La notizia sembra scaturire, di nuovo, da uno di quegli articoli di cronaca nero/rosa: un' altra Trans uccisa! Come a dire: "per fortuna non hanno ammazzato una persona". Non possiamo più tollerare che il brutale assassinio di una ragazza, diventi una notizia da rotocalco, facendo scempio della sua vita privata, e anche della sua morte. Emanuela, per gli amici Manuela - questo l’unico nome sui suoi documenti - è in credito con tutti e tutte noi, con uno Stato che non ha saputo difenderla, da leggi che non hanno saputo tutelarla nel suo percorso di transizione, disposta a vendere il suo corpo (un rene) per veder realizzato quello che non dovrebbe essere un sogno, ma una realtà dovuta, come dovuto doveva essere il rispetto nei confronti di qualsiasi altra ragazza. Manuela era a tutti gli effetti di legge una donna: l'intervento di rettificazione sessuale le aveva dato questa opportunità grazie alla pur vecchia legge 164/82. Non ci sono esserci scusanti nei confronti di articoli apparsi su alcuni giornali in cui si parla del suo omicidio chiamandola “il trans” e persino rivelando un nome (maschile) che non era più parte della sua vita e dei suoi documenti da anni e che la legge prevede debba essere ben protetto dalla sua diffusione pubblica. Un nome inutile per la cronaca ma perfetto per sfregiarne il ricordo quasi a voler dire che neppure la legge scritta nei pochissimi diritti che ci concede, debba avere valore per noi. Infrangerla, se il soggetto è una donna ex transessuale, sembra quasi essere un “dovere di cronaca”, quando invece è reato. Non siamo piu disposti a tollerare altri odiosi scempi, ignoranza da parte dei media su tali argomenti, ricorreremo alla denuncia pubblica, al garante della privacy ed a quello delle telecomunicazioni e vi sarà un’ interrogazione parlamentare che chiederà ragione almeno di quei pochi diritti sanciti di legge. Chiediamo a tutte quelle persone che si ritengono offese, dalla assoluta mancanza di rispetto di una persona morta ammazzata, di unirsi a noi nella difesa della vita e della morte di tutte quelle persone che sono considerate "non persone", chiediamo che ogni frase ed ogni gesto discriminatorio e lesivo della dignità delle persone con diverso orientamento sessuale e identità di genere, siano finalmente puniti. Nel più ignobile silenzio ad un assassinio fisico, si consente il perpetuarsi dell’accanimento su cadaveri ancora caldi, infangandone non tanto il ricordo, quanto la verità legittima e legale. Genova 24 aprile 2007 |