciato ad osservare più da vicino le modalità
di lavoro, fino ad arrivare come spettatrice delle riunioni dei volontari.
Portando il suo contributo nella manifestazione al Consolato Portoghese
nella manifestazione a favore della causa di Gisberta, ha iniziato,
anzi aveva già iniziato, ad aiutare l’associazione, tramite
il servizio di comunicazione SMS. Partecipe ad altre manifestazioni
solidaristiche, da settembre 2007 si occupa del CDC (centro di documentazione).
Inoltre, risulta impegnata in un’attività multidisiplinare
con l’aiuto di altre associazioni, con lo scopo di portare una
teorizzazione del translesbismo e una migliore integrazione delle persone
trans nella comunità lgbt.
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