CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA: LE PERSONE TRANSESSUALI HANNO IL DIRITTO ALLA PENSIONE DI REVERSIBILITA': CONDANNATO IL REGNO UNITO
La legislazione di uno Stato membro che esclude il diritto di un soggetto transessuale a percepire la pensione di reversibilità viola la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea, con la sentenza 7 gennaio 2004 (C-117/01), ribadendo inoltre l'illegittimità di una normativa che preveda l'impossibilità per un transessuale di contrarre matrimonio con una persona del sesso al quale egli apparteneva prima dell'operazione di cambiamento di sesso.
(Altalex, 9 gennaio 2004)
Questa notizia importante non riguarda l'Italia e gli altri paesi europei in cui esiste una legge che prevede la possibilità di modificare i propri dati anagrafici per quanto riguarda il sesso. In Italia come negli altri paesi, una persona transessuale che abbia ottenuto la rettifica anagrafica e che si sia successivamente sposata ha il diritto alla pensione di reversibilità.
La notizia riveste comunque una rilevante importanza in quanto dimostra per l'ennesima volta che la Corte di Giustizia Europea (come peraltro La Corte Europea per i Diritti Umani) hanno le idee molto più chiare dei politici nazionali ed europei su quali diritti debbano avere le persone transessuali. Le sentenze emesse dalla Corte di Giustizia Europea devono essere applicate dagli stati membri, pena, pesanti sanzioni economiche.
IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA