Mountain Biker Transgender dichiara di essere rimasta shoccata per i commenti ricevuti dopo una sua vittoria.
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VANCOUVER (CP) - La mountain biker Michelle Dumaresq ha dichiarato di essere rimasta shoccata dal comportamento antisportivo esibito da una competitrice che ha indossato una T-Shirt che l'insulta al recente campionato canadese. La Dumaresq approva la decisione dell'Associazione Canadese di Ciclismo riguardo la sospensione di tre mesi inflitta a Danika Schroeter, l'atleta che ha indossato la T Shirt. La Dumaresq ha dichiarato: "credo sia stata la mossa giusta. Penso che sia stata l'esposizione di un comportamento antisportivo". "Sono rimasta shoccata dal suo comportamento. Non penso sia stato molto professionale. Penso che chi ha voluto usare una trovata pubblicitaria (come quella) in una gara nazionale non rappresenti il paese". La sospensione potrebbe costare alla Schroeter la partecipazione ai campionati mondiali. La Dumaresq ha vinto il suo terzo titolo di corsa "downhill" durante la competizione del mese scorso a WHistler, finendo appena un secondo prima della Schroeter. |
Una immagine della mountain biker transgender Michelle Dumaresq |
Durante la cerimonia sul podio, la Schroeter ha esposto una maglietta bianca con scritto: "Campionessa Al 100% di Pura Donna". La Schroeter ha successivamente chiesto scusa. "Si è avvicinata a me mercoledì e mi ha chiesto scusa" ha dichiarato la Dumaresq, che si è sottoposta ad intervento di riassegnazione sessuale nel 1996. "L'ho ringraziata per le scuse. Ma ho aggiunto di pensare che il suo gesto è stato di cattivo gusto e che ha provocato molto danno al nostro sport e che ho perso molto del rispetto che avevo per lei. Poi me ne sono andata". La Dumaresq ha dichiarato di non aver guardato con attenzione la maglietta della Schroeter ma di averne capito il significato fondamentale. Ha anche ricevuto gesti di scherno dalla folla durante la cerimonia di premiazione. |
Danika Schroeter, l'atleta che ha indossato la maglietta "100% pura donna" |
"C'era un gruppetto di persone fra il pubblico che erano ovviamente amici della Schroeter, o amici del suo ragazzo, che urlavano commenti davvero sguaiati, mentre il pubblico in genere era lì" ha aggiunto: "Sono stati davvero molto inappropriati con commenti che a me sembravano malati e di pessimo gusto". Il Comitato Olimpico Internazionale nel 2004 ha deciso di consentire agli atleti transgender di competere alle Olimpiadi. Lo sport del "Downhill" Mountain Bike non è uno sport olimpico, ma l'Unione Internazionale dei Ciclisti e l'Associazione dei ciclisti Canadesi consentono agli atleti transgender di gareggiare nelle competizioni nazionali ed internazionali. Questo fatto non ha fermato il dibattito sul fatto se chi sia nata come uomo possa avvere vantaggi nel competere contro le donne. Kristen Worley, una ciclista e sciatrice marina, anche lei sottopostasi a riassegnazione chirurgica del sesso, ha dichiarato che tale pensiero è un mito. Secondo la Worley il termine corretto da usare per le persone come lei e la Dumaresq è quello di "atlete transizionate". "Le atlete transizionate perdono la capacità di produrre testosterone. Ciò comporta una riduzione della massa muscolare e una riduzione di ossigeno verso i muscoli", ha proseguito la Worley. "Perdiamo in capacità di recupero, perdiamo in capacità di generare forza" ha detto la Worley, che sta programando di competere alle Olimpiadi del 2008 come ciclista. "Non possiamo controllare adeguatamente il nostro peso corporeo". |
Kristen Worley, ciclista transgender che ha dichiarato che le atlete transgender sono svantaggiate rispetto alle donne perché hanno scheletratura maschile e muscolatura femminile |
Dumaresq, 36 anni, pesa quasi 80 kili. Ha dichiarato di avere ancora uno scheletro maschile ma di avere perso il 30% della propria massa muscolare. Situazione che compara con l'avere un grande Autotreno spinto dal motore di una automobile da città. |
Lisa Sher, ex ciclista di Mountain Bike, che ha vinto contro la Dumaresq ma che sostiene che comunque le atlete transgender hanno un vantaggio per avere vissuto per anni come uomini
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