LO STORY BOARD
Bree è una
transessuale che vive nella periferia di Los Angeles. Fa due lavori
e cerca di risparmiare per pagarsi l'ultimo intervento, quello che la
renderà definitivamente una donna. Un giorno riceve una telefonata
da New York. All'altro capo del filo c'è un giovane delinquente,
Toby, alla ricerca del padre mai conosciuto. Bree si rende immediatamente
conto di essere la persona che il ragazzo sta cercando, nato da un rapporto
occasionale avuto tanti anni prima, quando era un uomo. Ciò nonostante,
non vuole prendersi la responsabilità di un figlio. Ne parla
con il suo terapista che lo consiglia di cercare il ragazzo e di guardare
in faccia il suo passato prima di affrontare l'operazione decisiva.
Così Bree prende il primo aereo per New York e va a tirare fuori
di galera suo figlio. Il ragazzo pensa che la strana donna che si trova
davanti sia una missionaria cristiana impegnata nel recupero di quanti
si sono allontanati dalla via di Gesù. Bree non fa nulla per
chiarire l'equivoco, ma si spaventa del fatto che il ragazzo abbia la
ferma intenzione di ritrovare il padre. Inizia così il loro viaggio
lungo l'America alla volta di los Angeles, alla ricerca di loro stessi
e del loro rapporto
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SCHEDA
DEL FILM
Regia: Duncan Tucker
Cast: Felicity Huffman, Kevin Zegers,
Graham Greene
Genere: Commedia drammatica
Nazionalità: USA
Festival Internazionale di Berlino
2005 – Miglior Film “ Sezione Panorama”
Tribeca Film Festival 2005 – Miglior
attrice
Deauville Film Festival 2005 – Migliore
Sceneggiatura
Un ragazzo disadattato vive di espedienti
per le strade di New York. Il suo desiderio più grande è
trovare il padre mai conosciuto. Ma l'incontro tanto sognato lo metterà
di fronte alla più inaspettata delle rivelazioni: il padre non
è più l'uomo che lo ha concepito, ma un transessuale in
procinto di sottoporsi all'intervento definitivo per diventare donna.
Felicity Huffman , vincitrice dell'Emmy
per la serie TV Desperate Housewives , recita la difficile
parte del padre transessuale.
Sito ufficiale www.transamerica-movie.com
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RECENSIONI
E COMMENTI
Altro
che Lapo, Transamerica scuote il Vecchio Continente
Da Desperate Housewives ai... Transamerica, una delle casalinghe più
famose del mondo si converte in modo sorprendente.
Felicity
Huffman infatti è la protagonista del primo film di Duncan Tucker
che sta scuotendo molto il pubblico mondiale.
Per ora confinato all'esposizione nei grandi Festival - Londra, Zurigo,
Vienna, Berlino - europei, ma se tutto filerà liscio finirà
nelle grandi sale internazionali (In USA è già nel circuito
delle sale NdR).
Non è solo lo scandalo Lapo a tener banco in Italia. E' il fenomeno
dilagante dei trans che fa parlare il globo. Nelle sue sfaccettature
più complesse.
Un film che fa riflettere. E racconta la storia di Stanley, un transessuale
che sta per compiere l'ultimo passo per diventare Bree, donna a tutti
gli effetti.
Un mutamento che però conosce molti problemi quando dal passato
di Stanley si fa vivo un figlio diciasettenne (e ribelle) che non sapeva
di avere.
Un viaggio on the road li aiuterà a conoscersi davvvero, ma l'incontro
sarà difficile e tormentato...
(tratto da Affari Italiani)
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LA
RECENSIONE DELLA CHIESA AMERICANA
Premessa:
dopo le recenti e scontatissime polemiche vaticane sul film Brokeback
Mountain (vincitore del Golden Globe e del Leone d'Oro) che racconta
la storia di due Cow Boys gay, sta per uscire in Italia un altro film
che sicuramente farà parlare e "scalderà" l'anima
medioevale della Curia Centrale. Transamerica parla infatti in toni
decisamente morbidi della storia di una transessuale. Felicity Huffmann
che ha interpretato "Bree" la trans della storia ha appena
vinto il Golden Globe per l'interpretazione. In attesa di conoscere
a che livello saranno gli strali sul film dell'accolita papale, può
risultare interessante leggere come la Chiesa Americana, decisamente
più aperta in tema di diritti civili, ma costretta all'obbedienza,
ha recensito il film. Come avrete modo di capire anche voi, al povero
David DiCerto il film è quasi certamente piaciuto e tutto il
suo testo è un continuo rimbalzare fra il racconto empatico del
film e la posizione ufficiale che la Chiesa (e i suoi fedeli) devono
tenere. Una recensione che ufficialmente proibisce, ma di fatto invoglia
anche i cattolici a vedere il film. Scommetterei un penny che in Italia
i toni saranno decisamente più duri.
