LETTERA APERTA AL MOVIMENTO

VIOLENZA OMOLESBOTRANSFOBICA A ROMA ED IN MOLTE ALTRE PARTI D'ITALIA: LE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA NON BASTANO PIU'
"meno diritti = autoriduzione dei doveri"

Crisalide AzioneTrans, nel dare indicazione ai propri iscritti e simpatizzanti di partecipare alla manifestazione di questa sera alle ore 22.00 a Roma, nella "Gay Street (via San Giovanni in Laterano) ed ad eventuali successive manifestazioni organizzate dal movimento LGBT, coglie l'occasione per ricordare ancora una volta che - secondo la propria opinione - le mere manifestazioni di piazza non sono più uno strumento efficace di lotta per l'ottenimento dei diritti delle persone LGBTQI, per la tutela della libertà di espressione della propria identità di genere ed orientamento sessuale, per la promozione della qualità di vita delle persone che fanno riferimento al nostro movimento.

E' noto a tutti come sia il Pride a Roma sia il Pride Nazionale di Genova di questo 2009 siano stati oscurati dai media nonostante la massiccia partecipazione popolare ad entrambe le manifestazioni. E' altrettanto noto che in questi ultimi mesi, settimane e giorni, lavoratori a rischio del proprio posto di lavoro, cittadini (ed extracomunitari) sfrattati da alloggi occupati per necessità, siano stati in grado di attirare l'attenzione dei "media" e quindi dei cittadini italiani (che se non vengono messi a conoscenza dei fatti non possono neppure essere accusati di disinteresse) sui loro specifici problemi, attraverso atti dimostrativi più o meno eclatanti (arrampicandosi sul Colosseo o su altre strutture monumentali della Capitale, occupando stazioni e binari, attuando scioperi della fame, ecc.)

Se il diritto al lavoro ed alla casa sono diritti costituzionali, altrettanto si dovrebbe dire del godimento della libertà ad esistere e ad esprimersi secondo propria attitudine. Diritti variamente negati - in diversa misura e tipologia - a gay, lesbiche, transgender, intersessuati. Una carenza di diritti civili elementari sancita per legge (o per assenza delle stesse), inaccettabile in una democrazia occidentale, in un paese che si dichiara libero e che è governato da un partito che nel nome inneggia alla libertà come valore fondante della natura umana.

A cosa ci riferiamo:

Omosessuali e talvolta Transgender ed intersessuati non hanno diritto al riconoscimento legale e civile delle proprie unioni affettive;
Le persone Transgender non godono elementare del diritto ad esprimere la propria Identità (di Genere) sentita, se non a condizioni aprioristiche e per molti, vessatorie;
Alle persone che nascono intersessuate viene negato persino - fin dalla nascita - il diritto a sviluppare la propria identità personale a causa di arbitrari interventi di chirurgia genitale e attribuzione all'uno o l'altro sesso ben prima che si possa sviluppare una coscienza di sé e di conseguenza anche una identità reale e sentita.
Per Omosessuali e Transgender non vengono applicate le norme sulle pari opportunità fra i sessi nel mondo del lavoro, seppur esplicitamente previste dal Parlamento e dalle Corti Europee. Lo Stato non ha ovviamente mai neppure immaginato le - anch'esse previste - "azioni positive" per facilitare le "pari opportunità" per le persone LGBTQI.
Alle persone Transgender, costrette a vivere con documenti discordanti per tutta la vita, viene negato, alla radice, il diritto alla privacy per dati estremamente sensibili come quelli relativi all'identità, al sesso, alla salute.

