RASSEGNA
STAMPA DEL 23 FEBBRAIO 2003 SULLA QUERELLE
SGARBI /BAUDO /BUGATTY
UNIONE
SARDA
Il brano alla radio
Vladimir Luxuria e la Bugatti
Il
brano di Cristina Bugatti sarà trasmesso in anteprima venerdì
7 alle 24 su Radio Capital nel corso della trasmissione “Luxuria
si sveglia a mezzanotte”. Lo annuncia Vmadimir Luxuria che aggiunge:
«Il brano si chiama “Give me your smile” e dice
“parliamo in modi diversi ma siamo tutti fratelli”».
«Vittorio Sgarbi scopre “vicino alla sua pelle”
il sapore amaro della discriminazione. Un sapore che migliaia di transessuali
italiani provano direttamente sulla propria ogni giorno, quando cercano
occupazione o quando devono difendere la propria dignità in
quella che hanno». Così in una nota commenta il caso
Bugatti a DopoSanremo Mirella Izzo dell’Associazione culturale
Crisalide Azione Trans. «Il caso Bugatti è un fatto emblematico
di una realtà molto più diffusa: la transfobia. Noi
che siamo transessuali e prestiamo la nostra opera di volontariato
per tutelare e promuovere i diritti delle persone transessuali e transgender,
conosciamo dolorosamente gli aspetti di questa realtà».
UNIONE
SARDA
Vittorio
Sgarbi rinuncia alla conduzione del Dopofestival di Sanremo. Il contrasto
con l’ex sottosegretario, che aveva proposto la presenza di
un trans e dell’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga
(che ha sua volta rinunciato), per Baudo era «insanabile»
e Sgarbi ha tratto le conclusioni da quella che ha definito una «ipoteca
culturale» più che una direzione artistica. Ieri, in
mattinata, Pippo Baudo, direttore artistico del Festival, aveva sottolineato
i possibili rischi che una partecipazione dell’ex sottosegretario
poteva «comportare a danno della Rai» rimettendo ogni
decisione al direttore generale Saccà e al direttore di Raiuno,
Del Noce. Baudo aveva espresso il timore che Sgarbi considerasse il
Dopofestival «come un proprio programma, autonomo, staccato
dal contesto generale» avvertendo che molti cantanti «alla
luce degli ultimi interventi hanno rappresentato la loro determinazione
di non partecipare al Dopofestival».
In precedenza, l’ex capo dello Stato Cossiga aveva già
fatto sapere di aver rinunciato alla presenza al Dopofestival a causa
del veto «posto da Pippo Baudo con offensivi, ipocriti e pretestuosi
apprezzamenti». Cossiga ci va giù duro e definisce Baudo
«il pescecane della tv di stato» e «il picciotto
siciliano che da tempo non stimo», sottolineando che lui non
avrebbe preso neanche una lira a differenza di Baudo che «si
è fatto ricco» passando da Rai a Mediaset e da Mediaset
alla Rai «con un piccolo inciampo a piazzale Clodio»,
sede del tribunale di Roma.
Il principale motivo del contendere tra Baudo e Sgarbi è stato
apparentemente la volontà dell’ex sottosegretario di
portare al Dopofestival il trans Cristina Bugatti, un’idea per
nulla condivisa dal direttore artistico. Da qui l’accusa di
Sgarbi di «intolleranza culturale» e di pregiudizio verso
i “diversi”. In più, Baudo andrebbe oltre le sue
funzioni di direttore artistico. «Lui non ha mai visto Cristina
Bugatti - è la sottolineatura di Sgarbi - e l’ha esclusa
a priori. Se avesse detto che la Bugatti non va bene, se ne poteva
anche parlare, ma la sua è stata un’ipoteca culturale
intollerabile».
