tel: 392-6845584 COMUNICATO STAMPA: «uscire una volta per tutte dalla melassa indistinta del politicamente corretto, dei casi pietosi, dei diritti dei singoli. E' tempo di scelte: ognuno le faccia e se ne assuma la responsabilità storica». Bene. Finalmente. Questo messaggio della CEI deve essere propagandato con ogni mezzo dal movimento GLBT in primis ma anche da chiunque creda che “politicamente corretto” non sia una schifezza, ma l'attuazione di una politica comprensiva delle diversità e dei diritti di ognuno. In una sola frase la CEI spazza via concetti quali la democrazia, il rispetto dei singoli (spesso i più deboli) e descrive come “melassa” tutto ciò che rappresenta la complessità della realtà umana che non è minimamente capace di decifrare. La melassa in realtà è nelle menti di chi non vuole neppure prendere atto della realtà: le coppie di fatto esistono, gli omosessuali esistono, i transessuali esistono e, almeno le seconde due categorie pare proprio che – dai più recenti studi genetici – siano “previste” dal loro stesso Dio. E' cervello in melassa sostenere un nesso fra semplici diritti di convivenza civile che uno Stato ha il dovere di regolare, con la minaccia al matrimonio. E' tempo di scelte e la CEI la sua l'ha fatta: il ritorno al Medio Evo, alla prepotenza ecclesiastica, al desiderio di potere non più sulle anime (consenzienti, si spera), ma sulle leggi degli stati sovrani. Ma alla CEI non basta neppure arrogarsi il diritto all'interferenza. Sente il bisogno di farlo offendendo sia le persone interessate al problema, sia il senso stesso di Stato laico. La Chiesa ha vissuto e si è nutrita dei “casi pietosi” che potevano aumentare il suo “gregge” per 2000 anni. La “pietas” è termine che Gesù ha fatto diventare stile di vita, strada maestra. E se oggi la CEI sostiene contemporaneamente a gran voce l'esclusione della pietas per le persone omosessuali e transessuali, mentre la propaganda per tutti gli esseri umani della terra (ancora recentemente il papa in Germania), la conclusione a cui si può giungere è solo una: noi per costoro non siamo esseri umani e non dobbiamo godere né del diritto né della “pietas” che accoglie e comprende e non offende ed esclude. Bentornato Medio Evo. Genova 14 settembre 2005 Mirella Izzo Presidente Crisalide AzioneTrans onlus |