Jameson
Green è uno scrittore, pubblico oratore nonchè difensore dei diritti
civili delle persone T* internazionalmente rispettato.
Fa parte del consiglio dell'IFGE e del Gender Education and Advocacy
(GEA), ed è stato il passato presidente di FTM International. Vive nella
Bay Area di S.Francisco, dove è nato nel 1948.
© by I.F.G.E 2001
Articolo tradotto e pubblicato per gentile concessione dei detentori
del Copyright.
Pubblicato su Transgender
Tapestry spring 2001 #93.
traduzione dall'inglese:
Matteo Manetti
...
Credo che l'autoandrofilia sia un fattore nell'eziologia del transessualismo
FTM? Forse, per alcuni uomini trans.
So che molti trans si vedono uomini prima della transizione, quando fanno
l'amore con donne. Ma questa visione di se stessi costituisce sempre una
spinta erotica? Non penso.
Per la maggior parte degli uomini trans con cui ho parlato, la più importante
motivazione era una spinta per una conferma esteriore del loro interno
Sé conosciuto.
So perfettamente che molti trans sperimentano stimolazioni erotiche osservando
i loro propri corpi in transizione; ma credo che questa sia - su larga
scala - una risposta indotta dal testosterone.
Conosco molti ragazzi - incluso me stesso - che a volte si eccitano quando
lavorano in palestra. Non credo però che questo fenomeno sia solo confinato
ai trans.
In qualche modo penso che esistano uomini non trans che possano eccitarsi
apprezzando i loro corpi esprimere virilità.
Credo che la fusione di desiderio erotico, autostima e piacere fisico
sia altamente complessa, e per ora abbiamo solo sfiorato la superficie
di tale complessità. Ricordate Natalie Wood cantare "I feel pretty" ("Mi
sento carina", n.d.t.) in West Side Story?
Anche le donne genetiche apprezzano se stesse, e possono trascorrere molto
tempo di fronte allo specchio a compiacersi per il loro aspetto, e chi
può dire se qualcuna di loro non si ritrova eccitata all'idea del proprio
corpo?
Mi azzardo a dire che nessuno ha mai studiato tutto ciò nelle donne non
trans.
Aggiungerei inoltre che questo desiderio potrebbe essere visto come salutare.
Perchè nella maggior parte dei "disordini" psicologici, la disfunzione
è una manifestazione di eccessivo comportamento, e le persone che si impegnano
in livelli dello stesso comportamento che non urtino le loro relazioni
sociali non sono valutate come "disfunzionali".
Cambiare sesso è visto come una rottura dell'ordine precostituito, perciò
diventa necessariamente la manifestazione di una disfunzione... Quelli
di noi che hanno lavorato sodo per rimuovere lo stigma dalla differenza
di genere e dal transessualismo non devono negare né il potere del desiderio
erotico né la paura di esso che chiede insistentemente la sua stessa distruzione.
Dobbiamo riconoscere tutte le componenti del comportamento umano e lavorare
per la piena accettazione dell'umanità in tutta la sua complessità.
Se isoliamo l'autoginefilia o l'autoandrofilia come fenomeni propri soltanto
del mondo T*, ci ri-vittimizziamo, perpetuando l'invalidamento di cui
la maggior parte di noi ha avuto esperienza per molta della sua vita.
Se dobbiamo parlare della mistura esplosiva di genere e desiderio, dobbiamo
riconoscere che questo non è terreno esclusivo delle persone transessuali.
Questo aiuterà a mettere il tutto nella giusta prospettiva, ed a ridurre
la riduzione a "patologia" che noi tanto, logicamente, temiamo.
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