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– infoline: 320-8748419 COMUNICATO
STAMPA - RIFLESSIONI SUL REATO DI PROSTITUZIONE Il
Ministro Maroni ha invitato pubblicamente
alla riflessione riguardo il reato di “adescamento”,
quindi di prostituzione. Nella speranza che l’invito non fosse
esclusivamente rivolto ai Parlamentari, ci permettiamo alcune riflessioni
che sottoponiamo al Ministro ed a chiunque dovrà assumersi responsabilità
in merito all’argomento. Come è noto,
la prostituzione – specie quella “in strada” – è formata da donne in
gran parte extracomunitarie e sotto trafficking
e da persone transessuali, anch’esse spesso extracomunitarie e sotto
trafficking (fatto che si vuol rendere poco noto per affermare
l’immagine della “trans” che “batte” perché
le piace farlo), ma con una più alta percentuale anche di italiane. Come
responsabili nazionali di AzioneTrans, la nostra
competenza è più specifica per la prostituzione transessuale e su questa
ci permetteremo alcune considerazioni più approfondite, dopo una più
generale sul “reato di prostituzione” in sé. Pensare di mettere nelle
carceri donne che spesso arrivano in Italia attraverso dei veri traffici
di carne e sono costrette a prostituirsi, dovrebbe far ribollire il
sangue ad ogni uomo e donna, di qualunque “colore politico” sia.
Punire le vittime è operazione semplice ma inutile (dove sono tutte
queste carceri femminili? Quanti giudici e processi?) ed ha il sapore
pesante della beffa. Per
quanto riguarda la prostituzione transessuale - spesso la più biasimata
dalla gente e dai media - per quanto riguarda le extracomunitarie valgono
le stesse considerazioni fatte per le donne sotto trafficking. Per
le “trans” cittadine italiane che si prostituiscono, crediamo
di poter dire senza tema di smentita, che considerarle criminali in
uno Stato che non ha mai applicato le Direttive Europee e le pronunce
della Corte di Giustizia Europea che, in modo esplicito, stabiliscono
l’obbligo di applicazione delle norme sulle pari opportunità fra i sessi, anche per chi intenda o sia nel
percorso di transizione da un sesso all’altro, rappresenti un vero accanimento
anti umanitario, ai limiti della violazione della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani. Invitiamo
il Ministro Maroni e tutte le forze politiche
del parlamento a riflettere sull’incredibile ingiustizia che comporterebbe
punire chi si prostituisce perché non ha una chance di trovare lavoro.
Potremmo elencare centinaia di casi di transessuali che, superati i
primi test in Aziende che cercavano personale, sono
poi state respinte perché con documenti “non in regola” (con
cosa? In realtà sono perfettamente in regola secondo le leggi italiane) o “perché si vede” anche
se già rettificate all’anagrafe. Se
prima non si mettono in atto tutte quelle disposizioni
che obbligano alle pari opportunità anche per le persone transessuali,
se non si combatte contro uno stigma sociale ingiustificato dai fatti
(la transessualità non produce alcun danno alla comunità), se
non si provvede a dare documenti adeguati anche a chi non possa o intenda
sottoporsi ad una chirurgia “pesante”, se insomma, da una parte lo Stato
induce alla prostituzione proprie cittadine e dall’altra le punisce,
si determina un vero sopruso inumano ed ingiusto. Ci
permettiamo di ricordare al Ministro, al Governo tutto, che la richiesta
di AzioneTrans su questi temi, presentata da poco al Comune
di Roma, è stata fatta immediatamente propria dal sindaco, Gianni Alemanno,
importante esponente dei partiti che compongono l’attuale Governo. Attivarsi
contro palesi ingiustizie, evidenti distorsioni di un sistema che rinchiude
proprie cittadine nei ghetti, per la semplice condizione umana che vivono,
non dovrebbe essere né di sinistra né di destra, ma di semplice
buonsenso e umanità. Rifletta
sig. Ministro e riflettano tutti i parlamentari anche su questo, prima
di procedere con norme che servono solo a stigmatizzare
ancora di più, chi è costretta alla prostituzione e a nient’altro. E
per quanto riguarda la regolamentazione della
prostituzione, pur essendo preferibile al reato, resta un “cerotto”
che non interviene nell’unico processo che potrebbe contrastarla. Uno
Stato attivo nel combattere tutte quelle situazioni sociali,
culturali ed economiche, che portano donne e transessuali a vendere
il proprio corpo. Genova
– Roma, 9 giugno 2008 Per
AzioneTrans Mirella
Izzo
Francesca Busdraghi Presidente
Nazionale
Segretaria Nazionale |