Di fatto a dieci giorni dalla manifestazione canora più importante
d’Italia manca il conduttore del Dopofestival. Con così
poco tempo a disposizione, nonostante circoli il nome di Piero Chiambretti,
l’ipotesi più probabile è quella dello stesso
Baudo, affiancato da qualcuno o qualcuna, anche alla conduzione del
Dopofestival. Il tentativo di conciliazione che sta tentando in queste
ore il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, non sembra destinato
al successo. E così ieri la politica, in ore decisive per la
sorte del cda, si è occupata anche del caso Sanremo. «La
rinuncia di Sgarbi alla conduzione del Dopofestival di Sanremo è
l’epilogo naturale di una vicenda che sollevava non poche perplessità,
per le scelte di Baudo avallate dal direttore di Raiuno Del Noce e
dal direttore generale della Rai Saccà» dice in una nota
Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale di An e membro
della commissione di Vigilanza sulla Rai: «Che Sgarbi volesse
invitare un transessuale al Dopofestival rientrava nell’ordine
naturale delle cose. La cosa anomala era che un personaggio come Sgarbi,
che ha elevato la provocazione e l’eccesso a stile di vita,
fosse stato messo in quel ruolo».
E la querelle Sgarbi-Baudo arriva anche in Parlamento dove Franco
Grillini, deputato Ds e presidente onorario dell’Arcigay, ha
annunciato un’interrogazione per sapere «se la linea sessuofobica
e discriminatoria è un fatto personale o rappresenta una tendenza
della tv di Stato». In ogni caso il 7 marzo «saremo a
Sanremo per protestare».
IL
GIORNALE DI BRESCIA
Sgarbi minaccia di lasciare il Dopofestival
BAUDO CONTESTA LE PRESENZE DI UN OSPITE TRANSESSUALE E DI COSSIGA
BOLOGNA
- «Se al Dopofestival non ci sarà Cristina Bugatti non ci
sarò neanche io. Con Baudo non c’è nessuna polemica,
ma non posso accettare questa discriminazione sessuale»: l’ospite
transessuale proposta da Vittorio Sgarbi ma bocciata da Pippo Baudo rischia
di far saltare il conduttore del Dopofestival, che Sgarbi minaccia di
abbandonare. «Come io non discuto i suoi ospiti, pretendo che Baudo
non discuta i miei - spiega Sgarbi -. Non gli va bene un ospite transessuale
al Dopofestival dopo che lui ha cercato lo scandalo con l’invito
alle Tatou, quelle del bacio lesbico, per il 7 marzo. Ne ho già
parlato con Saccà (direttore della Rai, ndr) ed è d’accordo
me, mi ha detto che non se ne parla neanche perchè la Bugatti va
benissimo». Sgarbi ha già invitato anche Francesco Cossiga
e annuncia che l’ex presidente della Repubblica interverrà
al Dopofestival in collegamento da Cap Ferrat: «Baudo aveva detto
"né Cossiga, né travestiti", ma io non ho più
posto la questione e con la mia tecnica di non far polemiche, la presenza
di Cossiga è diventata un dato ineluttabile». «Ce ne
faremo una ragione... Ci sono tanti lutti nelle famiglie», risponde
insolentito Pippo Baudo. E se Saccà - come dice l’ex sottosegretario
- è d’accordo sulla presenza di un ospite transessuale, «il
direttore generale ha potere assoluto - sottolinea Baudo - ma a quel punto
decido io se esserci o meno. Io penso che tentare lo scoop sensazionalistico
con un ospite trans non voglia dire rispettarlo, ma sfruttarlo».
Ma Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, annuncia che
«se il veto sarà mantenuto, saremo presenti a Sanremo per
contestare il festival». Baudo contesta anche l’opportunità
di Cossiga: «L’idea che un ex Capo dello Stato intervenga
in smoking bianco dalla villa di Cap Ferrat per commentare il festival
- dice Baudo - mi sembra molto forte per una manifestazione ludica come
il festival. E lo dico proprio perchè ho grande rispetto per le
istituzioni». Il portavoce di Cossiga ha detto in serata che «Cossiga
si è sempre battuto in difesa di tutte le espressioni di libertà
per tutti e dunque anche dell’intramontabile "picciotto"
Pippo Baudo nel suo non accidentato cammino da De Mita a Berlusconi».
IL TEMPO
Sgarbi furioso Senza Bugatti no a Sanremo
SCONTRO CON BAUDO PER IL TRANS
di ANNA CINZIA TIENI
«SE
al Dopofestival non ci sarà Cristina Bugatti non ci sarò
neanche io», dice Vittorio Sgarbi. «Ce ne faremo una ragione
- risponde Pippo Baudo - ci sono tanti lutti nelle famiglie». A
meno di due settimane dalla partenza del festival di Sanremo, tra il direttore
artistico e il critico d'arte scoccano scintille. «Ho meno titolo
io di andare a Sanremo di quanto non ne abbia Cristina Bugatti».