Ecco qui per voi come ce lo racconta la Catholic News Service americana.
Catholic
News Service, USA
Recensione film
Transamerica
di David DiCerto
Catholic News Service
traduzione dall'inglese: Androgyne boy
NEW YORK (CNS) -- Come nucleo centrale, "Transamerica" (Weinstein) esplora
il tema dei legami familiari, delle connessioni interpersonali e dei
disagi genitore-figlio, ma con un'interpretazione non convenzionale
e moralmente discutibile: il genitore qui è un uomo transessuale
pre-operazione.
Più conosciuta per il suo ruolo nel telefilm di prima serata
"Desperate Housewives", Felicity Huffman interpreta il protagonista
Stanley "Bree" Osbourne, un uomo californiano che desidera ansiosamente
essere una donna.
Nonostante abbia già messo in atto i primi passi per apparire
più femminile - vestendo come una donna, usando una voce più
effettata e prendendo dosi giornaliere di estrogeni - Stanley non ha
ancora affrontato l'operazione che completerà la sua metamorfosi
anatomica.
Alla vigilia dell'operazione di "riattribuzione di sesso", una notizia
bomba cade su di lui: quando si trovava al college ha messo involontariamente
al mondo un figlio, Toby (Kevin Zegers), ora teenager arrabbiato in
fuga che lavora come prostituto sulla strada, e arrestato a New York
con l'accusa di possesso di droga.
Su consiglio del suo psicologo (Elizabeth Pena), che rifiuta di dare
il via libera all'operazione finchè i problemi con il ragazzo
non saranno risolti, Stanley vola a New York e paga la cauzione, mantenendo
la sua identità paterna segreta presentandosi come un benefattore
Cristiano.
I due si mettono in viaggio verso ovest, e l'intenzione di Stanley è
di scaricare Toby - la cui madre è morta - presso il patrigno
del ragazzo nel Kentucky (da cui, all'insaputa di Stanley, Toby è
fuggito).
Ma Toby ha altri piani; vuole andare a Hollywood per sfondare nell'industria
porno, mettendosi alla ricerca nello stesso tempo del suo padre biologico,
inconsapevole di quanto la soluzione sia vicina.
Il melodramma subentra quando i due cominciano a prendere confidenza
l'uno nell'altro durante il viaggio attraverso il paese, per finire
sulla porta di casa dei discordi genitori di Stanley (Burt Young e Fionnula
Flanagan), che ovviamente Toby non sa essere i suoi nonni.
La Huffman presenta una performance credibile ed emotiva, trasmettendo
con onestà e pathos il profondo senso di angoscia e confusione
patito da Stanley. Dall'altro lato Zegers (una sorta di Leonardo di
Caprio dai capelli castani) non sfigura come co-protagonista.
Il regista Duncan Tucker maneggia con sobrietà, umanità
e una buona dose di delicatezza e humor una tematica delicata. Ma il
ritratto positivo che il film dà del transessualismo è
inequivocabilmente incompatibile con gli insegnamenti della chiesa sulla
sessualità umana e sull'identità di genere.
Inoltre, la procedura di cambio di sesso di Stanley è in conflitto
con le prescrizioni cattoliche contro le "amputazioni volontarie, le
mutilazioni e sterilizzazioni" pronunciate nel catechismo della Chiesa
Cattolica.
Lontana dalla patologia, la decisione di Stanley è mostrata come
una scelta positiva e salutare verso l'autorealizzazione. Normalizzando
la "disforia di genere" di Stanley, Tucker mette in luce solo superficialmente
il confluire di problematiche emozionali e psicologiche di fondo che
hanno portato Stanley alla sua alienazione sessuale.
Assumendo un tono di approvazione, Tucker dà al transessualismo
non solo legittimazione ma anche il benestare divino, facendo dichiarare
a Stanley che "Gesù mi ha fatto in questo modo, così che
io possa soffrire e rinascere come lui ha fatto". Coloro che non concordano
con l'elasticità di genere di Stanley sono relegati nel ghetto
dello stereotipo, presentati come ignoranti (Toby prima dell'illuminazione)
o intolleranti e di mente ristretta (la madre di Stanley, una cristiana
conservatrice che non lo supporta nella sua decisione).
