Radicali di Sinistra
20/01/2006

  • Documento di Intesa politica Verdi - Radicali di sinistra 22/03/2006

    DIRITTI CIVILI

    L'impegno per la dignità umana e per la libera espressione della personalità attraverso la creazione delle necessarie condizioni ambientali e di vita, il miglioramento della qualità della vita per questa e le prossime generazioni, indipendentemente da provenienza, scelte di genere o convinzioni personali, rappresentano per i Radicali di sinistra un terreno prioritario di lotta e di piattaforma rivendicativa.

    Per una moderna legislazione contro le discriminazioni
    La legge 205/93, anche conosciuta come “Legge Mancino”, ha introdotto il concetto di reato d'odio, rendendo punibili discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
    Vogliamo la riforma urgente della Legge Mancino in una formulazione più estensiva ed evoluta che:

    • includa anche i cittadini omosessuali e transessuali, principali vittime dei reati d'odio;

    • proibisca ai datori di lavoro di negare l'assunzione o di licenziare o di retrocedere nella carriera una persona in ragione di diverso orientamento sessuale, di genere, religioso, politico e razziale e che impedisca -per le stesse ragioni- l'accesso a diritti quali la casa o la stipula di polizze assicurative.


    Riconoscimento della pluralità dei modelli di convivenza e di famiglia
    Lo Stato italiano impone alle famiglie e alle coppie di fatto una drastica scelta fra due sole opzioni: matrimonio o assenza assoluta di qualsiasi riconoscimento giuridico e di tutela, mentre nessun tipo di riconoscimento è previsto per le coppie omosessuali ed i single.
    Milioni di cittadini vengono così esclusi dalla titolarità di diritti fondamentali in quanto non conformi ad una morale di Stato autoritaria e anacronistica.
    I Radicali di sinistra sono convinti che sia lo Stato a doversi adeguare ai costumi e alle necessità dei cittadini e non il contrario.

    • Chiediamo il pieno riconoscimento della pluralità dei modelli di famiglia, per la non discriminazione in base all'orientamento sessuale e di genere, il riconoscimento anche per i single del diritto all'affido e all'adozione di minori.

    • Vogliamo che i cittadini omosessuali possano scegliere di regolare la propria vita e i propri affetti optando fra le stesse alternative giuridiche a disposizione dei cittadini eterosessuali. Siamo per una riforma del Codice civile che estenda l'istituto del matrimonio, i diritti e i doveri relativi anche alle coppie omosessuali.

    • Riteniamo doveroso e urgente il riconoscimento giuridico delle coppie e delle famiglie di fatto attraverso l'istituto delle Unioni civili, tra due persone non sposate ma che intendano condividere un progetto di vita comune, rispondendo a necessità reali dei cittadini, come l'assistenza in ospedale, le volontà testamentarie, la reversibilità pensionistica, il diritto di subentro nei contratti di affitto.


    Diritto alla libertà di scelta
    Il processo di costruzione del rapporto tra potere e devianza: potere di definire le norme ed etichettare chi da esse devia, potere di indurre conformità e reprimere difformità, potere di correggere punendo e di punire correggendo, vive una nuova, rigogliosa stagione.
    Una legislazione profondamente compromessa con i dettami clericali e proibizionisti che trovano principalmente nel corpo femminile, e più in generale nel e contro il corpo di qualunque "categoria diversa", un nuovo terreno di repressione, di controllo e di esclusione sociale.
    Autodeterminazione: questa è la nostra parola chiave per tutte le questioni che riguardano la sfera individuale e di coppia, i costumi e gli stili di vita contro ogni criminalizzazione.

    • Vogliamo che i processi di emancipazione delle donne vengano portati a compimento partendo dalla riappropriazione da parte delle donne del loro corpo a partire dall'abolizione della legge 40/2004 (procreazione medicalmente assistita), il riconoscimento della libertà di procreazione attraverso una legislazione che si basi su criteri strettamente medico-scientifici e che garantisca il diritto di terapia in materia di sterilità.