Non ha dubbi Vittorio Sgarbi. Il veto dato da Pippo Baudo (nella foto)
alla presenza della Bugatti al Dopofestival è espressione di una
sconcertante discriminazione nei confronti dei transessuali e in generale
di chi ha un diverso orientamento sessuale che in nessuna misura incide
sulla loro natura o sulla qualità interiore del loro essere persona.
All'indomani dunque di alcune dichiarazioni di Baudo sull'inopportuna
presenza di travestiti sul palco dell'Ariston, arriva secca e precisa
la replica di Sgarbi. No alla censura di personaggi che parteciperanno
al programma apportando il loro contributo di persone intelligenti e no
alle direttive a tutto campo del conduttore del Festival, nemmeno su Cossiga,
che, in smocking bianco, si collegherà al Dopofestival dalla sua
villa di Cap Ferrat. «La Bugatti? Vista per la prima volta proprio
alla Rai nel programma "Chiambretti c'è"», racconta
Sgarbi. E aggiunge: «Rifiutare la Bugatti è come dire no
a un negro, è come dire che Denny Mendez non poteva vincere Miss
Italia. Cristina Bugatti inoltre non si atteggia a travestito, è
una bella donna che recita la sua parte con tanta integrità da
diventar donna a tutti gli effetti, ed è una persona intelligente
che leggerà i testi delle canzoni con una chiave di lettura che
farà riferimento ad alcuni nomi importanti della letteratura quali
Novalis, Hoelderlin e John Donne». E proprio per sottolineare che
al Dopofestival non andranno provocazioni, ma solo persone con qualcosa
da dire, anche se tra loro differenti e con compiti diversi, Sgarbi ha
anche annunciato la presenza, accanto a Cristina Bugatti, peraltro assunta
in accordo con il direttore generale Saccà (che però ieri
ha negato di sapere che la Bugatti è un trans), di Gigliola Cinquetti,
quale «espressione di armonia e regolarità». Insomma,
ad alimentare presunte polemiche e presunti scandali, Sgarbi proprio non
ci sta: «Lo leggo dai giornali che con Baudo ci sarebbero problemi.
E sì che non sono mai stato così mite: non vado alle riunioni
e non chiedo soldi, né per me, né per i miei collaboratori
che a volte si accampano a casa mia con i sacchi a pelo pur di lavorare
senza spendere denaro».
Intanto stamani il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, sentirà
per telefono Pippo Baudo «per cercare una mediazione» sullo
scontro in atto tra il conduttore e Vittorio Sgarbi per la presenza di
un ospite transessuale al Dopofestival. «Si cercherà di trovare
una soluzione - afferma del Noce - che non offenda la sensibilità
di nessuno. Si tratta solo di una normalissima dialettica tra punti di
vista differenti».
sabato
22 febbraio 2003
IL RESTO DEL CARLINOROMA —
Dopo il duo lesbo-pop Tatu, al
ROMA
— Dopo il duo lesbo-pop Tatu, al festival di Sanremo ci sarà
forse anche un travestito. E la polemica già infuria. Oggetto del
contendere, Cristina Bugatti, presentata da Vittorio Sgarbi (nella foto
con la Valcikova) come una delle partecipanti al Dopofestival. «È
un travestito — taglia corto Pippo Baudo — e, con tutto il
rispetto per la gente che si vuol vestire stravagante, il festival non
ha bisogno di travestiti. Questa cosa non si fa e non si farà».
Una decisione che non vede d'accordo Vittorio Sgarbi che ieri, nel corso
del programma di Fiorello «Viva Radio 2», è intervenuto
telefonicamente difendendo la Bugatti, ospite in studio.
«La verità - ha detto Sgarbi - è che Baudo teme di
essere oscurato dalla presenza della Bugatti e di essere sopraffatto dalla
stampa. La Bugatti è più brava di Anna Oxa, di Frassica
e di Fiorellino. Non ho ancora capito se è un uomo o una donna».
Baudo replica a distanza: «Non è questione di essere bacchettoni
— dice — è un principio di buon gusto. Se un travestito
portasse una novità da un punto di vista critico ed estetico, passi.
Ma così sarebbe solo una mascherata. E, siccome Carnevale è
ancora in corso, preferisco vedere i travestimenti nei cortei pubblici.
