LA NOSTRA GLASNOST
(trasparenza)
LEGGE MANCINO: SOTTO ATTACCO L'INSERIMENTO DELLA
IDEALI, IDEOLOGIE, POLITICA E "PERSONALE"
LE DIFFICOLTA' E SOFFERENZE DI CRISALIDE
DISCLAIMER:
questo intervento della presidenza onoraria di Crisalide precede
l'Assemblea Straordinaria di rifondazione prossima ventura dell'Associazione
e pertanto rappresenta il punto di vista di chi scrive e che sarà
oggetto di dibattito nel corso della stessa Assemblea
Soltanto
chi arriva su queste pagine per la prima volta e trova una mole
di oltre 500 pagine tutte dedicate al transgender, ai servizi, alle
battaglie politico/sindacali, ai testi di riferimento del movimento
transgender, ma non ha mai seguito l'andamento continuo dell'Associazione
può oggi non accorgersi che Crisalide sta attraversando un
momento delicato e - con la franchezza che ho sempre cercato di
usare in rispetto di chi legge - per certi versi, critico.
Il tutto in un panorama associazionistico transgender sempre più
frazionato e poco unitario.
Non basta darsi un nome di Coordinamento per arrestare
questo processo. Un coordinamento è tale nella realtà
solo quando vi è rispetto reciproco di ogni singolo componente
(associazione) e quando vi è un progetto ideale con una base
comune e quando manchino logiche di supremazia o annessione.
Purtroppo tutta Crisalide ha sperimentato che il cosiddetto Coordinamento
Trans non ha avuto nessuna delle caratteristiche richieste
perché funzionasse in modo dignitoso, rispettoso, non ideologico.
Crisalide si è sempre mostrata come un'Associazione con delle
specificità diverse dal resto del panorama dell'Associazionismo
Trans. Non per questo si è mai permessa atteggiamenti monopolistici
o di scontro con altre Associazioni o con loro rappresentanti. E'
sufficiente scorrere queste stesse pagine per verificarlo. Fino
ad un paio di anni fa, molti dei documenti prodotti, dei comunicati
stampa, portavano almeno la firma di Crisalide, MIT e spesso CGIL
Nuovi Diritti, insieme. Paradossalmente proprio il "Coordinamento"
ha ridotto la produzione di materiale realmente condiviso, di una
politica che - rispettando le diversità - trovasse momenti
e battaglie davvero comuni, realmente condivise, su cui spendersi.
Questo è accaduto perché, a mio parere, l'unità
va cercata e non idealizzata come un dogma. Quando questo avviene
vi è sempre una parte che tende a dominare sull'altra. Crisalide
si è sentita spesso trattata come l'avversario (se non il
nemico) all'interno di questo Coordinamento e non come
una utile e competente risorsa.
Tutto ciò non spiega il momento critico che sta attraversando
la nostra Associazione. Semmai è un monito a favore della
trasparenza come dato imprescindibile per intraprendere qualsiasi
discorso di unità, ed infatti, per le ragioni sopraddette
il danno ha riguardato tutto il movimento transgender, non (o non
solo) Crisalide. C'è quindi dell'altro - specifico - che
si sovrappone ad un quadro generale mai così in basso negli
ultimi 10 anni.
Quando ho scritto "Crisalide è diversa dal resto
dell'Associazionismo Trans", non ho voluto marcare un
territorio, ma più semplicemente (ma anche più complessamente)
constatare che per ispirazione ideale, scelte di politica transgender,
modus operandi, rapporto con i nostri soci e con l'esterno, democrazia
interna e molte altre "cose" - pur lavorando spesso per
progetti analoghi - l'animus di Crisalide è stato spesso
diverso e come tale determinava modalità espressive diverse.