Aldilà di un tema che molti troveranno parecchio indigesto, due
scene in particolare ci lasciano perplessi. La prima coinvolge un momento
di "crying game", dove il "segreto" anatomico di Stanley è svelato
mentre lui urina. Ancora più disturbante e meno giustificabile
è la scena in cui Toby - inconsapevole delle implicazioni incestuose
- si offre a Stanley (l'apertura è coerente con un personaggio
emozionalmente ferito, che sembra incapace di esprimere affetto in modalità
non sessuali).
Il titolo del film si apre a multiple interpretazioni: il viaggio "attraverso"
(trans) l'America; il filo conduttore della transessualità; e
la trasformazione di Stanley dalla concentrazione su di sè all'assunzione
di responsabilità.
Ma ancora, nonostante "Transamerica" in effetti sostenga la tolleranza
e la compassione, la tesi del film che la sessualità è
malleabile non è compatibile con il punto di vista cattolico.
Come la locandina scrive, "la vita è più della somma delle
sue parti". Abbastanza vero. Tuttavia, alterare solo quelle parti non
cambia chi sei nel profondo.
Il film presenta un ritratto amichevole della transessualità,
un incontro omosessuale e altri elementi gay nel plot, nudità
frontale e posteriore, droga, una scena di urinazione, così come
un uso frequente di linguaggio crudo e sessualmente esplicito, oltre
che profanità.
La classificazione dell'Ufficio USCCB per Film & Broadcasting è
0 = moralmente offensivo. La valutazione della Motion Picture Association
of America è R - ristretto. Gli spettatori sotto i 17 anni richiedono
la compagnia di un genitore o altro adulto.
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Dicerto è nello staff dell'Ufficio per Film & Broadcasting
della U.S. Conference of Catholic Bishops.
Copyright (c) 2006 Catholic News Service/USCCB. All rights reserved.
http://www.catholicnews.com/data/movies/06mv008.htm
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NOSTRA RECENSIONE IN ANTEPRIMA NAZIONALE di Monica
Romano
Uscendo dalla sala dove è stato trasmesso in anteprima nazionale
il film "Transamerica", ho provato una sensazione piacevole e liberatoria.
I titoli di coda alle mie spalle, i giornalisti ed i loro commenti
attraverso i quali cercavo di farmi strada... Bree è una di noi,
pensavo.
Quasi non riuscivo a credere che Felicity Huffman, l'attrice che interpreta
Bree, in realtà sia una donna biologica, una "genetica",
come usiamo dire noi trans, nel nostro "gergo".
Non mi ha dato la sensazione di essere il solito attore/attrice che
si cimenta nel ruolo della transessuale.
Non ho avvertito quella differenza, quella distanza. La consapevolezza,
per capirci, che loro sono loro e noi siamo noi.
Loro.
Ovvero registi, sceneggiatori, attori, scrittori, artisti... pur
sempre osservatori esterni, a volte morbosi, altre crudeli, altre
in buona fede ma comunque incapaci di capire, di capirci davvero.
Noi.
Delusi dall'ennesimo film, libro, spettacolo teatrale, prodotto che
specula sulla nostra condizione senza rappresentarci nemmeno un po'.
Questa volta non mi è successo.
Bree è una di noi.
Si barcamena fra due lavori, cameriera e operatrice di telemarketing.
La transizione costa. Non vive in un mondo lontano, misterioso, distante per
il pubblico in sala. Lavora e vive del suo stipendio, come molti spettatori
che a giorni vedranno questo film.
Non è femme fatale. Ha più l'aspetto di una madre di famiglia.
Al punto da potersi "far passare" per una missionaria cristiana
quando si presenta in carcere per pagare la cauzione al figlio avuto
17 anni prima da un'avventura.
L'ironia, l'autoironia caratterizzano questo film. Ma parliamo di humor,
non del solito ammiccare/alludere becero, volgare, ossessivamente
riferito al sesso.
Humor che richiede una certa attenzione per poter essere colto
e ridere davvero di gusto.
Le relazioni famigliari sono il tema centrale della storia.
L'affetto negato la chiave di lettura.
"Vorrei solo che vedessero chi sono davvero", dice Bree, riferendosi
ad una madre ottusa e castrante, preoccupata per i vicini e per ciò
che potrebbero dire o pensare.
Tutt* noi vorremmo essere vist*, vissut* per ciò che siamo davvero.
La nostra essenza è celata, il nostro modo di essere sono trasfigurati
agli occhi di chi abbiamo vicino da definizioni, categorie, regole
implicite, diktat culturali e - non ultimo - un corpo che non ci
rappresenta.