    • Vogliamo che le tecniche di riproduzione artificiale non vengano precluse alle coppie non sposate, eterosessuali ed omosessuali ed ai single, riconoscendone il pieno diritto alla genitorialità.

    • Difendiamo la legge 194/78 (interruzione volontaria della gravidanza), l'adozione della pillola abortiva RU/486 per consentire la libertà di scelta delle donna tra aborto chirurgico o farmacologico.

    • Considerando l'eutanasia diritto di ogni individuo, chiediamo l'approvazione di una legge che permetta di ricorrere all'eutanasia in ogni caso la persona si trovi nell'impossibilità di dare seguito alla propria volontà e l'introduzione di un testamento biologico obbligatorio (?) in cui l'individuo afferma la propria volontà o meno di ricorrere all'eutanasia nel caso sia impossibilitato ad esprimere la propria opinione; l'eutanasia potrà essere effettuata solo su individui maggiorenni.


    Diritto all'espressione della propria identità sessuale e di genere
    L'espressione e l'adeguamento della propria identità di genere, qualora non corrisponda al sesso biologico con il quale si è nati appartiene esclusivamente al libero arbitrio della persona ed è elemento fondante per la realizzazione piena del proprio sé.
    Sul piano politico, proponiamo che la legislazione venga riformata ed estesa, liberata dai vincoli punitivi, moralistici e proibizionisti, ponendo come obiettivo centrale il sostegno, l'inclusione sociale e la piena libertà di scelta e autodeterminazione dei cittadini che intraprendono il percorso di transizione attraverso:

    • proponiamo una legge che permetta ai/alle transessuali il cambio di identità sessuale sui documenti a prescindere dalla operazione di rettifica, sia per affermare i diritti dei/delle transessuali, sia per tutelarne la privacy e soprattutto per arginare le discriminazioni sociali;

    • la gratuità delle terapie ormonali per transessuali a carico del sistema sanitario nazionale;

    • l'abolizione dell'art. 4 legge 164/82, consentendo la conservazione della paternità o della maternità di un figlio avuto in un rapporto precedente la transizione, nonché la libertà di scelta della coppia sullo scioglimento del vincolo matrimoniale.


    Ripensare la politica sulla prostituzione
    Pur esplicitandosi nei nostri quartieri e nelle nostre città, la prostituzione ha ormai assunto connotati di complessità riferibili alla scala globale. La criminalità organizzata che controlla il "mercato del sesso" usa il corpo delle donne e degli uomini che si prostituiscono come una merce dalla quale trarre capitali da reinvestire in altre attività criminali e illegali.
    L'attuale legislazione, di chiaro segno moralistico e proibizionista, si preoccupa di punire le/i prostitute/i, impegnando risorse e mezzi che, molto più seriamente, devono essere dispiegati per combattere le organizzazioni che vivono sulla sofferenza e sull'umiliazione di queste donne e di questi uomini.

    Noi proponiamo una legalizzazione dell'esercizio della prostituzione che:

    • sancisca il diritto di autodeterminazione di chi decide di prostituirsi e predisporre strumenti che sostengano il diritto di sottrarsi alla prostituzione e allo sfruttamento;

    • abolisca il reato di favoreggiamento e le norme discriminatorie come il divieto alle prostitute/i di frequentare qualsiasi tipo di locale pubblico in quanto discriminatoria, è difatti sufficiente il comune divieto di consumare rapporti sessuali all'interno di qualsiasi locale pubblico;

    • investa in adeguate campagne informative sull'uso del preservativo, favorirne l'uso attraverso il contenimento del prezzo, evitando di sottoporre una specifica categoria (le prostitute) a controlli sanitari di massa, una norma inutile per l'inattuabilità, oltre che autoritaria;

    • consenta la prostituzione in casa e in zone dove non sia vietato prostituirsi, attraverso una scelta partecipata che coinvolga le persone che si prostituiscono e i rappresentanti dei cittadini.