Queste diversità hanno fatto di Crisalide un'Associazione
unica in Italia. Non è neppure possibile fare paragoni fra
le produzioni in tema, sia di politica generale, sia di dibattito,
informazioni, proposte concrete, fra Crisalide ed il resto del movimento
T* italiano. La mole di documenti prodotta è enorme e talvolta
ha determinato cambi di agenda politica di tutto il movimento LGBT
italiano. A volte abbiamo dovuto persino lottare contro posizioni
di altre ass.ni transgender, come nel caso dell'abbandono della
richiesta della "piccola soluzione" e a favore di una
legge all'inglese (o alla spagnola) o, anche, come per la situazione
dei protocolli di diagnosi e cura vigenti in Italia per la cosiddetta
"disforia di genere" - la "patologia" impostaci
per poter avere una seppur parziale copertura del SSN.
Non abbiamo mai creduto che fosse salutare per un'Associazione
che difenda i diritti delle persone "trans", costituire
in proprio consultori finanziati dalla politica. Lo abbiamo sempre
considerato un "conflitto di interessi". Abbiamo un SSN
e ci siamo battuti e ci battiamo perché funzioni anche per
noi attraverso strutture pubbliche.
La nostra battaglia per cambiare i protocolli di diagnosi e cura
italiani, a favore di quelli internazionali (che sta iniziando ad
avere successi anche clamorosi), Crisalide l’ha potuta portare
avanti facilmente anche perché non gestisce direttamente
strutture sanitarie o consultori. Chiedere che per la diagnosi non
debba essere obbligatorio un periodo coatto e prestabilito di almeno
sei mesi (ripetibili) di psicoterapia (o come lo chiamano per mascherarlo
"accompagnamento psicologico"); sostenere che debba essere
ritenuta sufficiente una diagnosi psichiatrica che fondamentalmente
escluda patologie psichiatriche che minino la capacità di
intendere e volere, così come prevedono i protocolli internazionali,
significa ridurre drasticamente il periodo di "latenza"
e di "permanenza" delle persone "disforiche"
presso i centri o consultori che seguono le persone transgender.
Ridurre questo tempo è un obbiettivo fondamentale per le
persone disforiche e quindi per Crisalide, ma costituirebbe
un potenziale problema per strutture in proprio, che vedrebbero
in questo modo ridursi i finanziamenti.
Inoltre, pur non simpatizzando con una destra italiana filoclericale
o postfascista che di noi ha opinioni irripetibili, come Associazione
(ovviamente i singoli soci non perdono il diritto di partecipare
attivamente alla vita politica come meglio credono, stando in Crisalide)
non abbiamo mai voluto fare una scelta finale e definitiva verso
il partito x o quello y, o il movimento "no
global" o altri antagonismi sociali. Ogni volta che si sono
presentate delle elezioni, abbiamo valutato programmi e intenzioni,
abbiamo contattato quei partiti che dichiaravano di volersi occupare
delle nostre tematiche e problematiche e - conseguentemente a queste
verifiche - dato delle indicazioni di voto. Non che questo ci abbia
riparato dalla possibilità di errore, ma di certo se è
accaduto è stato perché siamo stati ingannati fra
promesse ed impegno reale profuso. Non per questo abbiamo chiuso
le porte a quei partiti che abbiano sinceramente voluto aiutarci
e aiutare la causa che portiamo avanti. Lo dimostrano le nostre
azioni compiute anche nel passato recentissimo. Abbiamo collaborato
con il PdCI per la detassazione delle procedure legali di rettificazione
anagrafica, ho personalmente lavorato per mesi sul testo del pdl
Luxuria (Prc), pur essendo, il testo finale elaborato dall’onorevole,
in alcune parti diverso da quello da me proposto, abbiamo dato indicazione
di voto a favore della Rosa nel Pugno quando ci è sembrato
mettesse in primo piano le battaglie per leggi di cui abbiamo bisogno
(anche se in questo caso ci siamo poi resi conto di avere almeno
parzialmente sbagliato analisi).
Abbiamo collaborato con decine di associazioni e movimenti anche
politici, senza mai però decidere di appartenervi o rinunciare
al diritto di critica (come è stato il caso del movimento
"Facciamo Breccia").