La lotta di Bree affinché la sua famiglia d'origine - la madre
tanto ottusa ed il figlio ritrovato - sappiano superare tutti questi
ostacoli è la lotta di tutte le persone t*.
Questo film così delicato sà rendere questa lotta e le
sofferenze che comporta comprensibili anche ad un pubblico profano e
distante dalle nostre problematiche.
Un vero traguardo.
Per questo consiglio caldamente la visione di questo film, incrociando
le dita e augurandomi che raggiunga un gran numero di persone, che abbia
il meritato successo nelle sale, e che Felicity Huffman riceva
l'oscar per la sua straordinaria interpretazione.
Monica Romano
Crisalide AzioneTrans onlus
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RECENSIONE
CRITICA DELL'ATTIVISTA AMERICANA RACHEL C. THOMPSON
(Esclusiva di Advocate.com del 1 giugno 2006)
Transamerica
trascende il problema?
Una donna
transessuale pensa che ci siano molte cose sbagliate nel film di Felicity
Huffman ora disponibile in DVD: la scienza è inaccurate, l'abbigliamento
fuorimoda, e gli stereotipi frequenti.
Ciononostante, c'è sempre qualcosa nel film che tocca il cuore.
di Rachel C. Thompson
traduzione dall'inglese: Davide Tolu
(An Advocate.com
exclusive posted, June 1, 2006)
Quasi tutto
ciò che si vede nei film, nella stampa, o in TV riguardante le
persone transessuali è in qualche modo fuorviante, sesazionalistico
o negativamente stereotipato. Il film Transamerica non fa eccezione.
Eppure alle
persone transessuali generalmente il film piace. Sono così abituate
al trattamente negativo e disinformato con cui i media trattano la comunità
che quando qualcosa di remotamente positivo appare, lo accolgono a braccia
aperte. Come se fosse una grande vittoria della verità- Ma in
ogni rappresentazione del transessualismo, i media non possono fare
a meno di incantare il pubblico con il sensazionalismo.
Nessun programma di intrattenimento è efficacemente corretto
su questo argomento così complesso. Gli articoli di giornale
spesso hanno una tendenza a svilire l'informazione o sbagliano usando
i pronomi e la terminologia. Gli spettacoli televisivi da Oprah e Montel
Williams fino ai documentary ei teelgiornali si focalizzano sull'effetto
shock del transessualismo piuttosto che sulla sua umana quotidianità.
Anche Transamerica assume una lista di stereotipi intesi a shockare
e sbalordire lo spettatore.
Parlando del film, le persone trans diranno certamente che Transamerica
gli è piaciuto e che è una buona cosa per la Comunità
T.
Ma se si insiste, verrà fuori che ci sono anche parti che non
sono piaciute.
Le tre critiche principali al film sono: la superficialità nella
rappresentazione del percorso di transizione, gli stereotipi non realistici,
e il fatto che non sia una donna transessuale ad interpretare il ruolo
principale.
Quasi tutte le persone trans sono attori per necessità. Prima
della transizione, la maggioranza deve far finta di essere qualcuno
che in realtà non è. Alcune, una volta che riescono a
`passare' ricominciano a recitare vivendo in modalità "stealth"(nascondendo
il proprio passato, NdT), come mostra il film.
Ma vivere `stealth' è una scuola di pensiero vecchia, uno stereotipo
che attende dietro la curva. Sempre più persone trans oggi vivono
inserite e conosciute come trans dalle persone non trans. Sempre meno
sono quelle che transizionano e poi fuggono lontano per cominciare una
nuova vita.
Questa modalità sta diventando rara nella nostra era della super
informazione, e sempre meno necessaria per la sopravvivenza man mano
che –seppur lentamente- le leggi antidiscriminazione che includono
il transgenderismo si stanno diffondendo nel Paese.
Esistono
già persone trans che lavorano nel mondo dello spettacolo come
attori, cantanti, intrattenitori, modelli e musicisti. Trovare un'attrice
transessuale non sarebbe molto difficile. Forse che Hollywood ha fatto
una audizione a Kate Bornstein or Namoli Brennet?
Non ci pare. Se ci fosse stato un pubblico appello per un attore transessuale,
una folla di contendenti avrebbe risposto alla chiamata. Invece ad interpretare
il ruolo della transessuale preoperazioni è Felicity Huffman,
una donna genetica. Ha fatto un lavoro fantastico nel recitare la part
di una trans degli anni '70.
Ma il film è ambientato ai giorni nostri.