Come se non bastassero questi fatti oggettivi di carenza di diritti, attraverso la scusa della "sicurezza" dei cittadini, l'attuale governo ha avviato azioni che spingono alla diffidenza e all'odio verso qualsiasi differenza (o diversità, termine che non amiamo ma di più facile comprensione).
I risultati non sono tardati ad arrivare: dai respingimenti fino alla mancata assistenza in mare dei profughi, dalla supposta e falsa dichiarazione di innaturalità delle relazioni omosessuali e delle varianti delle identità di genere alle violenze che normalmente conseguono a prese di posizione di tal fatta. Così come i nazisti ci hanno messo anni a diffondere - attraverso una sistematica campagna d'odio -la diffidenza verso gli ebrei per poterne poi organizzare lo sterminio con l'accondiscendenza della maggior parte della popolazione tedesca, altrettanto, il Governo - con l'aiuto delle gerarchie Vaticane - stanno preparando il terreno per infondere nella popolazione la diffidenza e - nelle teste calde - l'odio, verso le persone LGBTQI (e non solo LGBTQI, ma anche immigrati ed altri soggetti "resideboli")

L'aumento della violenza è un segno inequivocabile di questo processo: la carenza di Diritti di qualsiasi comunità, da sempre, è un elemento fondamentale per scatenarle contro l'odio diffuso.

Crisalide AzioneTrans ritiene pertanto insufficiente l'organizzazione di manifestazioni di piazza come reazione del movimento LGBTQI Italiano a quanto a quanto sta accadendo. Aderisce alle manifestazioni con la speranza che siano fondamentalmente il luogo in cui diffondere la disubbidienza civile secondo lo slogan "Meno diritti = meno doveri".

Fino a che le persone LGBTQI non avranno raggiunto una parità assoluta nel rapporto "diritti/doveri" con il resto della popolazione, non si vede motivo per cui i doveri dovrebbero invece essere uguali per tutti.

Crisalide AzioneTrans pertanto invita tutte le Associazioni LGBTQI e le persone LGBTQI non aderenti all'associazionismo ma che davvero sentono il peso della discriminazione e dell'insicurezza sulla propria pelle, ad assumersi responsabilità collettive ed individuali nell'immaginare azioni non violente di disubbidienza civile, di autoriduzione dei doveri fiscali, di atti dimostrativi che possano anche mettere a repentaglio salute e vita di chi volontariamente deciderà forme di lotta e resistenza passiva quali scioperi della fame, della sete, dell'assunzione di farmaci, e quant'altro ognuno, per la sua parte, vorrà "mettere in gioco" per la causa. Chiede che il movimento si faccia carico e promuova, coordini o tuteli forme di lotta più incisive di manifestazioni di piazza che vengono spesso dimenticate il giorno stesso in cui si svolgono.

La presidente di Crisalide AzioneTrans si dichiara personalmente pronta ad intraprendere forme di lotta e disubbidienza civile organizzata, qualora fosse raccolta l'istanza al movimento LGBTQI italiano di iniziare a pensare e realizzare un piano nazionale di autodifesa dei cittadini LGBTQI, attraverso forme di lotta non violente ma che abbiano in sé la capacità di determinare conseguenze, qualora ignorate.

Auspica che ogni manifestazione che si svolgerà in Italia da oggi in poi - a cui aderisce, in linea di principio, fin da ora - rappresenti il terreno nel quale condividere e mettere in atto, forme di lotta reali e concrete, che superino (senza cancellarle) le manifestazioni di piazza e le "piattaforme rivendicative". Queste ultime dovrebbero sempre avere un destinatario preciso che, qualora non dovesse rispondere, si assumerà le responsabilità di forme di lotta più marcate e decise.

Noi popolo LGBTQI non dobbiamo vivere nell'insicurezza della nostra incolumità in nome della tutela della sicurezza a favore di un'astratta cittadinanza che "odora" sempre più di "ordine etico" che istiga all'odio delle differenze e che non risponde più al legittimo bisogno di sicurezza che deriva dal corretto rapporto fra diritti, doveri, leggi e applicazioni delle stesse, uguale per tutti i cittadini.

Genova 2 settembre 2009

Mirella Izzo

Crisalide AzioneTrans - Genova

Mirella Izzo
Presidente

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