Un ideale di fondo che è ben scritto nel Manifesto AzioneTrans,
ma anche un forte pragmatismo nella politica reale. Siamo e ci siamo
sempre sentiti più un "sindacato" che un "partito"
e come tale abbiamo cercato di spegnere la sete di diritti delle
persone transgender italiane, laddove ci è sembrato di trovare
risposte adeguate. Senza un "colore" di fondo, se non
l'arcobaleno LGBT e i mandati statutari (politicamente chiari).
Eppure oggi, a distanza di otto anni dalla sua fondazione ed incredibile
crescita, Crisalide sta attraversando una crisi.
La risposta non è difficile da trovare e sta proprio nella
costituzione ideale dell'Associazione. Crescendo la diffusione territoriale
e numerica di Crisalide, è diventato via via più complesso
trovare soluzioni che garantissero contemporaneamente la massima
trasparenza e uno spirito realmente volontaristico. Inoltre l'improvvisa
indisponibilità - nel 2006 - di 2/3 dei soci che guidavano
l'associazione (Matteo Manetti e Davide Tolu) e la mia disponibilità
soltanto "virtuale" e di pensiero, dovuta, quest'ultima
a noti problemi di salute, hanno costretto ad un'accelerazione di
rinnovamento dei "quadri". Un'accelerazione forzata prima
che si fosse formata una nuova "leva" in grado di conoscere
ed utilizzare tutti gli strumenti che erano patrimonio dell'associazione
e delle singole esperienze poltico-sociali precedenti di chi aveva
dato vita a Crisalide, hanno contribuito a far emergere difficoltà
sia di gestione politica, sia di etica interna a Crisalide.
Prima di analizzare, però, perché proprio nel nostro
stesso modo di essere associazione è sorto il terreno in
cui sono nati i nostri problemi (risolvibili ma attualmente complessi)
credo sia importante ricordare anche i risultati che questo stesso
modo di essere ha portato alle persone trans italiane (residenti
o domiciliate in Italia) fino ad ora. Altrimenti dovremmo semplicemente
cambiare le nostre specificità, abbandonarle ed adeguarci
ad un modo di far politica che non ci appartiene e facilmente reperibile
altrove.
Come già ricordato, Crisalide ha proposto e ottenuto la detassazione
delle istanze per la rettificazione sessuale nei Tribunali (finanziaria
2000), sebbene questa vittoria ci è stata poi scippata parzialmente
da successive finanziarie.
Crisalide - inizialmente da sola e ancora oggi con alcuni dissensi
di altre ass.ni (Libellula di Roma) - si è battuta per abbandonare
false soluzioni al problema "documenti" (la già
citata "piccola soluzione") e spingere per una nuova legge
che si ispirasse ai modelli inglese e/o spagnolo ed il risultato
è stato che fino a ieri (non potevamo prevedere la crisi
di Governo attuale) sono stati presentati ben tre progetti di legge
che in diversa misura raccolgono queste istanze (di cui uno con
un diretto coinvolgimento della sottoscritta in funzione di “esperta”
e “ghost writer” del pdl) e nessun progetto di legge
che invece (ri)proponesse la piccola soluzione. Certo un pdl se
non viene calendarizzato resta lettera morta, ma comunque segna
un passo in avanti importante verso il parlamento e – comunque
vada a finire l’attuale crisi di governo – vigileremo
perché questi siano o ripresentati e calendarizzati al più
presto nella prossima ormai probabilissima legislatura. Prescindendo
per un attimo da ciò che sfugge alla nostra possibilità
di intervento (quale una crisi di governo), possiamo comunque dire
di essere almeno passati dalla richiesta di una elemosina (quali
erano le ipotesi di solo cambio di nome, senza cambio di "identificativo
di genere" all'anagrafe in assenza di operazione chirurgica
sui genitali), ad una richiesta di diritti che derivano sia dal
movimento culturale transgender, sia dalla conoscenza più
approfondita che anche la scienza ha verificato su sesso, genere
e identità di genere delle persone (ed anche degli animali).
