Sylvia Rivera, che lancia la scarpa sulla polizia facendo scattare la prima rivolta del mondo omosessuale, è una trans. E' il 28 giugno del 1969 a New York, nell'ormai mitico locale di Stonewall. Da allora ogni anno si festeggia la giornata dell'orgoglio gay, lesbico, bisessuale e transessuale. Ma per i trans e le trans sono ancora tempi difficili. Troppo difficili. Per questa ragione, per il sesto anno consecutivo, il 20 novembre è la giornata dedicata al ricordo delle persone transessuali uccise a causa del pregiudizio e dell'intolleranza. «Un vero e proprio genocidio - accusa il Movimento identità transessuale (Mit) - alimentato dalle posizioni della chiesa cattolica, dall'ottusità dei fascisti e dal disinteresse dei cosiddetti democratici». Ogni anno centinaia di trans muoiono, spesso nell'indifferenza generale. L'Italia, tra i tanti tristi primati, conta anche questo: è il secondo paese al mondo dopo gli Usa con la più alta percentuale di omicidi. I dati sono impressionanti. Dal 1990 a oggi le persone transgender assassinate per odio e fobia superano la media di una al mese. Nel 2003, le vittime nel mondo sono 37, nel 2004 sono 58. Si tratta di dati parziali. In molti casi l'uccisione dei e delle transessuali passa sotto silenzio. Non diventa notizia. Così come non diventa notizia la vita che fanno: spesso vengono negati loro i basilari diritti di cittadinanza. soffrono di emarginazione, di discriminazione. A tal punto che oggi si parla di "transfobia": una reazione di paura, disgusto e atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone che hanno una identità di genere cosiddetta "fuori norma".
Da tre anni anche in Italia il 20 novembre è diventato un appuntamento fisso. «Per noi - commenta Porpora Marcasciano, vicepresidente del Mit - è una giornata molto importante. Spesso le e i transessuali sono considerati cittadini di serie b. Non godono degli stessi diritti degli altri, né da vivi, né da morti. In Italia questa realtà è ancora più vera. Mentre negli altri paesi europei si sono fatti importanti passi avanti, questo governo, con la complicità delle gerarchie ecclesiastiche, ci sta portando indietro».
Dopo gli attacchi di Buttiglione e Tremaglia, rincara la dose il cardinal Ratzinger. In un'intervista pubblicata ieri su Repubblica punta l'indice sul mondo di gay, lesbiche, transessuali: «I matrimoni gay - dice - sono una scelta distruttiva per la società. Sono un segno di decadenza». I trans e le trans sono i più colpiti dall'integralismo. In particolare coloro che scelgono di passare dall'identità maschile a quella femminile. Le trans, che con la loro scelta mettono in discussione l'idea del macho, sono spesso infatti oggetto di violenze, di offese. Fino alla morte. Ma sono anche le stesse che molto attirano sessualmente gli uomini occidentali. Come dice Fassbinder in Querelle, film culto della comunità omosessuale e transessuale, spesso gli uomini uccidono quello che amano. La voce è di Jeanne Moreau.
Il governo è contro di loro. La ministra per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, nonostante le mosse demagogiche degli ultimi giorni, dà il suo contributo determinante alla cancellazione dei diritti. Durante il suo mandato sono state annullate le commissioni sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale, privilegiando le politiche rivolte alla famiglia tradizionale.
Il risultato è un clima generale di arretramento, di crescita del pregiudizio. «Da tutta Italia - sottolinea la Marcasciano - arrivano segnalazioni di trans cui viene contestato l'articolo 85 del Codice penale, con l'accusa di "mascheramento". Dagli anni Ottanta non se sentiva quasi più parlare. Adesso sembra ci sia un disegno preciso da parte della polizia». Le forze dell'ordine non sono tenere soprattutto nei confronti delle persone trans migranti. Per loro è ancora più dura. Sono cittadine di serie b due volte. Per loro qualsiasi diritto è negato: a essere quello che sono, ma anche a curarsi. Il diritto alla salute, basilare per tutti, è vitale per coloro che si sottopongono continuamente ad assunzione di ormoni o che sono a rischio aids. La prevenzione diventa un sogno nel cassetto. Le associazioni, però, non ci rinunciano.
Nonostante il quadro che emerge sia drammatico, la determinazione del movimento transessuale italiano infatti non viene meno. Oggi sarà in piazza insieme alle associazioni gay e lesbiche. Molti gli appuntamenti. Stasera a Bologna, organizzato dal Mit con il sostegno di molte sigle, si tiene un sit-in (ore 18 in piazza di Porta Ravegnana). A Genova, Crisalide azione trans e il Coordinamento trans Ftm organizzano una "candle light" (ore 18.30 presso la comunità San Benedetto al Porto). Altre manifestazioni sono previste a Milano, Piacenza, Pisa e Firenze. Tutte gli appuntamenti si possono trovare sul sito "www. crisalide-azionetrans. it".
Angela Azzaro
angela. azzaro@liberazione. it
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