LEGA NORD
10/03/2006

  1. La famiglia dell'Unione è l'anticamera del bordello
  2. Bossi: la famiglia gay è sterile, "Io difendo la famiglia tradizionale" mercoledì 22 marzo 2006 , di La Padania 10/03/2006

 

La famiglia dell'Unione è l'anticamera del bordello
Se c'è una discriminante in grado di marcare differenze nette tra destra e sinistra questa è certamente la famiglia. Per la definizione di famiglia, infatti, la destra non si inventa niente e si affida al modello tradizionale: costituisce quindi una famiglia l'unione tra un uomo e una donna consacrata dal sacramento religioso del matrimonio o, in alternativa, dalla sola stipula di un contratto civile.
08/03/2006 - La Padania - A.Mon.

Roma - Se c'è una discriminante in grado di marcare differenze nette tra destra e sinistra questa è certamente la famiglia. Per la definizione di famiglia, infatti, la destra non si inventa niente e si affida al modello tradizionale: costituisce quindi una famiglia l'unione tra un uomo e una donna consacrata dal sacramento religioso del matrimonio o, in alternativa, dalla sola stipula di un contratto civile. Per il centrosinistra, invece, la definizione è assai più complicata e a tuttoggi tremendamente incerta. Già, perchè nel programma sottoscritto da tutti gli alleati che sostengono la candidatura a premier di Romano Prodi, compare un sibillino paragrafo che sembrerebbe ampliare di molto l'attuale recinto. Leggiamo dal libro giallo: «L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi nè il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà».

In pratica godrebbero di tutte le prerogative che le leggi italiane riservano alle famiglie tradizionali anche le coppie di conviventi e le coppie formate da persone dello stesso sesso. Non solo. La spericolata definizione sembra aprire le porte (o quantomeno non le chiude) anche ad altre situazioni, come ad esempio la poligamia. Visto che “criterio qualificante è il sistema di relazioni, la loro stabilità e volontarietà” nulla precluderebbe a un uomo che ha relazioni stabili di convivenza con più donne, a una donna che ha relazioni stabili di convivenza con più uomini, o a uomini e donne che hanno relazioni stabili di convivenza con altri uomini e donne di accedere ai diritti e ai trattamenti oggi riservati alle famiglie. La categoria unica e semplice della famiglia si dilaterebbe così a una gamma infinita e diversissima di situazioni: dalle relazioni gay, alla poligamia e alla poliandria, contemplando pure, si direbbe, la possibilità di una sorta di “comune dell'amore libero” di sessantottina memoria.

Rimane poi da chiedersi quale potrebbe essere il successivo passo del legislatore. Dopo aver creato tanto caos, si manifesterebbe necessariamente una forte esigenza di mettere un po' d'ordine nel sistema e a questo scopo potrebbe obbedire la concessione del matrimonio ai nuclei alternativi più semplici, vale a dire alle unioni di due persone dello stesso sesso. Questo, ovviamente, sarebbe il trampolino di lancio giuridico per la conquista del diritto all'adozione delle coppie gay.

Per quanto realistico, sulla base delle ambigue formulazioni del programma dell'Unione, si tratta pur sempre di ipotesi che pergiunta dovranno passare dal verdetto delle urne. Quello che è certo, invece, è che c'è una parte abbastanza rappresentativa dell'Unione che sulla frantumazione della famiglia sta spendendo tutta se stessa e che per raggiungere lo scopo non disdegna di servirsi di strategie legislative piuttosto improprie per quella che, semmai, dovrebbe essere una grande, anzi enorme, riforma del diritto familiare. «Dopo le marce e le manifestazioni di piazza - scriveva sabato scorso su Avvenire Gianfranco Marcelli - la lobby delle coppie di fatto ha scoperto la “via regionale” ai Pacs. Una strategia che emerge con nettezza dal pugno di proposte di legge, in buona parte “fotocopia”, avanzate per disciplinare le unioni civili equiparandone in larga misura i diritti a quelli delle famiglie ordinarie». Il riferimento è alle proposte di legge depositate negli uffici consiliari del Piemonte, dell'Emilia Romagna, dell'Umbira, della Campania e della Puglia. «I progetti - nota ancora il quotidiano cattolico - differisono sul terreno procedurale solo per un dettaglio: alcuni puntano a far approvare la normativa nel solo ambito territoriale di appartenenza, altri chiedono alle assemblee regionali di votare affinchè la materia sia trasferita al Parlamento centrale, come proposta formale delle Regioni da esaminare ed estendere all'intero Paese».