Crisalide ha discusso e portato – sin dal 2001 - almeno un
Centro Nazionale importante quale è il DISEM di Genova, all'adozione
di protocolli internazionali che non stabiliscano una psicoterapia
coatta, come invece accade per i protocolli italiani Onig. Una mossa
che oggi sta dando i suoi frutti. E' bastato far sapere che è
possibile in Italia trovare un Centro che non metta il destino delle
persone, nelle mani delle opinioni personali e spesso arbitrarie,
di uno psicologo per anni senza un "si" o un "no",
quindi senza una diagnosi, perché decine e decine di persone
transgender emigrassero da tutta Italia verso Genova. Questo flusso
migratorio ha però determinato un precedente importante.
I Centri con protocolli "Onig" hanno iniziato a subire
una emorragia di consensi. Senza l'intervento di Crisalide (vedi
lettera al Ministero della Salute e agli Ordini di medici e psicologi)
però sarebbe stato gioco facile per i tanti centri Onig attaccare
il Disem e i protocolli internazionali che segue, con l'assurda
accusa di favorire la transizione (come fossimo "di default"
persone incapaci di intendere e di volere!). Le nostre ragioni hanno
impedito il propagarsi di queste accuse e non solo. E' notizia recente
che anche uno dei Centri più grandi d'Italia, il Saifip di
Roma, sta per abbandonare i criteri "onig" per abbracciare
quelli WPTAH (internazionali), già da anni in uso al citato
Centro genovese).
Infine, gli unici documenti del movimento LGBT italiano unitari
includono tutti la partecipazione attiva alla costruzione degli
stessi e non una semplice firma per adesione...
Questa è la politica di Crisalide: creare esempi positivi
e favorirne la propagazione, non fermarsi ad uno "status quo"
vecchio di decenni e che favoriva solo le lobby psicologiche e non
"i pazienti" transgender.
Credere nei gruppi di Auto Aiuto veri (con personale pari e preparato
con corsi ufficiali al ruolo di facilitatore dei gruppi) è
stata un'altra caratteristica propria di Crisalide che ha dato grandi
frutti e aiutato realmente centinaia di persone ad uscire dall'isolamento,
a raccogliere informazioni, a chiarirsi le idee, a scegliere la
via migliore per la propria realtà.
Credere nell'informazione "povera" del web, piuttosto
che quella - teoricamente più nobile ma meno accessibile
- del libro, è un altro specifico di Crisalide. Il web perché
offre strumenti gratuiti di informazione ed interattività,
perché basta andare in un internet point per accedere alle
informazioni piuttosto che cercare libri - peraltro spesso costosi
e difficilmente reperibili nelle librerie, quasi mai esposti in
vetrina, quasi sempre sconosciuti ai librai se non sai riferire
esattamente titolo, autore ed editore (e magari codice ISBN).
Crisalide
i propri libri li ha scritti (gratuitamente) su web e - per quanto
riguarda le mie modeste produzioni - esse torneranno presto on line,
se la prossima Assemblea non stravolgerà totalmente il senso
per cui Crisalide è nata. Come primo passo, da oggi è
disponibile per la prima volta la settima ed 'ultima versione del
Manifesto
AzioneTrans©,
in formato "e-book" scaricabile gratuitamente
per tutti.
Altre cose meno visibili hanno fatto la differenza fra Crisalide
e altre Associazioni. La mailing list dei nostri soci non è
mai stata una sorta di newsletter che dall'alto informa i soci e
che mal sopporta gli interventi – anche critici – dal
basso, ma una vera lista di discussione dove i soci hanno sempre
potuto partecipare e talvolta hanno anche preso decisioni attraverso
lo strumento del "polling". Una lista dove la presidenza
e "l'ultimo dei soci" avevano pari dignità di parola
e di ascolto. Dove la critica era sempre legittima, se motivata
e dove le varie "dirigenze" non potevano sottrarsi al
dibattito o alle critiche. Trasparenza totale contro la logica del
"i panni sporchi si lavano in famiglia", così
diffuso in Italia.
