RASSEGNA STAMPA

dicembre 2005
10 dicembre 2005


01/12/2005 - Il Manifesto - Ida Dominijanni
Le donne italiane vengono retrocesse dal discorso politico allo statuto di soggetti minori
Le donne non sono soggetti sovrani ma oggetto di cura statale e curiale

O sotto accusa o sotto tutela, grazie al centrodestra e al centrosinistra uniti nella rincorsa al cardinal Ruini le donne italiane vengono retrocesse dal discorso politico allo statuto di soggetti minori, deboli e potenzialmente criminali.

La realtà per fortuna è cosa diversa dal discorso, ma il discorso produce effetti di realtà e dunque questa retrocessione va presa sul serio, contrastata e rispedita ai mittenti e, ahinoi, alle mittenti. Quando nelle stesse ore alla camera la mano destra dà il primo via all'indagine sull'applicazione della 194 e la mano sinistra propone un assegno di sostegno alla gravidanza; e tutte e due, la mano destra e la mano sinistra, giurano di agire «per aiutare le donne», c'è una sola risposta possibile a tutte e due ed è «no, grazie».

L'indagine sulla 194, brillante idea del neoeletto segretario dell'Udc che altra via non aveva per accedere agli onori della cronaca, non servirà a sapere nulla che già non si sappia sull'applicazione della legge (peraltro già annualmente monitorata dal ministero della sanità), ma serve a rimettere le donne sul banco degli imputati, supportando istituzionalmente la campagna di criminalizzazione dell'aborto che imperversa su media potenti e meno potenti. L'assegno di sostegno alla gravidanza non servirà a estendere un diritto alle lavoratrici precarie (perché Livia Turco e Rosi Bindi non si stendono sul tavolo programmatico di Romano Prodi per imporgli l'impegno all'abrogazione della legge 30?), serve a consentire al ministro Storace di dare a entrambe, Livia Turco e Rosi Bindi, il benvenuto nel fronte della «prevenzione» dell'aborto.

Tutt'e due, indagine e assegno, servono a rafforzare il messaggio che da ogni parte risuona, che le donne non sono soggetti sovrani ma oggetto di cura statale e curiale. Siamo nelle loro mani, e in che mani.

Le stesse mani che in parlamento si rinviano da uno schieramento all'altro la palla delle quote rosa, ripetendo all'infinito una pantomima ipocrita e ineffettuale che non servirà a candidare più donne, serve a strumentalizzarle a fini di schermaglia politica e ad alimentare un'immagine di miseria femminile che ricade in primo luogo sulle parlamentari stesse, di destra e di sinistra parimenti. Le stesse mani che si rincorrono e si stringono per entrare nelle grazie non dei cattolici ma delle gerarchie vaticane, e prontamente rispondono agli ordini di Ruini quali che siano. Il cardinale ricorda che la vita è un dono di Dio di cui la donna è puro contenitore e veicolo, e il giorno dopo partono l'indagine sulla 194 e l'assegno per la gravidanza: mai si ricorda tanta solerzia nella politica italiana.

Il discorso della politica istituzionale sulle donne da molto tempo non dice e probabilmente non ha mai detto granché sulla realtà delle donne. Ma dice molto sulla realtà della politica istituzionale: de vobis, non de nobis fabula narratur. A sostegno dell'assegno di gravidanza Rosi Bindi ha sostenuto ieri che è un'anticipazione della prossima politica di governo del centrosinistra. Il buongiorno si vede dal mattino: se questo è il mattino, sarà buio a mezzogiorno.

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01/12/2005 - Il Messaggero - Mauro Evangelisti
«Noi, prigionieri della fiera del sesso»
Gli abitanti di Casale Rosso: «Per entrare a casa facciamo lo slalom tra i viados»

O sotto accusa o sotto tutela, grazie al centrodestra e al centrosinistra uniti nella rincorsa al cardinal Ruini le donne italiane vengono retrocesse dal discorso politico allo statuto di soggetti minori, deboli e potenzialmente criminali.

La realtà per fortuna è cosa diversa dal discorso, ma il discorso produce effetti di realtà e dunque questa retrocessione va presa sul serio, contrastata e rispedita ai mittenti e, ahinoi, alle mittenti. Quando nelle stesse ore alla camera la mano destra dà il primo via all'indagine sull'applicazione della 194 e la mano sinistra propone un assegno di sostegno alla gravidanza; e tutte e due, la mano destra e la mano sinistra, giurano di agire «per aiutare le donne», c'è una sola risposta possibile a tutte e due ed è «no, grazie».