Sgarbi? Gli ho già parlato, non è lui il padrone della televisione».
Ma le grane per il festival non finiscono mai. Proprio ieri, infatti,
i discografici hanno fatto di nuovo sentire la loro voce. «Non è
una crociata contro Sanremo, ma potremmo anche non fare più il
festival. La musica siamo noi e vogliamo essere più coinvolti dalla
Rai dal punto di vista artistico»: parola di Piero La Falce, presidente
di Universal e vicepresidente della Fimi, che si è fatto portavoce
delle richieste del settore. «Vorremmo continuare a fare il festival,
ma l'industria discografica deve intervenire in modo più serio
nella sua struttura. Noi non portiamo solo un prodotto, noi — sottolinea
— siamo la musica e non possiamo aspettare fino all'ultimo le decisioni
di una commissione artistica per sapere quali artisti andranno al festival».
Se le cose rimanessero così, invece, «perchè continuare
ad andare a Sanremo?» si domanda La Falce, aggiungendo che, a questo
punto, «ci creiamo la nostra manifestazione».
CORRIERE DELLA SERA
Sgarbi accusa Baudo e abbandona il Dopofestival
«Inaccettabile la discriminazione politica verso
la cantante trans». E si scatenano le polemiche su Sanremo
ROMA - Lo aveva promesso
e lo ha fatto. Vittorio Sgarbi ha rinunciato alla conduzione del Dopofestival
di Sanremo. Le dimissioni sono state inviate a Baldassarre, presidente
della Rai; Saccà, direttore generale; Fabrizio De Noce, direttore
di Raiuno; e a Pippo Baudo. Proprio il presentatore e direttore artistico
della manifestazione (dal 4 all’8 marzo) ha fatto esplodere il
«caso». L’onorevole aveva invitato al Dopofestival
l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ma anche Cristina
Bugatty attrice e cantante trans. Baudo ha detto no.
LA
RINUNCIA - Un’«ipoteca culturale» inaccettabile per
l’ex sottosegretario ai Beni culturali. Che accusa Baudo di «razzismo»
e «discriminazione sessuale». «Nessuna polemica -
dichiara Sgarbi -, solo una questione politica, di diritti civili. Non
si possono scartare le persone senza conoscerle. Ci dev’essere
un motivo, non si può ragionare per categorie. Baudo è
all’angolo e cerca pure di farmi litigare con i cantanti. Assurdo,
ho sempre considerato le canzoni la più alta forma di poesia
del ’900». La sua è una scelta definitiva? «Potrei
tornare indietro, ma Baudo deve chiedere scusa a Cossiga e alla Bugatty».
Intanto Sgarbi prepara un Controfestival, forse su La 7: «Sarò
una spina nel fianco per Baudo, non uscirà indenne da questa
storia».
LE REAZIONI - La lite ormai è un caso politico. Enzo Carra, della
Margherita, commenta: «Siamo di fronte all’iperbole del
fallimento dei vertici Rai». Franco Grillini, deputato Ds e presidente
onorario dell’Arcigay, vuole portare la querelle in Parlamento:
«La linea sessuofobica e discriminatoria è personale, o
rappresenta una tendenza della tv di Stato?». Solidarietà
a Sgarbi dal senatore Michele Bonatesta (An), della commissione di Vigilanza
sulla Rai. Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui
diritti dei minori, osserva: «Nulla di male se la Bugatty si limitasse
a un’esibizione artistica». Le associazioni trans insorgono
contro Baudo. E il 7 marzo ci sarà una manifestazione davanti
all’Ariston.
LA MAMMA E LA MOGLIE - A difendere i litiganti ci si mettono anche i
familiari. Per Sgarbi parla mamma Rina: «Questa censura non mi
va. Ma non importa, mio figlio ha ricevuto un’offerta allettante
da un’altra rete per un "Controfestival"». Il
soprano Katia Ricciarelli (ospite nella serata finale del Festival)
prende le parti di Pippo, suo marito: «Avrà tanti difetti,
ma è un gentiluomo. Ha un grande rispetto per l’essere
umano e non ha mai avuto pregiudizi nei confronti di nessuno».
I SOSTITUTI - Emergenza Dopofestival: Baudo deve rimpiazzare Sgarbi
in tempi strettissimi. Piero Chiambretti si tira fuori: «Non mi
interessa». Si pensa ad Alba Parietti, ma anche a Gigi Proietti.