Si tratterebbe insomma di un'azione a tenaglia, che preme dall'alto, con la forza variabile che nel prossimo Parlamento avrà l'Unione, e dal basso, con il pressing normativo delle amministrazioni rosse. Lo scopo sarebbe quello di tenere costantemente caldo il dibattito per piegare lentamente l'opinione pubblica alle ragioni più digeribili di coloro che sostengono l'opportunità di “armoniazzare” le normative italiane a quelle più progredite di altri stati europei. In questo senso, la Spagna di Zapatero resta sempre il punto di riferimento. Tuttavia, anche su questo argomento la coalizione guidata da Romano Prodi è dilaniata da divisioni apparentemente inconciliabili e certo non sanate dalla sottoscrizione univoca del programma di governo. I centristi, guidati da Clemente Mastella e spalleggiati dalla Margherita di Francesco Rutelli, non vogliono spingersi oltre un certo limite e per quanto li riguarda ingoieranno solo ciò che saranno costretti ad ingoiare. La Rosa nel Pugno ha fiutato puzza di bruciato, accusando i Ds e i Dl di perseguire una soluzione compromessoria se non addirittura di non volersi spendere nella battaglia di civiltà. In effetti l'ombra dell'elettorato cattolico grava sui moderati della coalizione e senza un netto spostamento di voti dal centro l'Unione non potrà mai e poi mai vincere le elezioni. Nemmeno questo, però, basta a dissuadere la coalizione dal suo sconsclusionato progetto. L'Unione ha deciso che deve cambiare il volto della famiglia italiana, ma non riesce a delimitare il campo. Per il momento sappiamo solo che per la sinistra “famiglia” è tutto ciò che vive “stabilmente” sotto uno stesso tetto. Ma anche con quel “stabilmente” non si è capito bene che cosa intendano: un certo numero di anni, di mesi o di settimane?

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Bossi: la famiglia gay è sterile
"Io difendo la famiglia tradizionale"
mercoledì 22 marzo 2006
, di La Padania
di Igor Iezzi

