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Sent: Saturday, October 29, 2005 3:30 PM
Subject: Re: Tutti in Pacs il 26 novembre
Caro Sergio, care e cari tutti gli aderenti e non alla manifestazione del 26, ribadendo ed allargando a tutti i firmatari (da noi raggiungibili) del documento che presenta la Manifestazione e non volendo - per amor di unità - raccontare le nostre ragioni con comunicati stampa esterni al movimento stesso, ci tocca però (ri)spiegare le ragioni del nostro no alla proposta di manifestazione per come è stata concepita.
Altrimenti la nostra non adesione passerebbe per pura ignavia per troppe persone e associazioni a cui "vogliamo bene" e con cui vogliamo continuare a lavorare sui progetti che condividiamo. Ma entriamo nel merito.
La manifestazione del 26 sarà la terza manifestazione nazionale che coinvolge tutto il movimento GLBT e parti della società laica sul tema dei PACS e (ma dopo) dei diritti civili (non meglio specificati): Il kiss2pacs dell'anno scorso, il Pride Nazionale di quest'anno ed ora la terza manifestazione preparata per il 26 pv.
Se esiste oggi un dibattito aperto in Italia sui Pacs è perché il movimento GLBT (noi compresi ) ha inviato mesi fa a tutti i candidati delle Primarie dell'Unione una piattaforma rivendicativa minima di diritti civili sui quali pronunciarsi.
La piattaforma, oltre alla richiesta dei PACS, conteneva:
- Una legge antidiscriminazione includenti gay, lesbiche e trans (orientamento sessuale e identità di genere)
- Una legge sul diritto d'asilo per le persone omosessuali e/o transessuali provenienti da paesi in cui tali condizioni sono perseguite dalla legge o sottoposte a violenze ed omicidi perpetuati con la "benedizione" delle forze di polizia
- Una revisione drastica della legge sulla procreazione assistita
- Una revisione della legge "sul cambiamento di sesso" (legge 164/82) affinché anche in Italia, come nel Regno Unito e presto in Spagna e in Germania, anche le persone non degenitalizzate (operate ai genitali) abbiano documenti (tutti i documenti) conformi all'identità di genere vissuta - la riapertura delle Commissioni ministeriali su orientamento sessuale e su identità di genere
- il diritto alla salute e una maggiore attenzione alle politiche contro le mts e l'Aids in particolare.
Questa piattaforma, questa "primavera dei diritti" era per noi (così credevamo) un comune minimo denominatore inscindibile.. eppure.... Ebbene tutti i candidati (ad ecezione di Mastella e alcune perplessità superabili di Rutelli) hanno risposto alla nostra "piattaforma" della "primavera dei diritti" confermato che i Pacs faranno parte del programma di governo se l'Unione vincerà le elezioni. Hanno però taciuto completamente su tutti gli ALTRI punti qualificanti della nostra piattaforma.
Unico a pronunciarsi favorevolmente su tutti i punti è stato l'on. Fausto Bertinotti. Davvero un po' poco per sentirsi al sicuro per una"primavera" di cui tutti vorremmo godere.
Allo stato di fatto attuale noi di Crisalide AzioneTrans ci siamo chiesti, abbiamo chiesto e ci chiediamo ancora perché organizzare una manifestazione per i diritti civili che usi come cavallo di battaglia l'unico tema su cui - almeno il Centro Sinistra - si è già pronunciato a grande maggioranza e favorevolmente.
A nostro parere, se manifestazione era da fare, essa era da impostare prioritariamente sui punti "dimenticati" dai vari leader rispetto al nostro documento, magari includendone altri, non citati, dimenticati per la fretta.
Diciamolo: è strano che si propone un documento con una serie di punti e TUTTI rispondano solo alla questione PACS.
Come è stato possibile? Vogliamo immaginare che il "canale politico" per Prodi, Pecoraro, Di Pietro possa essere stato l'on. Grillini e per Rifondazione l'on. De Simone? Se fosse ciò vero, potrebbe esserci una relazione sul fatto che solo Bertinotti ha risposto alla richiesta di DIRITTI CIVILI e non sui PACS E BASTA? Potrebbe essere vero che come ha dichiarato in un intervista lo stesso Grillini, l'obbiettivo della sua vita (politica) è portare in Italia i PACS? A qualsiasi prezzo?
Una lettera è una lettera. Una piattaforma rivendicativa è una lettera. C'è poi il modo di accompagnarla che conta a volte più delle parole stesse. Se siamo noi per primi a mettere tanti punti ma evidenziandone solo uno, sarà facile avere risposta solo su quello.
Perché, siamo sinceri, a noi di Crisalide ha stupito molto che neppure Pecoraro Scanio abbia speso una parola sulle altre istanze.
E continua a sembrarci strano.
Si è quindi pervicacemente sostenuto, dopo le nostre valutazioni critiche (che non tutti i destinatari attuali hanno avuto modo di leggere ma che sostanzialmente sono in questa mail ripetute), a mantenere il tono della manifestazione incentrato sui Pacs, con la motivazione che questo tema è oggi all'ordine del giorno nell'agenda politica e che quindi avrà un "effetto trascinamento" sugli altri punti che stanno a cuore alle donne, alle persone transessuali, agli immigrati transessuali da paesi dove gli "squadroni della morte" falcidiano queste nostre sorelle e fratelli.
Caro Sergio, lo sai meglio di me: "l'effetto trascinamento" non esiste. Non è mai esistito. Non gestito in questo modo.
Al Pride nessun media ha parlato di tematiche che stanno a cuore alle persone transessuali, alle lesbiche, alle donne, agli immigrati. Si è parlato solo di Pacs. L'effetto trascinamento non si è visto da nessuna parte.