Inoltre siamo stati fedeli alle proposte culturali del movimento
transgender internazionale che arricchisce il panorama delle identità
umane possibili e rivendica le pari opportunità per TUTTE
le diverse identità di genere e di espressione di orientamento
sessuale ed affettivo. Certo quando dico "tutte", intendo
ovviamente anche chi si sente in perfetta sintonia con il proprio
genere assegnato, con il proprio ruolo nel genere assegnato e chi
è eterosessuale. La diffusione della cultura "two
spirits", ereditata dalla saggezza delle popolazioni
indiane d'America, è stata una priorità di Crisalide
per far comprendere come la nostra presenza nella società
possa essere non solo accettabile, ma addirittura utile per tutte
e tutti. Non per questo abbiamo mai voluto diffondere una sorta
di “superiorità” razziale delle persone transgender
rispetto alle altre. E se questo è avvenuto da parte di persone
appartenenti o rappresentanti di Crisalide, beh, oggi non ne fanno
più parte! Niente razzismi capovolti in Crisalide.
Molte cose "dimentico" e che hanno costituito l'essenza
di Crisalide, quali la non ricerca di "fondi" presso enti
nazionali o europei se non quando aprivano degli spazi alla realtà
dell'identità di genere, come è stato per il progetto
Equal "EMDGS", al quale abbiamo deciso di aderire
solo dopo aver posto la condizione che si inserisse - fra le differenze
- anche l'Identità di Genere dimenticata dalla UE e dai primi
propositori del progetto. Oggi abbiamo un docente transgender in
questi corsi di Golden Standard sulle differenze che si rivolgono
a datori di lavoro, ai dirigenti delle risorse umane aziendali,
alle università dove si formano i futuri dirigenti aziendali,
per spiegare gli specifici di una realtà ben meno conosciuta
rispetto all'handicap o all'orientamento sessuale: quella della
transizione da maschio a donna o da femmina a uomo.
Eppure, proprio queste regole ideali e non ideologiche che ci hanno
fatto fare tanta strada ed avere tanto consenso, sono le stesse
che oggi ci piegano ad un passaggio critico.
Il volontariato puro, il ruolo delle dirigenze in Crisalide inteso
come responsabilità (responsabili sono le definizioni da
noi usate per chi si assume l'onere di una qualsiasi autonomia decisionale),
servizio e non potere (quindi la contestabilità legittima,
se motivata, da parte di chiunque fosse soci*), la sfida totale
contro ogni possibile formazione o facilitazione verso uno sviluppo
egoico del proprio ruolo, contro ogni possibile "famiglia"
da difendere che sovente nasce quando si formano anche i più
piccoli centri di potere, centrali o locali, contro ogni forma di
gerarchia fra sedi, contro ogni forma di "separatismo in casa"
che porta alla fine a non sapere più "la mano destra
cosa faccia la mano sinistra" e viceversa.
Per "starci dentro" comodamente su questo letto con
più spine che petali profumati, bisogna avere una formazione
culturale e una solidità psicologica non facile da trovare.
Il tutto in un panorama di una minoranza estrema, con problemi estremi.
Non obbiettivi politici o strategici (o non solo) hanno via via
creato alcuni mal di pancia in Crisalide, ma più
semplicemente il senso dato al proprio ruolo nell'associazione.
Ci sono modi e modi di "fare servizio". Quello di Crisalide
non chiede in cambio asservimenti psicologici verso l'associazione
o chi la rappresenta. Un qualsiasi responsabile di questa associazione,
legittimamente può aspettarsi che l'utenza che serve gratuitamente
possa iscriversi e diventare socia. Niente di più. Nessuna
riverenza o coorte può e deve circondare chi in
Crisalide ha ruoli di gestione. Non per sadismo, ma perché
quando si formano "clan", "coorti"
legate al servizio svolto, alla fine vi sono appunto fornitori
e servitori, padroni e servi (anche solo
psicologici). Noi siamo per la liberazione dell'essere umano da
ogni forma di controllo dell'uomo sull'uomo, perché gli scambi
di cose, di affetti, sentimenti, ecc. siano liberi e liberati da
ogni tipo di dovere di riconoscenza. Facciamo un servizio, non siamo
"madri(ne) o padri(ni)" delle persone transgender
che supportiamo.