    Droghe: giusto o sbagliato, non può essere reato
    Fermo restando che ogni seria politica sulle droghe dovrebbe fondarsi sulla prevenzione, attraverso la riqualificazione della centralità sociale dei giovani, a partire dal rafforzamento della scuola come luogo deputato non solo all'istruzione, ma soprattutto alla formazione di una visione critica e consapevole della vita, siamo altrettanto convinti dell'inutilità e della nocività di politiche proibizioniste sulle droghe che non solo aumentano la solitudine dei tossicodipendenti, ma li spingono verso la microcriminalità che si abbatte su tutti i cittadini.
    Da diversi anni una cifra intorno al 30% dei circa 50.000 detenuti nelle carceri italiane è tossicodipendente: una metà di questi entra direttamente per violazione della cosiddetta legge "antidroga" e un'altra metà per reati diversi, ma pur sempre legati alla necessità di procurarsi il denaro per l'acquisto clandestino delle sostanze.
    Il punto di partenza per una nuova politica sulle droghe è l'immediata abolizione del DDL Fini e il superamento delle politiche esclusivamente basate sulla "riduzione del danno" per arrivare ad una legislazione che abbia come finalità:

    - liberare i consumatori dal rapporto con lo spacciatore;
    - sottrarre il mercato delle droghe alla criminalità;
    - controllare e garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti;
    - pianificare una rete pubblica di sostegno e di recupero per i tossicodipendenti.


    Per questo proponiamo:

    • l'eliminazione di qualsiasi forma di sanzione per il consumo di tutte le droghe e la legalizzazione di quelle leggere;
    • la legalizzazione della produzione delle droghe, a patto che la raffinazione avvenga in laboratori italiani, dello Stato o concessionari di licenza ministeriale e sotto stretto controllo scientifico;

    • la legalizzazione del commercio, attraverso una licenza conseguibile per i soli cittadini italiani e dietro una specifica formazione;

    • la costruzione di una rete socio sanitaria pubblica finalizzata al sostegno e al recupero finanziabile con il gettito derivante dalla produzione e il commercio legalizzato.


    Diversamente abili, ugualmente cittadini
    Impossibilità di accedere ai luoghi pubblici, anche se di recente costruzione, e ai mezzi di trasporto, esiguità dei fondi stanziati e il labirinto burocratico per accedervi, i continui tagli al personale ed ai servizi, rappresentano gli elementi di disagio e di esclusione dei cittadini diversamente abili del nostro Paese, mentre le famiglie continuano a rappresentare l'unico punto di riferimento per avviare e consolidare un'adeguata base di sostegno e solidarietà umana e civile.
    Fermo restando che accessibilità architettoniche e appropriati servizi di assistenza personale sono le nostre due richieste chiave, i Radicali di sinistra propongono un riorientamento delle politiche destinate ai cittadini diversamente abili partendo dal superamento degli schemi assistenziali tradizionali, che subordinano le esigenze del cittadino disabile alla disponibilità di chi gestisce il servizio e individuano nel conseguimento della vita indipendente un obiettivo qualificante attraverso:

    • un Fondo nazionale per sostenere in tutte le regioni progetti di vita indipendente previsti nella legge 162/98, affermando il diritto della persona disabile all'autodeterminazione, titolarità e gestione del proprio progetto esistenziale per giungere ad una graduale autonomia nell'esercizio della propria cura, scegliendo e assumendo direttamente, con regolari contratti di lavoro, il o i propri assistenti, concordandone direttamente mansioni, orari e retribuzione. Giustificane a norma di legge la spesa;

    • una Consulta permanente delle disabilità per studiare e confrontare in modo preliminare ogni decisione riguardante le persone con disabilità insieme alle organizzazioni dei diretti interessati, mappare l'accessibilità dei servizi e dei luoghi pubblici;

    • un sistema di residenzialità ampio e articolato, che riduca il più possibile situazioni di istituzionalizzazione e privilegi la nascita di alloggi protetti, comunità di piccole dimensioni, uscendo dalla logica dell'emergenza;

    • l'accesso al sistema dell'Istruzione e della Formazione Professionale, potenziando le strutture di accoglienza, l'orientamento e il sostegno scolastico;

    • l'erogazione di fondi ad attività di promozione turistica in strutture ricettive accessibili, con servizi di accoglienza adeguati alle necessità dei turisti diversamente abili.


