Devo dare una notizia che potrebbe interessare diverse persone transessuali mtf.
Finalmente sono riuscita a cambiare i documenti al femminile, sulla base del “semplice” intervento di rimozione delle gonadi (orchiectomia), cui mi sono sottoposta lo scorso aprile.
Non voglio citare in questa sede i motivi personali che mi hanno spinta a questa decisione, se non che la libertà di essere se stessi senza compromessi distruttivi sia una delle cose più importanti per un essere umano.
Ho preteso e ho insistito col tribunale perché accettasse la mia rettifica anagrafica puntando soprattutto sui seguenti presupposti:
questioni paritarie coi simmetrici interventi sui transessuali ftm (come ben saprete, a loro non viene richiesta la modificazione dei genitali esterni per ottenere il cambio anagrafico);
sulla sterilità permanente indotta da tale intervento;
sottolineando quanto l'asportazione dei testicoli sia presupposto tale da rendere irreversibilmente definito il mio genere femminile, anche a seguito della terapia ormonale e degli interventi chirurgico-estetici cui mi sono sottoposta per 3 anni;
mettendo in rilievo alcuni effetti riguardanti la vaginoplastica che fanno sì che la si possa considerare ancora come una chirurgia sperimentale.
Sapete anche voi quanto la legge 164/82 sia estremamente soggetta alla libera interpretazione. Ciò può rappresentare, di conseguenza, sia un vantaggio che uno svantaggio per la persona che deve essere soggetto nel rivendicare i propri diritti sulla base dell'identità di genere.
Non posso certo garantire a tutte le persone mtf che si accingeranno al cambio anagrafico che sia concesso lo stesso dopo aver eseguito un'orchiectomia (purtroppo il tribunale decide da caso in caso), ma sappiate che almeno ora c'è un precedente: il mio, appunto.
Se qualche transessuale mtf sia interessata all'argomento, può contattare i recapiti dell'associazione, che eventualmente, la metteranno in contatto con me per avere maggiori delucidazioni sull'argomento, compresi gli estremi della sentenza.
Celeste Z. |