L'indagine sulla 194, brillante idea del neoeletto segretario dell'Udc che altra via non aveva per accedere agli onori della cronaca, non servirà a sapere nulla che già non si sappia sull'applicazione della legge (peraltro già annualmente monitorata dal ministero della sanità), ma serve a rimettere le donne sul banco degli imputati, supportando istituzionalmente la campagna di criminalizzazione dell'aborto che imperversa su media potenti e meno potenti. L'assegno di sostegno alla gravidanza non servirà a estendere un diritto alle lavoratrici precarie (perché Livia Turco e Rosi Bindi non si stendono sul tavolo programmatico di Romano Prodi per imporgli l'impegno all'abrogazione della legge 30?), serve a consentire al ministro Storace di dare a entrambe, Livia Turco e Rosi Bindi, il benvenuto nel fronte della «prevenzione» dell'aborto.

Tutt'e due, indagine e assegno, servono a rafforzare il messaggio che da ogni parte risuona, che le donne non sono soggetti sovrani ma oggetto di cura statale e curiale. Siamo nelle loro mani, e in che mani.

Le stesse mani che in parlamento si rinviano da uno schieramento all'altro la palla delle quote rosa, ripetendo all'infinito una pantomima ipocrita e ineffettuale che non servirà a candidare più donne, serve a strumentalizzarle a fini di schermaglia politica e ad alimentare un'immagine di miseria femminile che ricade in primo luogo sulle parlamentari stesse, di destra e di sinistra parimenti. Le stesse mani che si rincorrono e si stringono per entrare nelle grazie non dei cattolici ma delle gerarchie vaticane, e prontamente rispondono agli ordini di Ruini quali che siano. Il cardinale ricorda che la vita è un dono di Dio di cui la donna è puro contenitore e veicolo, e il giorno dopo partono l'indagine sulla 194 e l'assegno per la gravidanza: mai si ricorda tanta solerzia nella politica italiana.

Il discorso della politica istituzionale sulle donne da molto tempo non dice e probabilmente non ha mai detto granché sulla realtà delle donne. Ma dice molto sulla realtà della politica istituzionale: de vobis, non de nobis fabula narratur. A sostegno dell'assegno di gravidanza Rosi Bindi ha sostenuto ieri che è un'anticipazione della prossima politica di governo del centrosinistra. Il buongiorno si vede dal mattino: se questo è il mattino, sarà buio a mezzogiorno.

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09/12/2005 Il Messaggero - Abruzzo
Trans pestato e rapinato Indaga la Polizia
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Trans picchiato e ferito. E’ successo la notte scorsa in via Lungaterno. La vittima ha raccontato agli agenti di Polizia di essere salito su un’auto in compagnia di un uomo che sembrava essere un cliente. All’improvviso è stato aggredito e colpito più volte al capo fino a perdere conoscenza per poi essere scaricato, ancora svenuto, sull’asfalto.
Quando infine si è ripreso ha scoperto con orrore quel che era accaduto e si è accorto di essere stato anche derubato della borsa che conteneva 1500 euro e un telefono cellulare.
L’uomo ha riportato varie ferite superficiali e diverse contusioni, dopo le medicazioni è stato dimesso dal ”Santo Spirito”.
Le indagini della Polizia sono ostacolate dal fatto che la vittima non ricorda nulla del suo aggressore, neppure il tipo e il colore della vettura sulla quale era salito prima del pestaggio.

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10/12/2005 - Libero - Giusi Di Lauro
Trans investito, giallo a luci rosse
Prostituzione. La scorsa notte un viado brasiliano è stato ucciso da un'auto all'angolo tra le vie Novara e Silla. Si fa strada l'ipotesi di omicidio volontario


La polizia ha raccolto testimonianze, e non sarebbe stato un incidente: Roberta Oliveira, 28 anni, non stava attraversando la strada e poco prima aveva litigato con qualcuno.

Aveva 28 anni, era del Brasile e si chimava Roberta Oliveira. Altro non si sa di questa transessuale brasiliana, tranne che é stata travolto e ucciso da un'auto la scorsa notte all'angolo tra via Novara e via Silla, un posto dove di solito si prostituiva.
L'auto che ha investito Roberta è scappata senza fermarsi. Potrebbe essere un caso di "investimento di pedone" con "omissione di soccorso", di quelli che aggiornano periodicamente le statistiche nere della viabilità cittadina, se non fosse che la polizia locale, per la dinamica e le testimonianze raccolte, lascia aperta l'ipotesi che possa trattarsi di omicidio.