    Da immigrati a nuovi italiani
    I migranti o i rifugiati sono le persone che più di tutti pagano le ricadute e i costi sociali di politiche che hanno liberato la circolazione delle merci e dei capitali, ingabbiando allo stesso tempo i corpi e le menti di un'umanità invisibile e senza diritti.
    L'immigrazione è oramai un dato strutturale ed è una realtà sempre più importante nel nostro Paese, ciò nonostante tutto quello che è stato fatto dalla classe politica è stato illudersi -e illudere- che fosse sufficiente combattere l'immigrazione alzando dei muri, anziché costruire dei ponti di dialogo, soprattutto senza rimuovere le cause endogene che sono la causa di fondo dell'emigrazione.

    Chiediamo:

    • che l'immigrazione venga governata nel rispetto dei diritti civili e umani. Il primo passo per una politica responsabile sull'immigrazione è l'abrogazione della Bossi-Fini e il superamento delle logiche poliziesche contenute nella Turco-Napolitano;

    • la chiusura immediata dei Centri di permanenze temporanea, strutture in aperta violazione dei principi costituzionali, per le misure ingiustificate di limitazione della libertà personale applicate indipendentemente dall'aver commesso alcun reato;

    • La chiusura dei CPT che devono essere sostituiti con centri di accoglienza gestiti esclusivamente dallo Stato.

    E' compito -e interesse- di noi tutti, e prima ancora delle istituzioni, costruire una convivenza civile in un contesto di democrazia pluralista, che integri e responsabilizzi gli immigrati che intendono diventare parte della nostra comunità, consentendo l'ottenimento della cittadinanza italiana dopo 3 anni di residenza nel nostro paese.
    Gli immigrati devono poter essere messi in grado di parlare correttamente la nostra lingua, conoscere le nostre leggi e il nostro sistema sociale attraverso corsi inseriti negli Accordi bilaterali da tenersi nei paesi d'origine e validi per l'ottenimento del Permesso di soggiorno.
    Obiettivo prioritario è quello di giungere in tempi brevi ad una legge per l'asilo politico. L'Italia è l'unico paese dell'Unione europea ad essere privo di una legge sull'asilo politico. Una situazione gravissima che mette sullo stesso piano il migrante spinto dal bisogno con quello perseguitato.


    Politiche carcerarie: diritti umani, opportunità e recupero
    In Italia si parla di carceri solo quando vengono riportati dalla cronaca casi di suicidio, in qualche cella fatiscente, o quando un detenuto in semilibertà o in affidamento commette qualche reato.
    Se ne parla per poterne non parlare più.

    Troppo poco per essere autorizzati a pensare di appartenere a un paese civile.

    Troppi i casi di suicidio per essere autorizzati a far finta di niente.
    Di fatto, è questo che succede: il carcere, con tutto quello che vi gravita intorno - perché carcere non è solo "carcerati" ma sistema giudiziario, carcere preventivo, tossicodipendenza, Ser.T., Polizia Penitenziaria, Assistenti Sociali - viene usato come uno spot elettorale e i carcerati diventano merce di scambio a seconda dei momenti politici, mentre in realtà è un enorme business non solo politico.
    Il tradizionale impegno radicale, e della sinistra tutta, nei confronti delle carceri deve continuare e rafforzarsi, ma soprattutto organizzarsi e diventare operativo.
    Riteniamo, quindi, necessario sostenere, presso qualunque interlocutore politico, l'impegno volto a trattative per la politica carceraria, riguardo ai temi più salienti, ed esigere il rispetto e l'attuazione delle Leggi già esistenti troppo spesso ignorate o subdolamente aggirate.

