NAVAJO TRANSGENDER CERCA UN POSTO SICURO
Un ex studente sugli studi di genere della Indiana University torna alla riserva


di David A. Nosko
traduzione italiana: Alex Barbieri
Editor: Mirella Izzo

http://www.idsnews.com/news/story.php?id=36360&adid=city

"La Indiana University (IU) e Bloomington (città in cui sorge l'Università. Nde) sono spesso visti come posti “sicuri” per gay, lesbiche e transgender Nativi Americani, ma la cultura Occidentale non lascia spazio all’immaginazione umana quando si parla di identità di genere", dice l’ex studente Wesley Thomas, laureato alla IU nel campo degli studi di genere e dell’antropologia, e Navajo “Two-Spirit” .

“Quando un bambino è nell’utero della madre non diciamo che quel bambino è maschio o femmina. Gli diamo un’identità di genere e diciamo che è un maschio o una femmina perchè sesso e genere si identificano a vicenda nella cultura Occidentale”, dice.

Thomas ha tenuto corsi di sei settimane sull’identità di genere per sei anni prima di decidere di tornare alla Riserva Navajo nel New Mexico alla fine del semestre primaverile perchè “non riusciva a sentirsi a suo agio alla IU”.

“Il colonialismo ha costretto molti Nativi Americani ad allontanarsi dalle loro tradizioni”, dice Thomas. “Nelle comunità Native 100 anni fa c’era una società multi-genere”, dice Thomas mentre parcheggia presso un distributore di benzina in qualche punto sulla strada tra Bloomington e la Riserva Navajo del New Mexico. “Nella cultura Occidentale sei uno o l’altro – o sei un uomo o sei una donna, nessuna alternativa. Nella società Nativa Americana potevi trovare fino a cinque generi. Qualunque fosse il posto in cui ti sentivi a tuo agio, quella era la tua identità di genere. E’ un concetto estraneo alle persone Occidentali che vengono da una cultura Occidentale – non ha niente a che vedere con l’omosessualità, che rende ancora più difficile pensare fuori dalle etichette”.

Secondo un opuscolo intitolato “Creato ad immagine di Dio” di Ann Thompson Cook, della Coalizione Religiosa per la Scelta Riproduttiva distribuito dalla Chiesta dei Metodisti Uniti Dumbarton a Washington, le variazioni nell’identità sessuale e nel genere sono la causa di “invisibilità, stigma e vergogna” per gli esseri umani nella cultura Occidentale.

“Le variazioni sono normali ma la nostra continua ricerca di ordine e stabilità – e il nostro disagio con ciò che è ambiguo e paradossale – ci portano a voler etichettare tutto”, scrive Cook. “Pensiamo che se non capiamo qualcosa, allora dev’essere antitetico a Dio. Sviluppiamo e rinforziamo regole, tradizioni e leggi, e poi le giustifichiamo come “ordine naturale”, dimenticando che siamo noi umani che le abbiamo create.

“Con il genere, le regole vengono applicate già nel momento in cui nasciamo, quando il nostro sesso viene registrato, e nel momento in cui la nostra famiglia comincia a educarci come maschi o come femmine – molto prima che iniziamo a parlare”.

Thomas racconta che la gente Navajo riconosce almeno quattro identità di genere basate sulle prescrizioni della loro società matriarcale: la prima è quella della donna eterosessuale; poi c’è quella dell’uomo eterosessuale; segue quella del maschio biologico che assume il ruolo di una ragazza o di una donna; e infine quella dell’uomo con un corpo di femmina. Lui afferma di essere un “terzo genere”, perchè l’identità di genere non ha niente a che fare con l’identità sessuale, nonostante molti membri della comunità di Bloomington lo considerino “gay”.

A causa dell’acculturamento e dell’assimilazione, molte persone Native hanno dimenticato la loro cultura”, dice Thomas. "Hanno perso parecchio del loro status multi-genere. Le persone Native ti valutano in base a quello che puoi dare alla comunità. Questo è importante, il tuo ruolo come parte della tua identità di genere nel partecipare attivamente alla reciprocità. A loro non interessa per niente con chi fai sesso”.

Secondo l’opuscolo di Cook, il “sesso fisico” di un essere umano è spesso concepito in termini di genitali, ma la combinazione unica di cromosomi, ormoni e caratteristiche fisiche è così varia come le molte forme, dimensioni e colori dell’umanità.

“L’identità di genere è la consapevolezza interiore di una persona del proprio vero genere. La maggior parte della gente non si interroga nè è a disagio con il sesso che le è stato assegnato”, scrive Cook. “Alcuni bambini, tuttavia, sanno da un’età molto precoce che il genere che è loro stato assegnato e il loro sesso fisico apparente sono sbagliati, e che il loro vero genere è l’altro. Il ruolo di genere è ciò che la società dice essere appropriato per i maschi e per le femmine, inclusi l’abbigliamento, il comportamento e altre attività come usare un bagno oppure l’altro”.

I ruoli di genere assegnati sono specifici a ogni particolare cultura, come reso evidente dal fatto che le donne hanno il permesso di guidare negli Stati Uniti ma non in altri stati, e che gli uomini in altre culture posso mostrare affetto l’uno verso l’altro ma non in America, secondo l’opuscolo di Cook. La presentazione di genere è il modo in cui le persone esprimono il loro ruolo di genere all’esterno, attraverso lo stile e il modo di fare, e il genere percepito della persona è come uno appare agli altri.

“Transgender” è un termine ombrello che si riferisce a un’ampia gamma di persone la cui identità di genere, ruolo ed espressione varia da quello che la nostra cultura considera “normale” o appropriato per chi sia stato assegnato ad un certo sesso", scrive Cook. “Le persone transgender hanno la stessa variabilità nell’orientamento sessuale del resto della popolazione. Ricordate, l’identità di genere è chi sappiamo di essere nello spettro che va dal maschile al femminile e ciò che vi sta in mezzo. L’orientamento sessuale riguarda i nostri criteri di attrazione sessuale e sentimentale verso le altre persone”.

La ristrettezza delle norme di identità di genere e orientamento sessuale nella cultura Occidentale ha causato molti problemi alle persone Native e ad altre, specialmente ai membri di quelle comunità che non venivano etichettati come “uomini o donne” o come “gay o etero”.

Thomas racconta che molti Nativi Americani di terzo o quarto genere hanno lasciato le loro riserve tra gli anni '50 e gli '80 in cerca di un posto sicuro ma sono poi tornati, trovando in fatto di ruoli di genere e orientamento sessuale una confusione ancora maggiore, poichè molte tribù avevano adottato gli standard Occidentali per l’identificazione. La combinazione delle credenze delle comunità Native con le identità Occidentali di gay e lesbiche è risultata nel termine omnicomprensivo "Two-Spirit" per i membri della comunità che non erano a loro agio a identificarsi come uomini o come donne.

“Solo poche tribù hanno ancora accesso al loro linguaggio, e queste idee sono spiegate in quei linguaggi tribali”, dice Thomas. “E’ stato davvero difficile trasmettere questo tipo di messaggio in Inglese, perchè quando parli di un uomo c’è la supposizione immediata che l’uomo sia un maschio. Ma nel linguaggio tribale, per esempio nel Navajo, loro sono molto androgini. Quando dici “uomo”, ti aspetti di sentir chiedere – è quell’uomo che è una femmina in un corpo maschile?”.

Per maggiori informazioni sui Two-Spirit, Thomas ha creato un sito Web raggiungibile a:

http:// www.indiana.edu/~glbt nella sezione “Diversity”.

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