Comprensibilmente, sono necessari alcuni stereotipi per delineare questa
storia, ma c'è troppa disinformazione sul transessualismo in
questo film.
Alcuni elementi della relazione terapeutica rappresentata nel film sono
molto al di fuori degli "Harry Benjamin Standards of Care,"
o delle normali procedure ed etiche terapeutiche. Per esempio, la sessuologa,
Margaret (interpretata da Elizabeth Peña), non avrebbe potuto
frenare la paziente sulla base delle questioni irrisolte inerenti la
recente scoperta di Bree di avere un figlio, soprattutto non quando
mancano poche settimane all'operazione di riassegnamento di sesso. I
chirurghi negli Stati Uniti e in Canada richiedono in grande anticipo
una lettera d'autorizzazione, ben prima che l'operazione sia programmata.
Anche i chirurghi in Thailandia, dove non si richiedono autorizzazioni,
hanno bisogno di avere prenotazione in anticipo per programmare le operazioni.
Nella realtà una terapista non potrebbe e nemmeno vorrebbe fermare
Bree dal sottoporsi all'operazione.
Inoltre, il personaggi maschile del medico ritratto nel film è
ben fuori dalle principali correnti psicologiche, e non rappresenta
i correnti standard di diagnosi e trattamento. Oggi il transessualismo
non è visto dalla medicina come una patologia o un disordine
mentale, e i professionisti della psicologia accettano e comprendono
le realtà scientifiche, mediche e psicologiche del transessualismo
di gran lunga molto di più di quanto è mostrato nel film.
Quella scena è gravemente dannosa per la comunità T quanto
il The Jerry Sprinter Show (programma televisivo statunitense, NdT)
ed è altrettanto poco realistica.
Bree dimostra
varie modalità stereotipate che sono ben lontane dalla quotidiana
realtà della comunità trans contemporanea. Il suo modo
di vestire non è normale per una transessuale che ha vissuto
a tempo pieno come donna per più di un anno, ha avuto almeno
300 ore di elettrolisi (che di solito dura anni) ed è stata in
terapia per così tanto. Bree potrebbe essere la tipica persona
che transiziona 30 o più anni fa ma non oggi.
Bree è stata vestita e costruita come una stereotipata e attempata
cross-dresser (che utilizza solo l'abbigliamento per apparire donna,
NdT) che preferisce l'abbigliamento popolano della sua gioventù,
non una persona pronta per una operazione di riconversione sessuale
nel mondo moderno. Le donne transessuali di oggi generalmente appaiono
e vestono proprio come ogni altra donna. Quante donne si vedono per
la strada vestite come la donna tutta chiesa del "Saturday Night
Live"? (altro spettacolo televisivo statunitense, NdT).
Per inserirsi nel tessuto sociale o nascondere la propria peculiarità
è necessaria una capacità di adattamento. Bree invece
spicca come una luce al neon con la sua mise anni '50. E' troppo giovane
per vestirsi così.
Un altro
grande problema è nella trama. Il figlio di Bree, Toby (Kevin
Zegers), in quanto marchettaro dovrebbe essere in grado di riconoscere
Bree come transessaule da chilometri di distanza, dal momento che lei
attraversa gli stessi territori che sono frequentati da prostitute transessuali
e travestiti.
Per questo motivo, non sarebbe così facile imbrogliare una persona
nella posizione di Toby come nella scena del party a casa dell'amica
trans, che era poco realistica e poco caratteristica di una riunione
di donne trans. Lo stesso dialogo del gruppo è tipico dello humor
sensazionalistico di Hollywood, ma fuorviante.
Eppure, a dispetto dell'aver rinforzaro stereotipi utilizzando la disinformazione,
Transamerica è un film che fa più bene che male, perché
è ben scritto, ben recitato e rende umani I personaggi principali.
Una buona fiction è possible solo grazie a personaggi credibili
che sperimentano conlflitti della vita reale, cose in cui tutti possono
identificarsi.
Infine, Transamerica è un film su relazioni, rivelazioni, perdite
e guarigioni. Le vite dei protagonisti sono atipiche ma la loro umanità
è universale. Il messaggio più importante di Transamerica's
al grande pubblico sulla comunità T è che anche le persone
trans sono esseri umani. Transamerica trascende le linee superficiali
del genere sessuale e raggiunge le profondità del cuore umano.
Un pubblico che si aspetti un film educazionale lo troverà poco
informativo. Ma questo è un film viscerale con una grande lezione
sulla diversità umana, e ci riesce mostrando un arcobaleno di
colori.
Rachel Thompson
è una donna transessuale, scrittrice e attivista
socio-politica LGBT.
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