    Chiediamo:

    • l'abolizione di qualunque costo su qualunque farmaco durante il periodo di detenzione, realizzazione di settori presso gli Istituti Ospedalieri per i detenuti degenti - implementazione della presenza dello psicologo all'interno del carcere - introduzione della medicina alternativa;

    • l'impiego dei detenuti che rispondano a determinati requisiti per lavori socialmente utili, legati al recupero ambientale - forestazione di aree incolte, riqualificazione floristica e faunistica di aree forestali già esistenti, risanamento e pulizia dei corsi d'acqua e delle rive, agricoltura biologica soprattutto negli eventuali terreni di pertinenza degli Istituti penitenziari, gestione o partecipazione alla cura dei Parchi Agricoli per il rafforzamento dei corridoi ecologici;

    • la tutela del diritto inalienabile ai rapporti affettivi non solo familiari, seguendo i modelli di altri Paesi, anche europei, garantendo il diritto alla privacy (legge presentata il 12 luglio 2002, Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di "affettività in carcere", Camera dei deputati - n° 3020);

    • applicazione e rispetto delle leggi per la concessione delle misure alternative e il ripristino della Liberazione condizionale che sembra essere sparita dall'Ordinamento Penitenziario, in particolare per quanto riguarda i detenuti politici, che risolverebbero almeno in parte e legalmente il problema del sovraffollamento;

    • il ripensamento del Carcere minorile come un luogo di formazione scolastica e professionale, favorire modalità diverse di organizzazione, di autoespressione e di autoaffermazione, intese sia in termini positivi che negativi;

    • la libertà di scelta ai/alle transessuali di essere inseriti in sezioni specifiche o dove si sentano più adeguati/e;

    • l'impegno degli Enti locali volto a garantire un alloggio per i detenuti in misura alternativa e per gli ex detenuti (recupero di cascine, fabbricati, condomini fatiscenti che potrebbe essere fatto dai detenuti stessi). Impegnare soprattutto al rispetto delle Leggi che già esistono.

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  • Comunicato Stampa del 20 gennaio 2006

Comunicato stampa

I Radicali di sinistra sulla risoluzione contro l'omofobia: i "moderati" italiani sono come l'estrema destra europea.

Il Parlamento dell'Unione europea, all'interno della risoluzione contro l'omofobia, ha chiesto alla Commissione europea di assicurare che l'iniziativa “Anno 2007 – Uguaglianza per tutti” sia riferita a tutte le forme di discriminazione previste dall'art. 13 del Trattato dell'Unione (Trattato di Amsterdam) che chiede di “combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o l'orientamento sessuale”.
I Radicali di sinistra - www.radicalidisinistra.it - denunciano come gli eurodeputati italiani si siano, ancora una volta, segnalati come quelli meno sensibili alla questione dei diritti civili e delle politiche antidiscriminatorie.
La Risoluzione, votata da una maggioranza trasversale, ha registrato l'astensione dei deputati della Margherita.
Il deputato della Margherita e fratello del leader dell'Unione Vittorio Prodi e i partiti del centrodestra italiano hanno votato contro la Risoluzione insieme ai partiti di estrema destra europea, mentre la gran parte del Ppe ha votato a favore della Risoluzione. I Radicali di sinistra chiedono all'Unione come intenderà regolare il proprio programma, dal momento che nella Risoluzione si chiede di “assicurare che le coppie dello stesso sesso godano dello stesso rispetto, dignità e protezione del resto della società”. 
I Radicali di sinistra chiedono all'Unione di inserire immediatamente i PACS nel programma dell'Unione e di considerarli prioritari nell'ambito delle politiche sociali del Centrosinistra.