Baudo però potrebbe decidere di condurre anche il Dopofestival,
magari insieme a una donna.
Sandra Cesarale
IL MESSAGGERO
Sgarbi sbatte la porta, tempesta anche su Sanremo
L’addio al Dopofestival tra le polemiche dopo il no di Pippo
Baudo all’ospite “trans”
di MARCO MOLENDINI
festivalieri
si è ritrovato da solo a cavallo. Giù Sgarbi, il travestito
Cristina Bugatti e anche Francesco Cossiga. E tutto con un ventoso
strascico di polemiche. Da parte dello stesso Vittorio, che spara
a zero sull’islamico Pippo, da parte dell’ex presidente
della Repubblica che gli affibbia l’appellativo di «pescecane
della tv di Stato», dalle associazioni gay (che preannunciano
una manifestazione di protesta all’Ariston per il 7 marzo, oltre
a un’interrogazione).
Non poteva, poi, mancare il complemento politico alla vicenda che
vede addirittura uniti Ulivo e An. «È l’epilogo
ovvio dell'ennesima scelta sbagliata da parte dei vertici di Viale
Mazzini, ormai oltre il capolinea», sostiene Enzo Carra della
Margherita. E Bonatesta chiede che sulla vicenda «facciano mea
culpa Baudo, Del Noce e Saccà». A tutto ciò, si
aggiunge mamma Sgarbi che rivela: «Mio figlio non condurrà
più il Dopofestival di Sanremo? Niente paura perché
condurrà il controfestival per una tv privata che accoglierà
tutti i personaggi scartati da Baudo».
E adesso? La Rai colleziona l’ennesima figuraccia, ulteriore
testimonianza di pressappochismo e improvvisazione. Era facile prevedere
la tormenta Sgarbi. Troppo fuori dalle righe l’ex sottosegretario,
troppo ingessato il rito sanremese per accettare un incursore pazzo
(discografici e cantanti avevano già minacciato la diserzione).
Così, il Dopofestival resta con le gomme a terra, ma non del
tutto. Nel senso che la formula pensata da Baudo prevedeva di affidare
a Sgarbi solo i venti minuti iniziali del programma (con Cossiga in
smoking bianco in una suite d’albergo che avrebbe fatto il suo
commento, a ruota libera, nei primi cinque minuti), il resto sarebbe
rimasto nelle mani del direttor dei direttori festivalieri secondo
la formula più tradizionale. Naturalmente, a questo punto,
l’ipotesi più probabile è che il "picciotto
Pippo" (altra definizione dell’ex presidente) prenda per
sé tutto il programma (non sarebbe la prima volta), magari
con l’appoggio di una spalla femminile (Alba Parietti è
già in pista di rullaggio). Escluso, invece, un ripescaggio
di Piero Chiambretti che ha pensato bene di mettere le mani avanti
e autoescludersi. «Mi sollevo da ogni eventuale incarico»,
ha fatto sapere appena venuto a conoscenza del rischio che correva
di essere richiamato alle armi. Più complicati gli eventuali
arruolamenti di Paola Cortellesi, impegnata a teatro, o di Nino Frassica,
già a Sanremo nel ruolo di fiancheggiatore di Baudo.
Si rientra nella norma e, a Mastro Pippo, che è già
a Sanremo, forse non dispiace del tutto di essersi liberato dell’ingombrante
presenza di Vittorio che, peraltro, non aveva voluto lui (l’idea
era stata del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce). In ogni caso,
a togliere le castagne (ormai bruciate) dal fuoco, ci ha pensato lo
stesso Sgarbi comunicando per lettera il proprio forfait ai vertici
Rai. Naturalmente commentando il tutto con il bazooka: «Pippo
non ha mai visto Cristina Bugatti. Se avesse detto non va bene, se
ne poteva anche parlare, ma la sua è stata un'ipoteca culturale
intollerabile. Rifiutando a priori i miei ospiti è come se
avesse detto: non voglio i negri, i diversi, gli ebrei, i sardi. A
questo punto non voglio più avere a che fare con lui. Faccia
il suo Dopofestival con i suoi camerieri o i suoi cuochi».
