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COMUNICATO
STAMPA - RIFLESSIONI SULL'OMICIDIO DI ROBERTA GAVOU
TRANSGENDER BRASILIANA, ASSASSINATA A ROMA, IL 24 NOVEMBRE 2008
A quattro giorni
di distanza dalla celebrazione mondiale del Giorno della Memoria delle
persone transgender uccise per odio o pregiudizio transfobico, arriva
puntualmente la nuova vittima.
Roberta Gavou, di nazionalità brasiliana, è stata trovata
morta in una pozza di sangue nelle strade romane, il 24 u.s.
Non ci sono ancora elementi certi - secondo le forze dell'ordine - che
il macabro omicidio di Roberta sia da imputare ad un fatto di transfobia.
Non pensiamo sia fondamentale appurarlo per ascriverla tra le vittime
della transfobia, fino a che – per le persone transessuali - specie
se extracomunitarie - l'unica strada percorribile in Italia è
proprio la "strada".
Fino a che si vive dentro l'insicurezza personale data dalla condizione
di non riconoscimento di alcun diritto umano: riconoscimento dell'identità
di genere, riconoscimento all'integrazione sociale ed al lavoro. Condizioni
di per sé "transfobiche", a prescindere dalla mano
omicida che ha colpito Roberta, che speriamo venga presto, comunque,
identificata. E' l'inadeguatezza delle leggi italiane a generare la
transfobia.
Sono le stesse leggi (o la loro assenza) ad essere transfobiche. Da
un punto di vista sociale, per noi, ogni transgender che muore in età
giovane, è potenzialmente vittima di transfobia. Che sia omicidio
o suicidio, che siano scelte affettive sbagliate causate dall'isolamento
sociale, che sia l'angoscia da emarginazione sociale che accompagna
intere vite - fenomenale precursore di tante malattie mortali o che
accorciano le aspettative di vita "medie" - che siano altre
cause ancora, noi affermiamo e vorremmo urlare che la verità
non sta dietro ogni singolo episodio di vita.
Fino a che non verrà a cessare questa carenza generale di diritti
che grava sulle persone Transgender, ogni “nostra” morte che avvenga
al di sotto della media nazionale relativa all'aspettativa di vita italiana,
è potenzialmente figlia di una transfobia che è nel DNA
del nostro paese.
A ben poco valgono le eccezioni di successo, quale la vittoria mediatica
di Vladimir Luxuria all'Isola dei Famosi, se poi nelle strade si continua
a morire, se poi l'accesso al lavoro resta negato, se poi il diritto
all'assistenza sanitaria è parziale, se poi il diritto al riconoscimento
del proprio genere sessuale è rifiutato se non si presentano
genitali "conformi" ad un'idea ascientifica di sesso, che
peraltro - in altri casi - non determina di per sé l'appartenenza
naturale ad uno o l'altro sesso (lo stato di intersessualità,
ad esempio).
Se le cose continuano come prima o peggio di prima, allora la vittoria
di Luxuria (con la quale comunque ci congratuliamo) all'Isola dei Famosi,
non rappresenta affatto un progresso della cultura media italiana, ma
solo l'aggravamento della cultura dell'ipocrisia che ammorba da anni
ormai il nostro paese. Un'ipocrisia che premia i vincenti e abbandona
i meno fortunati, in ogni ambito sociale, ma che punisce più
severamente quelle categorie di persone che partono già svantaggiate.
Se le cose continuano come prima, allora Grande Fratello e Isola dei
Famosi, non sono "reality", ma "irreality show",
dove si presenta un'Italia civile che non esiste nella realtà.
Nel frattempo non possiamo far altro che piangere Roberta oggi, come
abbiamo pianto le ragazze irakene sotto plotone di esecuzione e le altre
30 vittime nel mondo, come le centinaia di trans in cerca di lavoro
e disperatamente alle porte della prostituzione, come elemento di sopravvivenza.
Asciugateci le lacrime, però, la battaglia per i diritti civili
resta.
AzioneTrans non ha aderito alla manifestazione contro i provvedimenti
della Carfagna sulla prostituzione, non perché d'accordo con
quelle norme, ma perché non vogliamo equivoci. La nostra battaglia
è per togliere dalla strada le persone transgender e non quella
di lasciare aperto un ghetto obbligato (fatta salva la liberta individuale
di prostituirsi, libertà che esiste solo quando esiste un'alternativa).
La nostra battaglia è per i Diritti Civili.
Genova, 27 novembre
2008
Per AzioneTrans
Mirella Izzo
Presidente Nazionale
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