Fabio Sannino
Radicali di sinistra
Responsabile diritti civili
diritti@radicalidisinistra.it
Radicali di sinistra . il movimento dei cittadini libertari laici ecologisti . www.radicalidisinistra.it

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Documento di Intesa politica Verdi - Radicali di sinistra
Verdi e Radicali di Sinistra
Un'alleanza naturale


Cambiare l'Italia
Cinque anni di berlusconismo hanno minato alle basi il tessuto della società italiana, disgregandone i fattori di coesione e accentuandone le diseguaglianze e l'esclusione sociale. Gli effetti devastanti sono di tale portata che mai come in questi cinque anni sono stati messi in crisi valori fondamentali del vivere civile e della convivenza democratica.
L'attacco alla Costituzione e l'assalto neoclericale delle Istituzioni hanno ristretto la sfera di autodeterminazione di milioni di donne e uomini, sostituito lo Stato di diritto ad uno Stato etico che produce discriminazione, riporta le lancette della storia italiana cinquanta anni indietro.
L'affarismo ha sopraffatto gli interessi pubblici e una miriade di nuove norme hanno vanificato la certezza del diritto e dell'uguaglianza di fronte alla legge.
Cinque anni di berlusconismo hanno, prima di tutto, consegnato il Paese alla rassegnazione, alla sfiducia nel futuro. Per queste ragioni, le elezioni del 9 e 10 aprile assumono un valore storico e strategico come l'occasione di riscatto per tutta la nostra comunità.

L'alternativa è a Sinistra
Battere Berlusconi e la destra non basta. Alla destra va opposto un disegno realmente alternativo nei valori, nelle pratiche e nel progetto di società: occorre fermare il moderatismo e il trasformismo che nell'Unione produrrà la medesima devastazione economica, sociale e morale.
Occorre fermare i transfughi del berlusconismo e quanti intendono veicolare nell'Unione una politica neoconservatrice e neoclericale. C'è bisogno di più Sinistra nell'Unione per colmare il vuoto di politica creato dal berlusconismo, per riportare al centro della politica la questione della cittadinanza, della sicurezza sociale e la lotta alla precarietà.
C'è soprattutto bisogno di più laicità nell'Unione per far entrare l'Italia in Europa sul piano dei diritti civili, dell'autodeterminazione delle donne, del pieno riconoscimento delle coppie di fatto e dei diritti dei cittadini omosessuali e transessuali.
Come Radicali di sinistra intendiamo assumerci l'onere di una scelta di responsabilità contribuendo attivamente all'affermazione delle liste Verdi.
L'alleanza Verdi - Radicali di sinistra intende assumere ed articolare l'idea di una Sinistra alternativa: costruire uno spazio progettuale e politico che si qualifichi per la centralità dei diritti civili e sociali, l'autodeterminazione, la sostenibilità ambientale, la laicità dello Stato e la valorizzazione della scuola pubblica quali elementi dimensionali di un progetto di società aperta, laica, plurale.
Laicità e pluralismo, quindi, come elementi fondanti del percorso comune Verdi - Radicali di sinistra per una società plurale nei valori, nelle appartenenze, ma unitaria e solidale nelle garanzie di libertà e pari dignità.
Testimoni naturali di questo percorso , a nostro avviso, sono due uomini esemplari nella storia del '900 di questo Paese, e non solo. Due uomini che hanno dedicato la loro vita alla ricerca di una feconda contaminazione tra culture politiche: Piero Gobetti e Alex Langer.
Entrambi morti prematuramente ma entrambi lasciando un carico enorme di ideali, di coerenza esistenziale e di prospettive ancora da esplorare.

Laicità è democrazia
In un periodo storico segnato dalla drammatica recrudescenza dei fondamentalismi, lo sviluppo civile, politico ed economico dell'Italia può essere garantito attraverso una profonda laicizzazione delle istituzioni, una effettiva separazione tra Stato e Chiesa a partire dall'abolizione degli articoli 7 e 8 della Costituzione, del Concordato, e un drastico ridimensionamento della presenza clericale nelle Istituzioni, nell'informazione, nella scuola, in tutti i settori della vita civile ed economica, talmente massiccia da non avere eguali in nessun altro paese occidentale.
Ribadire la superiorità civile del principio di libertà politica, che consente alla religione quello che la religione non consente alla libertà politica, significa evitare che quei conflitti che dividono il mondo si riproducano all'interno della nostra società con effetti devastanti.
Affermare la più ampia libertà religiosa significa tenere conto anche dei milioni di italiani non cattolici, sostenere che gli equilibri tra libertà e responsabilità del cittadino sono promossi solo da atti legislativi che prescindono dalla fede e che l'uguaglianza e laicità dello Stato sono principi supremi del nostro ordinamento democratico. Nella fase storica in cui l'Italia si apre a persone di fedi diverse dalla cattolica, riteniamo più utile uno Stato laico che integri le differenze, piuttosto che uno Stato paraconfessionale che legittimi gli altrui fondamentalismi.
Il nostro impegno è volto alla costruzione di una società laica, rispettosa delle diversità, capace di includere le differenze in un progetto di una società aperta e plurale.