Umberto Bossi torna a calcare le scene della campagna elettorale. Ieri sera, davanti ad una gremita Sala Ticozzi a Lecco, il leader della Lega Nord ha toccato i temi principali dell impegno politico del Carroccio. Ma soprattutto ha ritrovato il contatto con la sua gente e con il suo popolo. E ridato entusiasmo alla militanza leghista per la volata finale di questa intensa campagna elettorale. Umberto Bossi è partito subito all attacco dell Europa di Prodi: "È evidente che bisogna fare qualcosa contro la concorrenza sleale. Purtroppo dovevamo aspettare l Europa", ha affermato dispiacendosi per il fatto che una materia così delicata sia di competenza dei burocrati di Bruxelles. Secondo Bossi questa "è l Europa di Prodi e Prodi è un ganassone, occorreva mettere i dazi subito e frenare la concorrenza sleale. Se uno non salva le imprese e fa licenziare i lavoratori, come può andare a chiedere i voti?". Il Segretario federale ha poi spiegato che l Europa degli Stati nazionali è morta e che "la nuova Europa dei popoli deve assolutamente passare per la Baviera e per la Padania". Subito dopo, Bossi ha espresso la propria gioia per aver "attivato il federalismo politico". Il leader della Lega ha spiegato alla platea che devoluzione significa "salvare la cultura locale e le lingue locali. I giovani che sono morti sul Piave parlavano in dialetto, ma - ha continuato... ...il Segretario federale - dovevano dirglielo prima che sarebbero morti per uno Stato che avrebbe cancellato le culture locali. Fino a poco fa era l unica lingua - ha aggiunto il senatur riferendosi ai dialetti - che avevamo: noi siamo attaccati ai nostri valori, alla nostra storia". Bossi ha chiarito che, dopo il federalismo politico, nella prossima legislatura, sarà il turno del "federalismo fiscale, perché i sindaci non hanno una lira e i soldi devono restare dove si sono creati". Come ha più volte sottolineato nei mesi scorsi, le elezioni politiche del 9 e 10 aprile rivestono un importanza storica che richiede il massimo sforzo. E quanto sia difficile e aspra questa campagna elettorale lo hanno dimostrato anche ieri un migliaio di disobbedienti che hanno contestato a Genova (con tanto di lancio di bottiglie e altri oggetti) il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Contestazioni poi degenerate che si sono trasformate in scontri con la polizia, dove due no global sono rimasti feriti lievemente. Il leader padano ha dunque ragione quando dice che "queste elezioni sono una partita difficile, il cui risultato condizionerà la società prima ancora che il mondo politico. Per questo non si può perdere". Bossi si è sempre mostrato ottimista sull esito delle prossime politiche e del futuro referendum. "Io non sto a dar retta ai sondaggi, non l ho mai fatto, ma credo che alla fine vinceremo. Non so se per meriti nostri o demeriti altrui" affermò, dicendosi "convinto" che "alla fine Berlusconi vincerà perché la gente lo confronta con Prodi e lo trova più simpatico. Prodi è tetro". "Io vado a naso - aggiunse - e noto che anche della gente che è stata in passato contro Berlusconi adesso lo trova simpatico. Perché le cose vanno così, la gente ha mille problemi e vuol vedere qualcuno che la rassereni un po e magari la faccia sorridere. La Lega è ben salda e il nostro movimento si distingue dagli altri perché vuole le riforme. Aggiungo una cosa: uno dei meccanismi su cui si svolge la campagna elettorale, checché ne dicano i professori che la sanno lunga, è la simpatia o l antipatia, e Berlusconi è simpatico". Comunque, Bossi ha sempre rimarcato come sia possibile "solo con Berlusconi fare le riforme". Anche sulla consultazione confermativa della grande riforma costituzionale varata dalla Casa delle Libertà dietro la spinta della Lega Nord, Bossi ha fatto sfoggio di entusiasmo: "Il referendum non boccia niente, la gente, anche al Sud, è d accordo con il federalismo. Tutti vogliono mantenere la loro cultura, quindi voteranno sì al referendum. Le riforme adesso si possono fare, perché le riforme sono accettate dalla gente perché sono viste come un toccasana rispetto alla grave situazione che c era nel Paese". Il leader del Carroccio ha più volte sottolineato quali saranno le armi per portare a casa il risultato . "Bisogna usare l intelligenza - ha più volte ripetuto - come abbiamo sempre fatto perché dobbiamo essere fieri di avere fatto rivoluzioni senza violenza. La gente altrimenti non ti segue". Bossi, nella stessa occasione, ricordò "l intelligenza di Venezia", quando per evitare che, in seguito a invasioni turche, i nemici potessero mettere le mani sull arsenale della Serenissima, quella Repubblica fece costruire le fabbriche di armi nel bresciano. "Questi sono insegnamenti del passato - commentò -: riuscire a battere il nemico usando il cervello. Finora ci siamo riusciti anche grazie ai giovani che si sono sempre impegnati e che con intelligenza non hanno mai messo in difficoltà il movimento". La campagna elettorale della Lega, come Bossi ha rilevato, è incentrata sulle riforme, il federalismo fiscale, i dazi per difendersi dalla concorrenza sleale dei paesi asiatici, Cina in primis, e la famiglia. "È bene dare la possibilità agli enti locali di mettere tasse al posto dello Stato anche se è difficile stabilire quali tasse sostituire. È importante attuare il federalismo fiscale: altrimenti sindaci, presidenti di Province e Regioni non hanno più soldi e non possono aspettare che glieli dia lo Stato". Secondo il leader dei lumbard "bisogna difendersi un po dai Paesi asiatici, per troppo tempo non è stato fatto Proprio in un intervista alla Padania Bossi si soffermò "sui problemi veri, quelli di cui la gente parla": "La gente ne ha le scatole piene; vede ingiustizie. Uno lavora tutta la vita, vorrebbe una casa anche per i figli. E magari si vede scavalcato da criteri di assegnazione senza logica, oppure vede che i suoi figli non possono giocare sicuri. È questo che fa montare la rabbia: è il vedere che non hanno rispetto verso ciò che s è guadagnato col sudore. La gente non ne vuole più sapere delle balle degli intelligentoni e dei benpensanti, la gente vuole stare a casa propria tranquilla e serena. Mi ricordo quando alla Camera presentavo la Bossi-Fini e quelli della sinistra mi urlavano razzista . Dopo quello che sta accadendo nel Modenese, posso dire che i fatti ci danno ragione. Le chiacchiere dei comunisti non se le bevono neanche più nelle regioni dove governano: non è lontano il giorno in cui la loro gente si solleverà contro di loro. La fregatura è che comunque pagherà il popolo mica i responsabili di queste politiche dissennate". Per Bossi "gli immigrati vengono per trovare lavoro, per guadagnare soldi. La cosa grave è che quando non c è lavoro, non si fanno scrupoli nel commettere reati. Ecco perché abbiamo voluto che l ingresso fosse legato ai contratti di lavoro". Il problema è che "usano l immigrazione per distruggere quello che resta dell identità occidentale". Il capo del Carroccio individua anche i colpevoli : "La massoneria europea. Il Wto. La Finanza. Chi ha creduto, insomma, di poter cancellare i confini e le identità in quindici giorni, quando un simile processo necessita di quindici anni. Hanno svenduto l identità con le aperture del mercato". "Siamo vicini a perdere ormai tutto: l identità e il valore della famiglia. Il mondo gira alla rovescia: - sentenziò - la sinistra vorrebbe la famiglia omosessuale. Siamo tornati al tempo dei figli dei fiori. Mi auguro che la gente si svegli e gli dia una bella legnata. Io difendo la famiglia tradizionale. E non lo faccio mica da oggi. Mi ricordo che agli inizi in Lega volevo solo persone sposate e con figli, perché solo chi ha famiglia può capire quali sono i bisogni e le esigenze del popolo. Un tempo la famiglia era fatta per proteggere i bambini. Oggi invece parliamo di famiglia gay, quindi di famiglia sterile". Intanto, chi fa i figli sono soprattutto gli immigrati e "chissà se mai si integreranno. Ho molti dubbi; - fu la sua previsione - ci sono differenze culturali enormi. Anche per loro, ne sono certo. Ogni distacco è un dramma. Io l ho provato sulla mia pelle: quando sono stato male mi portarono in un paese straniero, non conoscevo la lingua, non li capivo, ero spaesato e gravemente malato. Dopo quindici giorni, mi portarono in una clinica vicino al lago Maggiore. Lì, almeno vedevo un paesaggio che conoscevo, sapevo che dietro quelle montagne c era casa mia. E cominciai a guarire. Ogni distacco è una sofferenza, sempre e per tutti". "In questo tempo ho pensato che occorrerebbe legare la crescita di un Paese ricco allo sviluppo di un Paese povero. Prova a pensare agli sprechi del mondo ricco e a quanto poco basterebbe per aiutare il progresso dei Paesi in via di sviluppo. Sarebbe una crescita a zero euro. Mi piacerebbe che Berlusconi - concluse - portasse questa idea all Onu&". [Data pubblicazione: 22/03/2006].Padania, La del 22/03/2006)