Tra gli elementi che suffragano questa ipotesi c'è il fatto che Roberta non stava attraversando la strada, ma se ne trovava ai margini, appena fuori dal marciapiede. E che l'auto non ha sbandato travolgendola, che sia stato proprio un movimento diretto verso di lei. Alcune testimonianze, che gli investigatori tengono a sottolineare essere discordanti, raccontano che Roberta aveva prima litigato con qualcuno. Elemento che potrebbe essere poi connesso con il suo investimento.

"Purtroppo non mi stupisce questo fatto, le transessuali, per di più straniere, senza magari il permesso di soggiorno sono considerate persone di serie B, e dunque facili vittime di reati destinati a restare impuniti", commenta Mirella Izzo, presidentessa dell'associaione Crisalide AzioneTrands. Tanto più che i dati raccolti da questa associazione raccontano di 14 omicidi di transessuali in Italia dal 1998 al 2005, tre di questi avvenuti a Milano.

"Le transessuali sono in questo senso perfette, persone a cui è facile riversare una colpa, è come se ci si sentisse autorizzati a ucciderle, perché si pensa che nessuno le reclamerà".

La Izzo parla dei transessuali al femminile rivendicando nel genere grammaticale l'identità delle persone che dal sesso maschile decidono la "transizione" in quello femminile. "Si, se si cominciasse almeno a usare il genere femminile, come già da tempo ad esempio fa la stampa statunitense sarebbe già un primo riconoscimento, a cui potrebbe seguire quello più importante dei posti di lavoro."

"Infatti, molte transessuali", come spiega la Izzo, "sono costretta a prostituirsi visto che in nessun luogo di lavoro sono accettate".

Come è successo a Roberta e come succede a molte sue conazionali che arrivano a Milano, considerata la capitale europea della comunità trans, alla ricerca di un lavoro, spesso nel mondo dello spettacolo, di fatto poi arruolate dai gestori della prostituzione in strada. Basta fare un giro notturno in città per disegnare una speciale tipografia, a seconda del genere e della nazionalità. Una sorta di vetrina mobile del sesso contro cui più volte l'amministrazione locale si è scagliata, maturando in questi ultimi 8 anni un'ordinanza detta anti-prostituzione, rilanciata in questi giorni anche dal Comune di Roma, contro i clienti in auto che si fermano per contrattare le prestazioni sessuali. "Abbiamo comminato dal '98 a oggi 13mila multe, sono contento che Roma abbia raccolto la nostra idea, all'epoca molto criticata", commenta e sottolinea il vicesindaco Riccardo De Corato.

Roberta viveva in una casa in via Cavezzali, una trasversale di via Padova, insieme a altre brasiliane come lei.

Era a Milano da poco e sconosciuta alle autorità italiane. Paradossale che la morte le abbia tolto la vita e insieme le abbia riconosciuto un nome.

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17/12/2005 - La Repubblica delle Donne - Ambra Radaelli - foto di Cristina Nuñez
«Trans come voi»
 

SOCIETÀ Sono impiegate, operaie, truccatrici, product manager. Fanno la spesa, vanno al cinema,
si innamorano, a volte si sposano, a volte hanno già avuto figli.
La loro particolarità è una sola: avere uniformato il sesso biologico alla vera identità.
Abbiamo incontrato, con l’aiuto dell’associazione Crisalide-Azione Trans, tre male to female (da persona fisicamente maschio, a donna anche nel corpo) e un female to male (il percorso inverso).
Ecco le loro storie... (continua)
pagine 98-99 - pagine 100-101 - pagine 102-103 - pagine 104-105 - pagine 106-107

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27/11/2005 - Il Corriere della Sera on line - Enzo d'Errico
Donna nuda e pastori. Presepe fa scandalo
Napoli, mostra in una chiesa. Statuine di guappi e rom e femminielli a spasso nei vicoli