I media italiani sono notoriamente pigri e con pochissima voglia di approfondire. Sappiamo che dei comunicati stampa vengono lette le prime 5 righe e il resto chissà, sappiamo che i leader dell'Unione hanno taciuto su tutti gli altri punti della nostra piattaforma, pronunciandosi - e favorevolmente - sui pacs E BASTA e noi ritorniamo a manifestare per i pacs in primis?
Nessun Arcigay o Arcilesbica, si è chiesto come mai tutti hanno risposto SOLO sui pacs? Un dubbio?
Alcune mie parole sono state ritenute offensive quando ho ipotizzato che la componente gay e lesbica, con la promessa di incassare i pacs, si stesse distraendo dalle richieste che stanno più a cuore alla minoranza transgender e transessuale del movimento.
Una legge antidiscriminazione sul lavoro tocca molto più intensamente le persone transessuali che non le persone omosessuali. La questione del diritto d'asilo tocca in modo preponderante le transessuali immigrate costrette alla prostituzione provenienti da paesi sudamericani, dove le attendono gli squadroni della morte.
Come vedi non faccio neppure cenno all'unica richiesta specificatamente "nostra" della revisione della legge 164, pur indispensabile per garantire la privacy e il diritto all'autodeterminazione delle persone transgender.
E' tutto il "pacco" che si relega in un angolo in nome dei Pacs.
Sia chiaro i pacs interessano tutti, anche noi transgender e ci teniamo.
Ma crediamo che se in una battaglia politica si propongono 10 punti e si ha risposta positiva solo per uno, la priorità è chiedere ragione del silenzio sugli altri NOVE punti.
Se l'Unione vincerà, i Pacs saranno forse l'unica fra le nostre richieste ad essere messe in agenda e non dimenticate presso qualche commissione parlamentare per tutta la legislatura.
Questa manifestazione è impostata nel modo in cui i diritti del più "forte", i diritti più facili prevalgono su quelli dei più deboli, più difficili.
E sinceramente, come ho già detto, poco importa se a fine manifestazione, quando i Telegiornali staranno già montando i loro servizi, i giornalisti staranno scrivendo i loro pezzi e quando metà della folla sarà andata via per far ritorno a casa, si darà la parola agli "altri diritti civili", il resto della "primavera" di cui vorremmo godere tutti e tutte come un blocco inscindibile, non sindacabile. Così, ci rendiamo conto, non sarà. Abbiamo atteso, dopo le nostre critiche, di vedere aprirsi un dibattito, di vedere se qualcosa sarebbe cambiato nell'impostazione della manifestazione.
Così non è stato.
Così non si è voluto che fosse.
Per quanto ci riguarda siamo pronti a dare tutto il nostro appoggio su tutti i punti della "piattaforma" della "primavera dei diritti" che avete scritto voi per primi e noi per secondi sui quali nessuno si è ancora pronunciato (tranne, come già detto, Bertinotti) e ovviamente ribadendo anche la posizione sui Pacs.
Ma non verremo a fare un carosello dove la nostra componente e i diritti che reclama a gran voce sono relegati nelle postille dei comunicati stampa.
Perché diciamolo chiaramente: nei numeri rappresentiamo forse l'1% del movimento ma la qualità di vita a noi riservata, lo stigma sociale, l'emarginazione dal lavoro incide 90 volte di più nelle nostre vite, che non nelle vite di gay e lesbiche (non parliamo poi se siamo sia trans sia gay o lesbiche visibili).
Per questi motivi, con immenso dispiacere, dopo animata discussione interna, alla fine non ci sentiamo di esserci alla manifestazione proposta.
Non ci sentiamo di firmare un documento che ci ributta nell'1% senza valutare il (de)grado della qualità di vita che ci è concessa.
Lietissimi di rientrare in un gioco comune nel momento in cui saremo capaci di considerare UNA SOLA RICHIESTA tutta la piattaforma della "primavera dei diritti civili", magari allargandola ancora a qualche diritto negato che certamente esiste e abbiamo dimenticato, perché se noi siamo l'1% ma organizzato, ci sarà anche uno 0.5 non organizzato di cui ci siamo dimenticati (a memoria mi vengono in mente le persone intersessuate obbligate ad una riattribuzione chirurgica "a caso" nei primi mesi della loro vita, ad esempio... Per loro una legge che garantisca l'intervento solo quando avranno sviluppato la loro vera identità di genere, non sarebbe una legge giusta, anche se in Italia non sono organizzati?)
Saremo lietissimi quando questo momento di riaffermazione della libertà civile e della pluralità della cultura e del pensiero indicato a termine della presentazione della manifestazione diventerà patrimonio comune e da "momento" ci sarà la volontà di passare a "movimento" e quando "pluralità" non vorrà dire "passa chi ci riesce" ma "tutti per uno, uno per tutti".
O per dirla più breve: davvero LGBTQI (Lesbiche, Gay, Bisex, Transgender, Queer, Intersessuati).
Ci teniamo a dirlo. Non vogliamo "dividere" il movimento (non ne avremmo le forze), ma vogliamo che cresca e che non vi siano più sacrificati o sacrificabili per un obbiettivo rispetto ad un altro.
Nella "primavera dei diritti", ogni richiesta, quando abbiamo contribuito a scriverla, era per noi di pari importanza.
E se ci trovassimo di fronte a risposte del tipo: "questo diritto si" e "questo diritto no" dovrà essere solo perché i politici rifiutano e non perché già noi abbiamo fatto la nostra scaletta di valori e di importanza!
X Crisalide AzioneTrans onlus
Mirella Izzo Presidente