I soci fondatori di questa associazione rivendicano la specificità
di Crisalide allo stremo e hanno giocato una partita dura perché
questo spirito iniziale non cambiasse e non cambi in futuro. Ad
ogni costo. Anche quello di "perdere qualche pezzo". E'
la qualità che ci ha fatto diventare una grande associazione
e sarà sempre la qualità a renderci tali in futuro
(o piuttosto lasciar cadere un esperimento forse troppo avanzato?),
a prescindere da momentanee flessioni o impennate di consenso, dovute
a fatti contestuali, liti da condominio, famiglie
da difendere.
Oggi la ex sede di Milano di Crisalide ha fondato una nuova associazione
lombarda. Lo ha fatto a pochi mesi dall'avere ricevuto la fiducia
dell'Assemblea Nazionale perché "Milano" costituisse
il "Direttivo" di tutta l'Associazione e quindi del suo
spirito, dei suoi ideali, dell'unità di tutti i territori
dove l'Associazione è presente.
Purtroppo mentre venivano candidati gli eleggibili, alcuni degli
stessi, postavano, in un forum extra associativo, messaggi
che esprimevano idee di superiorità razziale delle
persone transgender rispetto alle altre, lanciavano pesanti accuse
di stupidità umana verso chi di noi intenda la transizione
come un passaggio netto e radicale da un estremo all'altro rispetto
alle possibili varianti dell'Identità di Genere. Il tutto
condito da minacce contro Crisalide stessa. Purtroppo queste cose
sono state note a tutti ad elezioni avvenute. Alla richiesta di
fare un passo indietro, dimettendosi dalla carica di Consigliere
Nazionale almeno da parte di chi aveva promosso forum e scritto
post quantomeno dal sapore razzista contro le persone non transgender
(quindi anche contro le persone che si definiscono transessuali
e hanno una visione binaria di sesso e genere). Contro le persone,
ribadisco, e non, dialetticamente, contro le loro opinioni; cosa
che sarebbe invece stata legittima.
Questa richiesta in primis mia personale, seguita a ruota dal resto
della militanza di altri territori e di una parte della stessa Milano,
di convincere due soli consiglieri su sette a dimettersi, ha ricevuto
un secco no da parte della ormai ex presidente eletta da poche settimane
e - compattamente - da tutto il neo eletto Direttivo Nazionale,
in una logica che a molt*, tropp* è sembrata di difesa aprioristica
del proprio "clan", senza accettare di entrare
gran che nel merito della questione.
Non si poteva rendere tutta Crisalide (che non è solo a Milano)
ricattabile in qualsiasi momento, in qualsiasi dibattito pubblico
dove sosteniamo la liberazione dal modello genderista ed eterosessista,
per una libertà globale dell'individuo, con l'accusa di avere
fra i nostri rappresentanti nazionali persone che hanno per mesi
propagandato una sorta di super razza trans in un forum che si era
fatto pubblicità (e spam) proprio sul forum di Crisalide.
Ce ne sarebbe stato abbastanza per una espulsione a norma di Statuto,
ma fu chiesto solo un passo indietro almeno per la durata di un
mandato. Dopo il no - ribadito più volte nonostante il massimo
possibile della dialettica per far comprendere il danno che determinava
il difendere un ruolo di rappresentanza dato a persone che avevano
tradito lo spirito stesso di Crisalide, il suo sentire comune, le
sue fondamenta ideali - si è proposta un'Assemblea Straordinaria
dove chiarire il tutto. Neppure questa proposta è stata accettata.
Del resto la gestione lombarda della ex sede di Crisalide ha recentemente
avuto connotati "autonomisti" piuttosto forti. Crisalide
Milano quasi fosse una cosa diversa dal resto di Crisalide (diversa
e migliore?).