NAPOLI - Donne che si offrono nude allo sguardo dei passanti, femminielli a spasso nei vicoli, guappi armati , bimbi rom in cerca di elemosine: credete sia l'ennesima istantanea a tinte forti che ritrae la Napoli dei bassifondi? No, guardate meglio: quello che avete davanti è un presepe. Anzi, l'ultimo presepe scolpito dai maestri Scuotto, una delle famiglie più famose dell'artigianato artistico vesuviano. È di scena la vita quotidiana che circonda la Natività , ma stavolta con i personaggi tradizionali compaiono figure che riflettono l'attuale disordine del mondo (e, dunque, anche di Napoli) senza cedere all'oleografia. Anche perché Salvatore, Raffaele, Emanuele e Anna Scuotto hanno fatto della qualità un marchio d'origine fin da quando, nel 1996, fondarono il loro laboratorio «La Scarabattola», dal nome dei contenitori di legno con una campana di vetro in cui sono racchiusi tanti presepi. Cinque anni fa, su incarico della Casa Reale di Spagna, furono questi artigiani a modellare 147 pastori per il presepe monumentale della Reggia di Madrid. Volete sapere, allora, come gli sia saltato in testa d'infarcire la tradizione con erotismo e violenza? La risposta, anticipata ieri dal Corriere del Mezzogiorno , è semplice: la ribalta, stavolta, appartiene agli «assenti», quelli di solito prigionieri dell'ombra e senza diritto d'asilo nella storia. Nulla a che fare con le statuette raffiguranti i famosi che, ormai da anni, invadono le bancarelle. E guai a sospettare che si tratti di un'abile sortita pubblicitaria alla vigilia della mostra a Napoli, dal 26 novembre all'8 dicembre nella chiesa di San Severo al Pendino, e tre giorni dopo a Roma nella basilica di San Giacomo in Augusta: gli artigiani rispediscono al mittente ogni insinuazione. «È più scandaloso vedere una Lecciso tra i pastori che un nudo femminile - dice Salvatore Scuotto -. Queste scene appartengono alla realtà e quindi possono essere inserite nel presepe rispettando i canoni settecenteschi. Certo, la nostra opera verrà ospitata in due chiese e, probabilmente, solleverà discussioni. Ma volevamo lanciare una provocazione culturale: lo scandalo vero è nelle operazioni commerciali che mirano a piazzare sulla scena della Natività le statuette di Bin Laden e Bush, Berlusconi e Di Pietro, Al Bano e Loredana Lecciso». Chiamato in causa, Giuseppe Ferrigno (l'artista che ha ideato i «pastori vip») smorza la polemica: «Nei presepi del '700 comparivano già nudi di donna e personaggi della cronaca. Si sta facendo tanto rumore per nulla».

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22/12/2005 - ANANOVA AGENCY (UK)
«Natività travestita shocca Roma»
 

A nativity scene that includes naked women and transvestites standing near the baby Jesus has caused outrage in Italy.
The scene was created by the Scuotto siblings from Naples, who are famous for carving traditional nativity scenes.
Their latest, more controversial, offering is now on show at the San Giacomo church in Rome.
Father Raffaele has refused to remove the set despite members of the congregation expressing their outrage at the "blasphemous" scene.
Defending the sordid depiction of the birth of Christ, Salvatore Scuotto said: "Such scenes are a part of reality.
"The real scandal is when figures such as Bin Laden or George Bush are used in nativity scenes."
http://www.ananova.com/news/story/sm_1657012.html

Traduzione:

Una scena della natività che include donne nude e travestiti vicini a Gesù Bambino ha creato scandalo in Italia.
La scena è stata creata dai fratelli Scuotto di Napoli, famosi per la creazione di presepi tradizionali.
Il loro ultimo lavoro, più controverso, che hanno offerto è ora in mostra presso la Chiesa di San Giacomo a Roma.
Padre Raffaele si è rifiutato di rimuovere la scena nonostante i membri della congregazione abbiano espresso il loro oltraggio per la scena "blasfema".
Difendendo la sordida rappresentazione della nascita di Cristo, Salvatore Scuotto ha dichiarato: "Queste scene sono parte della realtà. Il vero scandalo è quando figure come Bin Laden o George Bush sono usate nei presepi natalizi".
http://www.ananova.com/news/story/sm_1657012.html

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30/12/2005 - AdnKronos
Brasile. Poliziotti a lezione per imparare a rispettare i gay
I corsi saranno tenuti da un bisessuale e da un transessuale.

O sotto accusa o sotto tutela, grazie al centrodestra e al centrosinistra uniti nella rincorsa al cardinal Ruini le donne italiane vengono retrocesse dal discorso politico allo statuto di soggetti minori, deboli e potenzialmente criminali.