Non meno infuocato l’altro abbandono, quello del senatore Cossiga
(memore di antiche rivalità demitiane): «Il pescecane
della tv di Stato mi ha posto il veto con offensivi, ipocriti e pretestuosi
apprezzamenti. Considero disdicevole mettermi sul piano di un guitto
la cui cosa più notevole è la gentile consorte. A differenza
di lui, che si è fatto ricco emigrando dalla Rai a Berlusconi
e da Berlusconi alla Rai, da Viale Mazzini a via del Plebiscito, con
un piccolo inciampo a Piazzale Clodio, per la mia partecipazione non
avrei percepito neanche una lira». Grazie e arrivederci a Sanremo.
LA STAMPA
IL CRITICO PROPONE UN CONFRONTO TV: BASTA CHE CHIEDA SCUSA
«Ragiona come Aziz è solo un razzista»
23/2/2003
Pronto,
Vittorio Sgarbi? Volevo chiederle: conosce qualche canzone di Bobbi
Solo?
«Pazza idea, di far l´amore con lei, pensando...»
No, scusi, questa è Patty Pravo. A San Remo ci sarà
anche la Zanicchi. Si ricorda qualcosa della Zanicchi?
«Pazza idea, di far l´amore con lei, pensando di stare
ancora insieme a teeee...».
Allora ha ragione Pippo Baudo. Dice che lei non può fare il
dopofestival perché quella è una trasmissione di commento
alle canzoni, non un dopo-Sgarbi.
«Io considero le canzonette come la poesia del 900 raccontata
al popolo».
Argomento pericoloso con Baudo, quello del nazional-popolare...
«Baudo ragiona come Tareq Aziz. Quello dice che non risponde
ai giornalisti ebrei, Baudo non vuole i travestiti. Una cosa intollerabile.
Baudo non vuole George Sand. Lei sa chi è George Sand?».
Una non graziosissima signora dell´800 che scrivendo feuilleton
e presentandosi sempre vestita da uomo si portò a letto le
più belle anime dell´epoca, De Musset, Chopin, Liszt...
«Ecco. Io volevo un George Sand al contrario, una ragazza brava,
che è un uomo ma si veste da donna, e dice cose perfette e
bellissime. Baudo non l´ha neanche mai vista. Ha detto solo:
non voglio i travestiti. Razzismo».
Solidarietà da Francesco Cossiga che definisce Baudo «un
pescecane», un «picciotto siciliano che da tempo da non
stimo». C´è stato il veto anche su un presidente
emerito della Repubblica?
«Sì. Lui non vuole Cossiga. Vuole Vissani. Vissani è
un cuoco e io non sono un cameriere».
Sillogismo perfetto.
«Questa è invece un´ipoteca culturale. Culturale
lo scriva col K, significa visione del mondo».
Ergo?
«E´ tutto aperto. Io non ho litigato con Baudo. Io non
ho mai fatto polemica con Baudo. Sono stato costretto a scrivere al
signor Giuseppe Baudo che non accetto ipoteche culturali, discriminazioni
e intolleranze a priori verso Cossiga e verso persone di cui lui non
sa neanche cosa volessi fare in trasmissione? Quante volte i gay hanno
dimostrato di essere più acuti degli altri? Baudo non vuole
Alcibiade, Socrate, Platone, Proust, Gide...».
Notizie da Saccà?
«Niente solidarietà dalla Rai».
Del Noce?
«Gli ho parlato. Basta che lui tolga di mezzo l´ipoteca
culturale. Io non ho niente contro Baudo».
Sennò?
«Cossiga sta telefonando, progettando. Vorrebbe che lui e io
facessimo il dopofestival di San Remo sulla 7».
E lei, invece?
«L´importante ricordati è che io devo essere io,
e lui è Baudo e fa Baudo, e certo sì ne parliamo domani
pomeriggio in trasmissione, sempre che mi paghino... Un pour parler,
certo, e guarda che l´ha chiesto lui, così almeno discutiamo
della cosa davanti a tutto il mondo (Sgarbi sta parlando a un altro
telefonino, con il suo assistente) Scusi, ero sull´altra linea.
Dicevamo?»
Ho sentito che vuole un confronto in video con Baudo...
«Vado in una tv
, e se non è quella sarà un´altra, stia sicura.
Non fanno altro che offrirmi spazio in tv, a me. Ma io non ho litigato
con Baudo. Basta che chieda scusa. A Cossiga, e alla ragazza».
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