Pace, nonviolenza, Europa
Richiamarsi all'articolo 11 della Costituzione e il rifiuto della guerra sono priorità programmatiche assolute. Rifiutare la guerra significa pensare nuove forme di democrazia globale: riforma dell'ONU, ma, prima di tutto, un'Europa più forte, motore di un nuovo processo di globalizzazione della democrazia che si basi sull'ampliamento dei diritti e della partecipazione, e non sull'esportazione di paura e distruzione.
Disarmare la guerra con la nonviolenza, coincide con la lotta e l'alternativa all'economia che ne sostiene il disegno di dominio, vuol dire rilanciare le politiche per la cooperazione che rimettano al centro delle relazioni e degli sforzi politici la dignità della persona.
Dimezzare le spese militari significa liberare risorse da destinare alla ricerca medico/scientifica, al commercio equo, alla sostenibilità ambientale, al sostegno attivo del microcredito ad un progetto europeo per liberare l'Africa dalla fame, per sostenere l'accesso all'istruzione dei bambini e dell'imprenditoria femminile: rendere più giusto e libero il mondo è il miglior modo per rendere più sicura anche l'Europa e l'Italia.

Liberare i diritti
Liberare i diritti, liberare le persone dalle discriminazioni sessuali, di genere, etniche e religiose. Riconoscere pubblicamente la libertà di tanti cittadini e cittadine di esistere alla luce del sole con Istituti di garanzia come i PACS, secondo la nostra Costituzione, rappresentano un dovere politico ed istituzionale.
Riteniamo prioritario il riconoscimento della pluralità dei modelli di famiglia e l'estensione anche alle coppie e famiglie omosessuali degli stessi diritti di quelle eterosessuali, la fine delle discriminazioni delle persone transessuali e transgender, attrverso un'iniziativa politica e legislativa che rispetti, tuteli e valorizzi i percorsi esistenziali di tutti i cittadini.

Un futuro sostenibile
Consideriamo inderogabile la salvaguardia del capitale paesaggistico e ambientale del nostro Paese: le nostre azioni sono volte al blocco delle "Grandi Opere", perché questi investimenti devono essere dirottati per l'ammodernamento dell'esistente, il ripensamento delle politiche energetiche, il sostegno ai biocarburanti.
A partire dall'abolizione della Legge 308/2004, l'impegno prioritario è evitare che l'Italia venga investita dalle ulteriori deregolamentazioni del Governo Berlusconi, adottate evitando l'esame del Parlamento e delle associazioni ambientaliste.

Diritto al lavoro e alla dignità
Il mercato del lavoro ha subito, negli ultimi 10-15 anni e per effetto della globalizzazione, mutamenti strutturali che la politica non ha intercettato, se non con una legge, la Legge 30, che mortifica e riduce il diritto al lavoro trasformandolo di fatto in un puro e semplice "rapporto commerciale".
Il diritto al lavoro è uno dei fondamentali diritti di cittadinanza, e come tale è indisponibile; possono tuttavia mutare, in relazione alla natura dinamica del mercato del lavoro globalizzato, le modalità e gli strumenti per renderlo esigibile. Per questo motivo i Radicali di Sinistra ritengono prioritaria, nell'immediato l'abrogazione della Legge 30, ed in prospettiva l'adozione di un nuovo Statuto dei Lavori, che ammoderni e ridistribuisca su tutti i lavoratori il sistema delle tutele previsto dallo Statuto dei Lavoratori e, più in generale, dalle norme del Diritto al Lavoro.

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