MOS, Movimento Omosessuale Sardo
Ali, Alternativa Lesbica Italiana
GayRoma.it
Arcilesbica Nazionale
Crisalide AzioneTrans, onlus
Arcigay “Il Cassero”,
Bologna
MIT, Movimento Identità Transessuale
Antagonismogay, Bologna
Circolo Pink, Verona
GLO, Milano
Arcigay-Arcilesbica "Omphalos", Perugia
Arcilesbica “Lady Oscar”, Palermo
ArciLesbica Zami, Milano AltroQuando, Palermo
AGEDO Nazionale
Fuoricampo Italian Lesbian Group Italy
Arcinuovagay, Cesena
ArciLesbica, Bologna
Di'Gay Project, onlus
Arcigay - Arcilesbica "Circomassimo", Ferrara
Circolo Mario Mieli, Roma
Bari Pride 2003
Circolo Arcilesbica, Trento
Arcilesbica-Arcigay “Pianeta Urano”, Verona
IREOS_ centro servizi autogestito Comunità Queer, Firenze
Mirella Izzo,
Eleonora
Dall'Ovo,
Porpora
Marcasciano,
Delia
Vaccarello,
Massimo Mele,
Mauro
Cioffari,
Giovanni
Dall'Orto,
Elisabetta
Degli Esposti Merli,
Elisabetta
Biagetti,
Gabriella
Romano,
Massimo
Consoli,
Beppe
Banchi,
Gino
Carpentiero,
John
Gilbert,
Imma
Battaglia,
Michele Bellomo
Helena Velena,
Vladimir
Luxuria
|
Votiamo sì al referendum per l’estensione dell’ art.18
Se il tuo capo può licenziarti in
qualsiasi momento e senza una giusta causa, come puoi rivendicare
altri diritti ed essere rispettato per le tue scelte di vita?
I lavoratori e le lavoratrici non hanno uguali diritti: per
condizioni oggettive che attengono il mercato del lavoro,
ma anche per scelte e condizioni personali che riguardano
le culture, il genere, l’ orientamento sessuale, il paese
di provenienza. Le ideologie razziste e sessiste oggi ispirate
al neoliberismo privano donne e uomini di diritti fondamentali.
I pregiudizi verso le persone omosessuali e transessuali alimentano
ancora discriminazioni, mobbing, emarginazioni, violenze psicologiche,
molestie nel mondo del lavoro. La direttiva europea 78/2000
e il referendum per l’estensione dell’articolo 18 rappresentano
insieme, un’importante occasione per estendere tutele e garanzie
a tutti coloro che oggi subiscono discriminazione.
Estendere i diritti del lavoro, renderli davvero universali,
è un fatto di civiltà. Siccome non c' e' pace
senza giustizia, noi crediamo che il NO alla guerra globale
sia fortemente legato ad una necessaria alternativa al modello
neoliberista che la genera, producendo sul fronte interno,
lo smantellamento di diritti fondamentali a partire dal diritto
a non essere licenziati senza “giusta causa”.
Noi vogliamo concorrere alla costruzione di una diversa cittadinanza
per uomini e donne, contrapposta al processo di precarizzazione
che ha pervaso il sistema di garanzie e di tutele esistente,
creando sempre più profonde disuguaglianze e esclusioni.
L’estensione dell’articolo 18 è una tutela immediata
per TUTTI/e le lavoratrici e i lavoratori dipendenti e apre
la strada all’estensione dei diritti anche per il lavoro atipico
e precario che dilaga fra le donne e i giovani.
La vittoria del SI contribuirebbe fortemente ad aprire una
nuova stagione per l’affermazione dei diritti di cittadinanza,
sociali e civili di tutti, nativi e migranti.
La vittoria del SI determinerebbe nei fatti la prima sconfitta
del governo Berlusconi, un primo stop alle politiche neoliberiste
e di smantellamento dello stato sociale. Per i movimenti un
avanzamento nel segno dell’alternativa e della trasformazione
sociale.
Noi che ci battiamo per un altro mondo possibile, rivendichiamo
una indivisibilità dei diritti sociali e civili. Per
queste ragioni il 15 e il 16 giugno votiamo Sì, impegnandoci
per la vittoria del referendum nelle città dove siamo
presenti.
|