Il resto è cronaca (seppur oscura(ta) ai più). Annuncio
di dimissioni da parte del Direttivo milanese, senza però
compiere l'atto dovuto finale di indire la nuova Assemblea dopo
le dimissioni (con ciò creando volutamente problemi procedurali
a chi voleva continuare in Crisalide) e la formazione di una nuova
associazione dal nome che richiama un triste ventennio del nostro
paese ed il terrorismo post fascista dell'Italia repubblicana.
Collaboreremo? Presto per dirlo ora. Quando ci si separa lo si può
fare in tanti modi: in pace o strappando - prima di uscire - tutta
la tapezzeria di casa. Senza l'atto finale di remissioni nelle mani
dell'Assemblea Nazionale del proprio mandato, l'ex presidente di
Crisalide e tutto il resto dell'ex Direttivo, hanno, fino ad oggi,
stracciato la carta e rotto quanto più fosse possibile, i
mobili. Certo esiste una via d'uscita legale ed il modo di non far
mancare lo spirito di Crisalide (anche a Milano). Ma il "dispetto"
resta – ci ha fatto perdere molto tempo – e non può
non lasciare strascichi.
Aver linkato il nostro sito sul loro nuovo web, non lo consideriamo
un atto di pace. Non metterlo, nella sezione delle ass.ni transgender
italiane, sarebbe un falso storico, non una cortesia averlo aggiunto.
Noi considereremo amichevoli i nostri rapporti solo quando da parte
di chi ha liberamente scelto di andarsene, saranno compiuti quegli
atti dovuti che non trasformano una separazione consensuale in una
concorrenza dispettosa e pure poco leale.
In ultimo ho una cosa da dire a chi, leggendo, si stesse o si fosse
già scandalizzat* per quanto accaduto o vedesse smitizzato
il nome di questa Associazione. L'unica vera differenza fra le cose
che avete letto qui e quanto avviene in altri ambiti, è che
qui, ancora una volta, laviamo i panni sporchi in pubblico. La "gente"
deve sapere. Da altre parti, troppo spesso in questi anni, ho visto
sorrisi finti davanti e stilettate alle spalle dietro. Nel movimento
LGBT è in atto da anni una lotta di poteri che non si è
ancora trasformata in diaspora per motivi meramente tattici. Quel
che è accaduto in Crisalide - a confronto - è ben
piccola cosa. Ma sembra grande perché siamo i primi, noi,
a volerla rendere nota.
E non posso nascondere che persino questo documento ha subito un
lungo stop e il bisogno di un disclaimer iniziale perché
ancora ora c'è chi pensa a Crisalide in termini "politici"
di "piazzamento" o "gradimento/isolamento" nell'ambito
delle comunità transgender o LGBT.
Opinioni smentite dalle decine di mail e telefonate che ancora giungono
alla sottoscritta per richieste svariate di aiuto o informazioni
(e così come accade a me accade ad altre persone di Crisalide).
Secondo noi a costoro e solo a costoro dobbiamo rendere conto delle
nostre azioni e comportamenti (approfitto per scusarmi con chi si
sia recentemente rivolt* a me senza ricevere risposta... Ora forse
il motivo è più chiaro ed in ogni caso prometto di
tornarci sopra al più presto).
Ed ora, date le spiegazioni che sentivo di dovere a chi ci segue
e a chi ha creduto in questa Associazione (senza atti di fede perché
non ci siamo mai sognat* superpoteri che non abbiamo), non resta
che rimboccarsi le maniche e ripartire, rifondare, anche se con
una ferita. Rimarginerà. E questo è anche il momento
giusto per chi fino ad oggi magari è stat* alla finestra
a guardare, per iniziare a contribuire a dare forza alle nostre
idee - se le condivide - magari passando prima per una lettura approfondita
del nostro Manifesto.
Arrivederci a tra un mese o poco più, all'Assemblea di Crisalide,
forse la più importante della sua storia decennale.
Genova 15 gennaio 2008
Mirella Izzo
Fondatrice
di Crisalide AzioneTrans
Presidente onoraria
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