OSSERVATORIO TRANSFOBIA: Portogallo
Due anni dopo il brutale assassinio di Gisberta ad Oporto, un’altra donna transessuale è stata uccisa e il suo corpo è stato abbandonato il mese scorso in una discarica di detriti nell’area intorno a Lisbona. Altri crimini sono seguiti ed hanno sconvolto il paese. L’aumento delle violenze non è una scusa per nascondere né il nome delle vittime, né la natura di questi crimini. Questo è il caso di Luna, 42 anni, parzialmente sorda, di origini brasiliane, residente e dedita alla prostituzione da molti anni a Lisbona, nell’area Conde de Redondo. Due anni dopo Gisberta, le persone transessuali sono nuovamente il bersaglio delll’odio e vittime di una violenza basata sul
pregiudizio e l’ignoranza. Su questo crimine si sta investigando sotto segreto istruttorio e ciò non ci consente di sapere molto riguardo le circostanze e le motivazioni del delitto; speriamo che gli investigatori della Polizia possano darci risposte. In ogni caso sappiamo che la transfobia uccide e che le persone trans sono più esposte alla violenza rispetto agli altri. Sappiamo che la prostituzione è spesso un lavoro per chi non ha altro modo avere soldi per vivere e quanto sia difficile avere un genere sessuale differente da quello che il proprio corpo sembra suggerire. Sappiamo che il pregiudizio e la discriminazione sono dilaganti, che l’ignoranza porta all’odio e genera violenza. Sappiamo che lo Stato, la società, tutti noi, abbiamo delle responsabilità verso le vittime e principalmente verso quelle persone in cui la lotta per la sopravvivenza coesiste con la paura ed i rischi che la originano. Luna è nata donna sebbene il suo corpo suggerisse altro; il suo corpo maschile non marcava la sua identità. E’ stata seguita presso l’Ospedale di Santa Maria da un team multidisciplinare che aiuta le persone trans a cambiare i loro corpi; Aveva progetti, speranze e frustrazioni, esattamente come chiunque di noi. Era cara ad alcune persone e forse sperava di tornare in Brasile dove vive la sua famiglia. Luna era una donna che lottava contro molti ostacoli e - secondo quanto riportato dai giornali - è morta dopo grandi violenze, forse alimentate da odio, pregiudizio ed ignoranza. Il suo corpo è stato abbandonato in una discarica, nascosto fra macerie e polvere, come fosse spazzatura, come se la sua vita non avesse diritto di essere vissuta. Come altre
potenziali vittime, le persone transessuali necessitano di una protezione
che garantisca loro pari opportunità e la possibilità
di una vita dignitosa. Hanno bisogno, come chiunque, di essere in grado
di esercitare i propri diritti sullo sviluppo della propria personalità
e sull’autodeterminazione – di essere messe in grado di
scegliere il proprio nome; non hanno bisogno (nessuno ce l’ha!)
di documenti identificativi che insistano nel ribadire criteri così
privi di significato reale come il “sesso” (anche se identificato
soltanto dal “nome”) e di mettere una donna transessuale,
ad esempio, in una cella di detenzione maschile. Le persone trans hanno
bisogno di essere viste come persone con diritti e doveri, non di più
e non di meno, di chiunque altro. L’Identità di Genere è una materia su cui lo Stato avrebbe già dovuto legiferare; questo ritardo aggrava la qualità di vita (o di sopravvivenza) di molte persone trans. Quando arriverà il momento di una legge che permetta un reale esercizio dei diritti civili per le persone transessuali e transgender? Quando arriverà una legislazione che superi il conservatorismo retrogrado di molti politici e ponga fine a queste grette restrizioni di diritti? Quando avremo una legge che fermi chi si nutre quotidianamente della violenza contro queste persone? Quando avremo una legge che prenda in considerazione in modo chiaro la transfobia come un’aggravante contro le discriminazioni, le molestie e la violenza? Quando riceveremo un impegno serio che cerchi di porre fine a casi come quello di Gisberta e Luna, uccise a causa dell’odio transfobico? Quando, le forze di polizia, riceveranno più risorse umane ed una migliore coscienza civile e insegnamento tecnico? Quando il