La realtà per fortuna è cosa diversa dal discorso, ma il discorso produce effetti di realtà e dunque questa retrocessione va presa sul serio, contrastata e rispedita ai mittenti e, ahinoi, alle mittenti. Quando nelle stesse ore alla camera la mano destra dà il primo via all'indagine sull'applicazione della 194 e la mano sinistra propone un assegno di sostegno alla gravidanza; e tutte e due, la mano destra e la mano sinistra, giurano di agire «per aiutare le donne», c'è una sola risposta possibile a tutte e due ed è «no, grazie».

L'indagine sulla 194, brillante idea del neoeletto segretario dell'Udc che altra via non aveva per accedere agli onori della cronaca, non servirà a sapere nulla che già non si sappia sull'applicazione della legge (peraltro già annualmente monitorata dal ministero della sanità), ma serve a rimettere le donne sul banco degli imputati, supportando istituzionalmente la campagna di criminalizzazione dell'aborto che imperversa su media potenti e meno potenti. L'assegno di sostegno alla gravidanza non servirà a estendere un diritto alle lavoratrici precarie (perché Livia Turco e Rosi Bindi non si stendono sul tavolo programmatico di Romano Prodi per imporgli l'impegno all'abrogazione della legge 30?), serve a consentire al ministro Storace di dare a entrambe, Livia Turco e Rosi Bindi, il benvenuto nel fronte della «prevenzione» dell'aborto.

Tutt'e due, indagine e assegno, servono a rafforzare il messaggio che da ogni parte risuona, che le donne non sono soggetti sovrani ma oggetto di cura statale e curiale. Siamo nelle loro mani, e in che mani.

Le stesse mani che in parlamento si rinviano da uno schieramento all'altro la palla delle quote rosa, ripetendo all'infinito una pantomima ipocrita e ineffettuale che non servirà a candidare più donne, serve a strumentalizzarle a fini di schermaglia politica e ad alimentare un'immagine di miseria femminile che ricade in primo luogo sulle parlamentari stesse, di destra e di sinistra parimenti. Le stesse mani che si rincorrono e si stringono per entrare nelle grazie non dei cattolici ma delle gerarchie vaticane, e prontamente rispondono agli ordini di Ruini quali che siano. Il cardinale ricorda che la vita è un dono di Dio di cui la donna è puro contenitore e veicolo, e il giorno dopo partono l'indagine sulla 194 e l'assegno per la gravidanza: mai si ricorda tanta solerzia nella politica italiana.

Il discorso della politica istituzionale sulle donne da molto tempo non dice e probabilmente non ha mai detto granché sulla realtà delle donne. Ma dice molto sulla realtà della politica istituzionale: de vobis, non de nobis fabula narratur. A sostegno dell'assegno di gravidanza Rosi Bindi ha sostenuto ieri che è un'anticipazione della prossima politica di governo del centrosinistra. Il buongiorno si vede dal mattino: se questo è il mattino, sarà buio a mezzogiorno.

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lunedì 05 dicembre 2005 , Il giornale di Brescia
Brescia. Rapinano un viado arrestati tre romeni
Uno dei tre inoltre voleva costringerlo ad un rapporto sessuale
Rezzato - Rapina, sequestro di persona, e poi ancora tentata violenza sessuale, percorsse e lesioni.

Accuse pesantissime per le quali dovranno rispondere - a vario titolo - tre rumeni che sono stati arrestati dalla Polizia locale di Rezzato nell'ambito di un normale servizio di controllo del territorio. Gli agenti infatti hanno fermato una Volkswagen Sharan che stava viaggiando a forte velocità in via dei Mille, una parallela alla Statale 11, nella zona commerciale del paese.

Dall'auto è sceso un transessuale argentino di 36 anni che ha chiesto loro aiuto. Secondo quanto riferito dal viado, i tre rumeni lo avevano appena rapinato di settanta euro. Caricatolo con forza sulla vettura uno dei tre inoltre voleva costringerlo ad un rapporto sessuale, tentando di violentarlo. I rumeni, di 30, 35 e 44 anni, risultati essere tutti clandestini, sono stati arrestati per rapina e sequestro di persona. Quello di 35 anche per tentata violenza sessuale, percosse e lesioni. La vettura sulla quale avevano caricato il viado è stata posta sotto sequestro.