permanente atteggiamento aggressivo delle forze di polizia sarà sostituito da un approccio cooperativo? Le Pantere Rosa – Fronte di lotta contro la OmoLesboBiTransfobia – riaffermano il proprio impegno nella lotta contro la transfobia in tutte le sue forme e porta il proprio tributo a Luna, prostituta nella nostra città, donna perché altro non è! Lisbona, 13 marzo 2008 Proposta per una mobilitazione internazionale: 24, 25 o 26 marzo. Sarà tenuta una veglia, con caldle light, in memoria di Luna e di tutte le altre persone trans vittime della transfobia. Potrà essere fatta da molti gruppi, piccoli o grandi nel numero più ampio possibile di città (grandi o piccole). Con striscioni, davanti ai consolati o alle ambasciate portoghesi, dove ve ne sono. Nelle altre città nelle piazze di fronte a ministeri europei, ospedali psichiatrici o in ogni altro posto che contribuisce allo sviluppo della transfobia. Suggeriamo i seguenti slogan: Luna, trans di 42 anni, prostituta, assassinata a Lisbona. Quante volte in più una persona trans rischia statisticamente di essere vittima di violenza in confronto a te? E assassinata? In accordo con il contesto di ogni Paese, suggeriamo la frase: Stop alle leggi transfobiche. Quanto ancora per una legge contro la transfobia? O per le nazioni che non hanno inserito la transfobia nelle proprie leggi: Quanto dobbiamo aspettare ancora per una legge contro la transfobia? Questo non
è un caso specificatamente portoghese, ha una valenza internazionale
e ogni sforzo per una manifestazione dovrebbe essere fatto insieme. Vi chiediamo di pubblicizzare questa iniziativa, di partecipare in grande numero e di inviare testimonianze, foto, articoli, ecc. a panteras.lisboa@gmail.com
Dopo il recente omicidio di un’altra donna transessuale, Luna, avvenuto alla periferia di Lisbona, i media si sono concentrati sugli aspetti fisici delle vittime con modalità sensazionalistiche – rendendo questo aspetto più importante dell’omicidio stesso. Poche parole sull’assassinio seguite – come fosse una naturale e chiara spiegazione delle cause del crimine –da dettagliate e insistite descrizioni sull’inusuale aspetto fisico delle vittime. Per i media è diventato più importante l’aspetto fisico delle vittime al punto da porre l’omicidio sullo sfondo. Sono state usate parole – a seconda dello sforzo (o meno) di non apparire transfobici – di una transessuale con il corpo di uomo (un pudico modo per dire “con il pene”), di un uomo vestito in abiti femminili, o di un travestito con il seno. Alcuni hanno anche parlato di omofobia. Le foto
mostrate accanto a questi articoli rendono la vittima come una mostruosità
da esporre alla morbosa curiosità del pubblico, senza alcun rispetto
del genere o dell’intimità del suo corpo, dando la sensazione
che sia quasi (o talvolta perfettamente) normale che queste persone
vengano uccise. Questo modo di esprimersi dei media è, sfortunatamente, lontano dall’essere utilizzato solo per gli omicidi – ma lo è in quasi tutte le reti tv, articoli o interviste su soggetti trans. I media portoghesi, senza eccezione, seguono questa linea anche nella descrizione delle situazioni di precarietà delle persone trans – se è prostituta, drogata, sieropositiva, senza documenti, senza casa – come se queste modalità di vita fossero una scelta delle vittime, e nascondendo il fatto che è la transfobia a generare questa precarietà, e presentando come scandalosa, non solo la “scelta” di essere trans, ma anche la scelta dello stile di vita, facendo passare le vittime come persone shockanti ed immorali e continuando in questo modo a promuovere la transfobia, la precarietà della vita delle trans, ed il fatto che loro continuino ad essere fra le persone che più soffrono di violenze e aggressioni. La presenza delle persone trans nelle liste dei Centri di Salute Mentale, spesso offre una sorta di legittimità ai media quando si esprimono sulle persone trans dando credito alla corporazione medica, rinforzando cosi l’idea che il mondo di una persona trans non abbia un suo proprio valore in sé. (torna
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